I freni a disco sono ottimi, a parte quando non frenano

I freni a disco sono ottimi, a parte quando non frenano
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I freni a disco sono ottimi, a parte quando non frenano“.

È Simon Pellaud ad affermarlo, corridore professionista dell’Androni Giocattoli, caduto durante il Giro dell’Emilia.

Chiede a tutti: quale è la peggiore fobia di un ciclista? Ritrovarsi senza freni in discesa.

La rovinosa caduta fortunatamente si è risolta con un paio di denti rotti e qualche botta.

La questione freni a disco si, freni a disco no durerà ancora molto.

Vi chiedo però un atto di fiducia nei miei confronti, vi racconto solo la verità.

Non sono pochi i professionisti che, lontano dai riflettori, dicono chiaramente che con i dischi hanno più problemi che vantaggi.

Forse è solo una impressione personale ma potrebbero anche avere ragione.

Il ciclismo è businnes, gli atleti firmano un contratto e parlano alle telecamere dicendo ciò che prevede quel documento.

Lontano da queste dicono ciò che pensano veramente.

Cosa accade veramente? Il brake fade, che indica un repentino abbassamento della resa dei freni a disco.

Il brake fade è dovuto all’aumento enorme della temperatura delle parti frenanti. In conseguenza di questo surriscaldamento avvengono delle modificazioni nei materiali dei componenti coinvolti.

Di norma l’impianto frenante gestisce alla perfezione questo aumento della temperatura ma non sempre tutto coincide al meglio.

Insomma, i freni a disco vanno bene ma non sono, secondo me, la rivoluzione tecnologica travolgente, la vera innovazione del ventunesimo secolo.

Leggetevi anche questo articolo di BikeItalia.

Segue il post Twitter originale di Simon Pellaud:

“Effectivement un beau chantier! Rien de cassé (sauf 1-2 dents) mais la plus grosse frayeur de ma carrière!
La pire phobie du cycliste?? Se retrouver sans freins en pleine descente ☠️ Les disques c’est top sauf quand…. ça ne freine pas!
Merci pour vos messages 🙏🏻”.

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