Dopo il Poggio c’è l’arrivo

Dopo il Poggio c'è l'arrivo
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Lasciamo la ciclabile che va da San Lorenzo a Mare a Sanremo per affrontare la famosa salita del Poggio, ultima asperità della Milano-Sanremo.

La percorro in senso opposto ai professionisti, loro giungono da Imperia, io da Menton.

Secondo la segnaletica stradale sono 4 i km da percorrere, ma ci fidiamo poco viste le indicazioni sino ad ora incontrate.

La imbocco, alleggerisco il rapporto e salgo scrutando tutto intorno il paesaggio.

Vedo le tracce dei campioni sui muretti e sull’asfalto.

Numerose le scritte “TMC” e quelle inneggianti “Nibali”, alcune sono state cancellate ma si intravvedono ancora.

La salita non ha pendenze dure, la massima è al 7% e giunti in cima ci si trova al centro del paesino dove svoltiamo a destra in direzione Imperia e percorro la strada che i professionisti fanno in salita.

Dopo circa cinque chilometri di discesa si torna sull’Aurelia o ss1 e in prossimità di Arma di Taggia riprendiamo la bellissima ciclabile.

Per gustarla appieno e capirne difficoltà e segreti ora mi giro e risalgo dal lato “gara“.

I professionisti arrivano ai piedi della salita con quasi 290 chilometri nelle gambe e il traguardo è vicino.

La salita in se, non ha nulla di impossibile, la pendenza media è infatti del 3,7% circa con un dislivello inferiore a 150 metri s.l.m.. Le pendenze sono alla portata di tutti, la carreggiata è stretta e l’asfalto ben tenuto.

La vera difficoltà per loro è proprio l’effetto “gara” e la quantità di acido lattico accumulato dalla partenza di Milano.

Su questi pochi chilometri di ascesa c’è sempre grande battaglia, chi vuole tentare il colpaccio cerca di staccare tutti proprio su questa rampa e, ancor di più, sulla discesa che porta all’Aurelia e al lungo mare di Sanremo.

Per noi amatori è una bella salita da fare d’un fiato, mentre la discesa ci permette di ammirare prima di tutto il mare.

Ci si può allenare tutto l’anno in Liguria, senza indossare copri scarpa e guanti invernali.

Qui in passato curavano la preparazione campioni come Bartali e Coppi e ancora oggi è meta di allenamento di tanti professionisti.

Potrei descrivervi per ore e nei dettagli il paesaggio attraversato ma non riuscirei a trasmettervi gli odori e i colori pertanto vi invito spassionatamente ad andarci.

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