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Ci sono tante cose che ti trovi dentro che non sai spiegare, flipper, forse perché una spiegazione umana non c’è.
Solo Dio che ci ha voluto molto prima del concepimento, che ci ha pensato e desiderato da sempre ha contemplato in noi certe emozioni, certi pensieri, ha infuso in noi molti Amori.
Sin dal principio il mio animale preferito è sempre stato il delfino.
Da piccolo, come tutti, credevo fosse un pesce e invece è un mammifero proprio come noi.
Ha polmoni, naso, cuore, cervello, occhi molto simili ai nostri.
Fa sesso, le femmine restano gravide e partoriscono.
Alla nascita, il cucciolo appena uscito dal grembo, viene spinto verso la superficie dalla mamma per effettuare il primo respiro.
Nel 1963 in America, nelle sale cinematografiche viene proiettato il film “Il mio amico delfino” dal quale, l’anno successivo, prese ispirazione una serie televisiva dal nome “Flipper”.
Ne nasceranno tre stagioni, la prima di trenta episodi (1964-1965), la seconda di altri trenta (1965-1966) e la terza ed ultima di ventotto (1966-1967).
E’ la storia di un delfino domestico “Flipper” che aiuta Porter Ricks (interpretato da Brian Kelly), la guardia del Coral Key Park & Marine Preserve nel sud della Florida.
Il delfino è particolarmente intelligente e fa amicizia con il figlio di Porter, il quindicenne Sandy (interpretato da Luke Halpin).
La serie venne tradotta in varie lingue e quando arrivò in Italia tenne con gli occhi fissi sullo schermo milioni di bambini, io ero tra quelli.
Molti anni dopo, nel 1996, Alan Shapiro diresse un nuovo film sempre dal nome Flipper, un remake del film del 1963 e della serie tv.
Lo guardai, lo riguardai e lo sto facendo anche ora sin che scrivo queste righe.
Il giovane Sandy Ricks va a passare l’estate con lo zio Porter nella cittadina di Coral Key.
Un film per bambini che piace molto agli adulti, fa sognare e desiderare una vita in riva al mare.
Una storia rimasta come pietra miliare nel mio cammino, come un altro film e serie televisiva nata 1977, “L’uomo di Atlantide” (Man from Atlantis) uscito in Italia nel 1980.
E’ la storia di un sopravvissuto di Atlantide, il continente perduto, dotato di super poteri tra cui la possibilità di respirare sott’acqua e di potersi immergere a profondità abissali.
Spesso, quando ho la possibilità di nuotare imito il suo stile, l’ho sempre fatto da allora.
Alterno la rana subacquea, stile per eccellenza nelle apnee in piscina, a quel movimento ondulato del corpo con le braccia lungo il busto e le gambe unite.
A scuola mi chiamavano Flipper o, appunto, uomo di Atlantide e io ne andavo fiero.
Fine anni novanta arrivarono due delfini umani, Umberto Pelizzari da Busto Arsizio e Pipin Ferreras da Cuba, che si sfidavano a vicenda oltre che se stessi.
Inventarono il “No Limits”, un modo di scendere in apnea con una zavorra a piacere e risalendo attaccati ad un pallone.
-50 Maiorca -100 Mayol -150 Pelizzari
Dopo Enzo Maiorca, che fu il primo uomo al mondo a raggiungere in apnea i cinquanta metri di profondità e Jacques Mayol, primo a raggiungere i cento metri sotto il livello del mare, Umberto conquistò il record di centocinquanta metri.
Nel 2001, affascinato dalle sue imprese, organizzai una serata pubblica incentrata su di lui, sulle sue imprese da record e lo invitai per presentare i suoi recenti record.
Fu quello il giorno in cui ci conoscemmo di persona.