Questa volta partiamo da Siena, la città di Santa Caterina patrona d’Italia e di San Domenico, fondatore dell’ordine religioso dei domenicani.
Siena
La città posta a sud di Firenze (si lascia l’autostrada A1 a Impruneta e si percorre la statale in direzione Siena-Grosseto) nata su una collina è famosa in tutto il mondo per suoi Santi, per le numerose chiese, per i Ricciarell i Cantuccini e l’ottimo vino.
Se avete l’opportunità fate come noi, trascorrete un bel weekend da quelle parti e poi scendete la bici dall’auto e pedalate.
Siamo giunti a Siena il venerdì sera, abbiamo alloggiato all’hotel Garden e ve lo consigliamo.
E’ dotato di un grande parco, un ampio parcheggio custodito, diverse tipologie di alloggio e prezzi convenienti e a breve distanza dal centro, ma non troppo vicino per soffrirne il traffico.
Il sabato mattina ci siamo alzati e, dopo una buona e sostanziosa colazione, abbiamo lasciato l’hotel per la visita della città iniziata dalla basilica di San Domenico dove sono custodite le reliquie di Santa Caterina.
Usciti dalla porta principale ci siamo incamminati lungo il declivio che porta verso il Duomo, ma poco dopo abbiamo svoltato a destra e percorso una ripida discesa sino all’ingresso della casa di Santa Caterina.
Dopo averla visitata siamo scesi ancora sino a Fonteblanda percorrendo la Via dei Tintori, che viene percorsa in salita durante la durissima gare “Strade Bianche”.
Il padre di Caterina tingeva le stoffe e proprio in quella via aveva la sua attività.
A Fonteblanda le donne lavavano il bucato ed era un po’ il centro della comunità di quella parte della città.Siamo poi risaliti sin a raggiungere il Duomo visitabile a pagamento.
Le grandi chiese molto decorate hanno ben poco di cristiano, secondo me evidenziano più la agognata grandezza dell’uomo che quella di Dio.
Il tempio di Dio infatti è l’uomo non la pietra, l’oro o le mille forme date al marmo e al gesso. Se poi sono a pagamento sono sicuramente da considerare musei, non case di un Dio fatto uomo e quindi vivo.
Scendendo la scalinata sempre sul lato destro del Duomo, si può accedere al Battistero, anch’esso con ingresso a pagamento.
A poca distanza abbiamo potuto ammirare la famosa piazza del palio, Piazza del Campo. La tappa successiva è stata la Chiesa di San Francesco, dove sono custodite ben 223 Ostie rimaste incorrotte dal tempo sin dal 1730 quando vennero trafugate per essere profanate (altre fonti parlano di 225 ma all’ingresso della cappella in cui sono custodite c’è il numero 223).
Tappa obbligatoria, questa volta a favor di palato, la pasticceria Nannini dove si possono degustare ottimi Cantuccini e vin santo, Ricciarelli panforte e pan papato di ottima fattura.
Giunta ora di cena si possono raggiungere i ristoranti e pizzerie del centro o quelli sotto le mura nelle vicinanze di San Domenico.
La giornata del sabato per noi si è conclusa con la partecipazione alla santa messa e la cena e con una bella dormita ristoratrice, psicologicamente pronti per la pedalata del giorno dopo.
Verso Ponte a Ema
Sveglia alle 9.00, colazione alle 10.00, alle 11 lasciamo la camera dopo aver saldato il conto naturalmente, alle 11 e 30 la bici ha le ruote sull’asfalto e inizia la nostra corsa verso Ponte a Ema.
E’ una piccola località appena fuori Firenze che ha dato i natali a Gino Bartali e dove a lui è stato dedicato un museo alla memoria.
Li vi riposano anche il padre, la madre, il fratello morto in un incidente di corsa e il figlio nato morto durante il secondo conflitto mondiale.
Vi è anche la casa di famiglia ed altre piccole tracce del suo passaggio terreno.
Lasciata Siena baciata e riscaldata dal sole e lavata dall’acquazzone notturno, ci inoltriamo per via Chiantigiana, la cosiddetta Via del Chianti, in direzione Castellina del Chianti.
Chianti
Si inizia con un tratto ondulato per poi iniziare a salire sulla Cima Coppi di questo percorso.
Il sole continua a scaldare e la divisa invernale ci da proprio tanto fastidio e un po’ alla volta eliminiamo pezzi di troppo.
Il paesaggio in primavera è fantastico e anche i colori dell’autunno rendono questo percorso unico come la terra toscana.
Terminata la salita inizia una lunga discesa con tratti rettilinei e tornanti.
Quest’oggi la strada è bagnata e vi sono foglie a terra, quindi procediamo veloci ma non troppo per scongiurare inutili cadute.
Raggiunta Castellina in Chianti la meta successiva è Greve in Chianti, una delle località famose per il passaggio dell’Eroica, la famosa gara amatoriale percorsa su strade bianche e in abito e con bici d’epoca.
Dopo Greve quindi si attraversa Greti, si incontra il bivio per il Passo dei Pecorai (lo faremo in un’altra occasione) e si prosegue sulla strada principale sino a raggiungere ed attraversare Strada in Chianti, una frazione di Greve in Chianti.
Piccolo borgo molto suggestivo, come tanti altri sparsi su queste bellissime e ricche colline.
Si attraversa L’Ugolino e si costeggia il campo da Golf qui realizzato e molto frequentato anche perché non molto distante da Firenze.
Proseguendo incontriamo Grassina, dove facciamo una breve sosta per ammirare la facciata della Chiesa al di la del torrente.
Riprendiamo il cammino, oramai giunto a conclusione, per raggiungere la piccola Ponte a Ema dove ha sede il museo di Gino Bartali.
Giunti a destinazione lasciamo la bici in area custodita e l’andiamo a visitare.
La domenica è aperto dalle 10.00 alle 16.00 e l’ingresso è gratuito, consiglio però di informarsi prima contattando la struttura per evitare spiacevoli sorprese.
Nel museo sono custoditi molti trofei vinti dal campione, documenti, giornali dell’epoca, maglie e bici storiche.
Il percorso che abbiamo seguito è lungo circa 60 km che possono anche aumentati a piacimento viste le numerose digressioni che si possono fare a partire dal tour del centro di Siena (fate attenzione perché qui le strade sono in porfido e possono essere causa di pericoli soprattutto se bagnate dalla pioggia).
Sono sicuramente da visitare Radda in Chianti e Gaiole in Chianti e gli innumerevoli altri luoghi pittoreschi percorrendo le strade bianche, ma queste ve le racconto un’altra volta.