Che giro quello della 6° edizione tenutasi nel giugno del 1914.
In sole 8 tappe, coprirono i 3162 km previsti dagli organizzatori.
E’ considerato ancora oggi il Giro più difficile di sempre e il primo in cui la classifica veniva calcolata sui tempi e non sui punti accumulati.
Tutte le tappe contavano più di 300 km da pedalare: 1° Tappa Milano-Cuneo 420 km; 2° Tappa Cuneo-Lucca 340,5 km; 3° Tappa Lucca-Roma 430 km; 4° Tappa Roma-Avellino 365,4 km; 5°Tappa Avellino-Bari 328,7; 6° Tappa Bari-L’Aquila 428 km; 7° Tappa l’Aquila-Lugo 429 km; 8° Tappa Lugo-Milano 420,3 km.
Il Tour aveva la nomea di essere la corsa più dura e gli organizzatori della corsa rosa non volevano certo essere da meno. Le cronache raccontano che si posizionavano addirittura nei luoghi più impervi per vedere il dolore e la sofferenza dei partecipanti alla gara.
Quell’anno furono stabiliti dei primati tuttora imbattuti: la tappa più lunga mai corsa al Giro, la Lucca-Roma vinta da Costante Girardengo; la velocità media più bassa, 23,374 km/h; il distacco più alto sul secondo (1 ora, 55 minuti e 26 secondi); il maggior tempo di percorrenza di una tappa, 19.20’47” nella Bari-L’Aquila e il minor numero di corridori al traguardo finale, 8 su 81 partiti.
Avete capito bene, solo 8 riuscirono a portare a termine quel Giro, ben 73 ritirati. Girardengo partiva da favorito ma non terminò la corsa, la vittoria andò ad Alfonso Calzolari.
Oggi potrebbe essere considerata una gara UltraCycling e lo era davvero. Le strade di quegli anni le potete immaginare e le bici non erano certo quelle in carbonio di oggi ad 11×2 velocità. Avevano solo due rapporti e per cambiare bisognava scendere dalla bici, togliere la ruota, girarla e rimontarla.