Alle gran fondo perché?

Alle gran fondo perché?
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L’industria del ciclismo ha trovato nelle gran fondo una notevole fonte di guadagno.

Aumentano ogni anno sia di numero che di costo di iscrizione (si va dai 35 euro ai 110).

Dovrebbero essere eventi amatoriali ma tra i partecipanti, sono sempre i primi al traguardo, vi sono molti finti amatori o pseudo professionisti o come si voglia definirli.

Si va dai 12 mila iscritti della 9 Colli ai 10 mila circa della Maratona delle Dolomiti (numero chiuso).

Vi sono più di 30 mila persone l’anno che tentano di essere sorteggiate per affrontare i passi dolomitici.

2 euro a candidato, equivalgono a 60 mila euro incassati.

E poi vi sono i pacchetti hotel più iscrizione, e l’enorme giro di sponsorizzazioni.

Anche il doping, purtroppo, è di casa in questo mondo, ogni anno qualcuno viene scoperto.

Qualcuno cambia bici in corsa anche se i regolamenti lo vietano, così come proibiscono le ammiraglie al seguito.

Molti, inspiegabilmente, le hanno comunque come hanno pure i punti rifornimento personali in luoghi strategici del percorso di gara.

Considerazioni

Le gran fondo sono una stupenda occasione di vivere giornate di ciclismo in compagnia di tanti appassionati.

Molta gente però, secondi me, le vive in maniera inappropriata, perdendo di vista il vero valore di questi eventi.

Ne ho fatte tante, ne ho viste troppe, ma ora più che mai le poche che faccio le scelgo per il valore aggiunto, per quel di più che hanno in sé.

Tra le molteplici dell’Emilia Romagna quest’anno ho in calendario la gf Marco Pantani con partenza da Cesenatico il 22 settembre pv.

Ho già pedalato sulle strade imbrecciate di Filottrano alla gf Michele Scarponi.

Vi è la gf Città dell’Aquila che non ho corso ma che terrò ben presente in futuro. Quei bellissimi luoghi meritano il sostegno di tutti.

Mi piace esserci ma a testa alta. Per quanto tecnologici, i copertoncini o tubolari di quello davanti non mi affascinano alla pari del territorio circostante.

Mi piace esserci quando si va a difendere l’onore e a riaffermare la dignità, messa a repentaglio da gente senza scrupoli.

Mi piace esserci quando si va ad urlare, con gli amici della Fondazione Michele Scarponi, che “la strada è di tutti” .

Non mi piacciono certe forzature che portano a aberranti comportamenti come il doparsi per pochi spiccioli.

Doping e retribuzioni non hanno motivo di esserci nel mondo amatoriale.

Tutti pagano l’iscrizione e l’hotel eccetto quelli che vincono e si piazzano e a cui passano bici e tutto il resto.

C’è chi sostiene che siano indispensabili per attrarre più gente a questi eventi, per me sono solo una forzatura, un altro modo di fare businnes sotto copertura.

Invitate i professionisti o gli ex, invitate persone famose, note, popolari e vedrete che la gente corre ugualmente ad iscriversi.

Nascono come feste dello Sport e rischiano di regredire a mere fonti di denaro.

Contenti voi…

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