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Un bellissimo libro biografico scritto da due fratelli di Toronto.
La strada del coraggio Racconta la vita e le imprese sportive ed umane di un grande e coraggioso uomo e campione eroico del ciclismo della prima metà del 1900: Gino Bartali.
Nulla di inventato in questo testo, tutto è stato tratto da fonti ufficiali, documenti, articoli di giornale, dalle tre biografie ufficiali di Gino Bartali e da testimonianze di amici e parenti.
Un ampia descrizione del contesto storico introduce il personaggio, la vita della sua famiglia e del suo mondo contemporaneo.
Era l’epoca fascista
Era l’epoca fascista, l’epoca delle leggi razziali, gli anni della seconda guerra mondiale.
Fu proprio quest’ultima a portargli via, a suo dire, gli anni migliori.
Quello che fece in quel periodo però fu più importante ed eroico dei trionfi in gara.
Oltre alle tante vittorie sulle due ruote, infatti, durante il conflitto faceva da corriere trasportando documenti falsi nei tubi della bici.
Da Firenze ad Assisi e ritorno in un solo giorno, passando per Terentola, Perugia, a volte Arezzo.
Gli ebrei nascosti
Durante la guerra, inoltre, nascose in una cantina di sua proprietà, una famiglia di Ebrei.
L’amicizia del cardinale di Firenze Elia dalla Costa, del vescovo di Assisi, Placido Nicolini, di padre Rufino Nicacci e dei tipografi Brizzi, segnarono per sempre la sua esistenza.
La perdita del fratello Giulio fu un dolore immenso che condizionò Gino tanto da farlo smettere di correre.
Furono Adriana, che diventerà sua moglie e gli amici di una vita a rimetterlo in bici.
I due autori narrano le grandi imprese umane e quelle sportive di Ginetaccio in maniera affascinante, coinvolgente tanto da dare l’impressione di riviverle personalmente.
Gino Bartali detiene ancora oggi un record assoluto, è l’unico ciclista al mondo ad aver vinto due Tour de France a distanza di 10 anni.
Il primo lo conquistò nel 1938, il secondo nel 1948 con ben 5 anni di guerra tra un trionfo e il successivo.
Il racconto prosegue con le pagine relative al fine carriera ciclistica, alle attività imprenditoriali che seguirono ed infine, con il racconto relativo al riconoscimento, post mortem, di “beato tra le nazioni” (2013).
Un escursus nella sua vita, dalla nascita a Ponte a Ema sino alla morte avvenuta il 5 maggio del 2000 a Firenze.
Un libro avvincente, un testo che vi farà conoscere in maniera approfondita la storia di Gino Bartali, l’uomo del “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare“.
Descrizione de La strada del coraggio
Durante il biennio fratricida del Novecento italiano, tra il 1943 e il 1944, Gino Bartali percorre decine di volte il tragitto Firenze-Assisi in sella a una bicicletta che nasconde nel telaio fotografie e documenti di identità contraffatti.
Per gli ebrei rintanati nei conventi dell’Umbria e della Toscana, quel carico rappresenta l’unica possibilità di salvezza dalla persecuzione nazifascista. Ed è proprio a loro che è destinato, grazie all’attivismo di una rete di soccorso clandestina orchestrata dal cardinale Elia Dalla Costa, amico e guida spirituale di Bartali, allo scopo di favorire l’espatrio degli antifascisti.
Negli stessi mesi Gino – al pari dei suoi colleghi costretto all’inattività dalla guerra, dopo aver vinto il Tour de France a soli ventiquattro anni – offre protezione a una famiglia ebrea, i Goldenberg, nascondendola in una cantina. “Ci ha salvato la vita, non ne ho il minimo dubbio” ha poi raccontato agli autori Giorgio Goldenberg, all’epoca bambino.
“La strada del coraggio” farebbe arrabbiare Ginettaccio, perché squarcia lo schivo silenzio con cui Bartali – inorridito da ogni forma di encomio e adulazione – ha sempre voluto proteggere questa inattesa e misconosciuta parentesi della sua vita. Ma il rigore mai venato di retorica dei fratelli McConnon è il riconoscimento più sincero che si possa attribuire a un uomo che “ci ha ridato il nostro onore quando eravamo poveri e sfiniti”.