Red Sea in pericolo

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Dopo le vite umane, la guerra tra Turchia e Siria sta minacciando un patrimonio ambientale mondiale.

Le spettacolari barriere coralline del Mar Rosso, uniche al mondo, e tutta la flora e fauna che vi ci vivono, sono messe in pericolo dagli attacchi alle petroliere che vi transitano.

Sversamenti in mare di greggio possono essere devastanti per un ecosistema così delicato.

Quell’abitat è stato ed è tuttora una enorme fonte di guadagno grazie all’industria del Turismo.

Vacanzieri in calo, purtroppo, a causa degli attentati recenti e dei cambi ai vertici del governo egiziano.

Tra i più importanti ricordiamo il massacro di Luxor del 1997 (vennero uccisi 58 turisti stranieri e 4 egiziani); quello di Taba del 2004 (34 morti); quelli del Cairo del 2005 (3 morti).

L’attentato di Sharm el Sheikh del 23 luglio del 2005 in varie località della zona, dal Mercato Vecchio all’hotel Ghazala Garden.

Sono 88 le vittime dichiarate di quelle esplosioni.

La più mortale però è quella dell’Airbus A321 precipitato nel Sinai nel 2015, con 224 persone a bordo: nessun superstite.

Le coste del Sinai, le coste africane dell‘Egitto e del Sudan ancora oggi attraggono subacquei da tutto il mondo.

È terribilmente preoccupante pensare che vi possano essere affondamenti di navi da trasporto cariche di oro nero o altro.

Il Mar Rosso è particolarmente salato e il suo nome pare dovuto alla presenza di un’alga, Trichodesmium erythraeum, che si riproduce producendo vistose macchie rosse.

È molto importante per i collegamenti marittimi anche perché, attraverso il canale di Suez, consente lo scambio di merci via mare tra l’Atlantico e il Mediterraneo e il Pacifico.