Jacopo Mosca, giovane piemontese di Osasco, non lascia mai nulla di intentato e quando ha il via libera cerca il podio.
Dopo Cesenatico, Memorial Pantani, altri due quarto posto per Jacopo, rispettivamente alla Coppa Sabatini e al Giro dell’Appennino.
E’ evidente che il giovane piemontese è in gran forma e in bicicletta ci sa andare alla grande.
Il suo spirito combattivo e la dedizione alla causa è arcinota ed è almeno un passo avanti a molti altri connazionali.
Nonostante la sua stagione sia stata sempre all’attacco e non siano mancati buoni risultati, il CT Davide Cassani non lo ha incluso nella rosa dei tredici prescelti per il mondiale su strada di Imola.
All’indomani del giro dell’Appennino il CT fa una ulteriore scrematura, lascia a casa Moscon, Formolo (infortunato) e Colbrelli.
Gianni Moscon quest’anno non si è proprio visto, salvo qualche breve uscita dal gruppo proprio domenica scorsa.
Jacopo Mosca, invece, dopo aver lavorato per il suo capitano Vincenzo Nibali e per Brambilla, ha fatto la volata in quel di Genova, conquistando la quarta piazza.
E’ rimasto giù dal podio per pochi centimetri, l’avrebbe meritato tutto quel gradino.
Sarebbe stato veramente bello vederlo correre domenica a Imola, un uomo come lui non dovrebbe mai mancare in un team.
La convocazione se la meriterebbe davvero, è l’uomo più in forma in questo momento.
Forse Davide Cassani ritiene il percorso del mondiale non adatto a Mosca?
Forse ha ragione lui.
L’ho visionato, l’ho percorso tutto, dentro e fuori dall’autodromo, vi sono delle salite belle dure, soprattutto l’ultima.
Loro le affronteranno ben nove volte e chissà a che media, non sono impossibili ma peseranno nelle gambe dopo tanti chilometri.
Anche le discese non sono semplicissime, le strade strette, le molte curve e i dossi le rendono complicate.
Il circuito di Imola è tanto affascinante quanto impegnativo.
Jacopo, sappiamo bene che non è uno scalatore, ma su queste rampe non rimarrebbe di certo indietro, lavorerebbe di certo per il suo capitano dando cuore e sudore sino all’ultimo.
Davide Cassani conosce bene Jacopo, l’ha convocato più volte, sicuramente si saranno parlati.
Non ci resta che fare i nostri migliori auguri a tutto il team azzurro.
La storia
Era il 7 gennaio 2019 quando scrissi l’articolo Un team per Jacopo Mosca.
Il forte giovane corridore di Osasco, a fine 2018, fu scaricato dalla Wilier Triestina di Angelo Citracca ed era rimasto senza ingaggio.
Jacopo non si scoraggio e continuò comunque ad allenarsi in terra ligure. A febbraio la chiamata di un team continental gli ridà una bici per gareggiare.
Ad agosto 2019 la Trek Segafredo lo arruola e lo manda alla Vuelta, al giro dell’Emilia e ad altre gare di grande rilievo.
Ed ecco il 2020, l’anno intero in World Tour.
Dopo un duro lavoro invernale, inizia la stagione di gare a supporto della squadra e delle vittorie del compagno Moschetti.
Sul più bello la stagione viene bloccata, tutti in casa per per il covid-19.
Arriva agosto e si torna in corsa anche se a porte chiuse.
Ed ecco che Jacopo si mette in mostra al Trittico lombardo, alla Milano-Torino sotto il diluvio, alla Milano-Sanremo sulla Cipressa e prima del Poggio.
Oggi, al Gran Piemonte, Jacopo è stato a lungo davanti al gruppo per portare al successo i suoi capitani, Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone.
Jacopo a tirare, Jacopo a scattare, Jacopo a salutare a 10 km dall’arrivo.
Jacopo, prima che ciclista è un grande uomo, un attaccante nato. Sa chi è, sa quali sono i suoi punti di forza e i suoi limiti.
È un uomo che ha desiderato, voluto, perseverato e lottato per correre in bici, un uomo che ama questo sport, questa professione, ci ha creduto anche quando erano pochi a farlo.
Il suo principale talento? Il suo grande cuore, il suo amore per quello che fa e per come lo fa.
Il secondo? Serietà e professionalità e la voglia di imparare che nasce anche dalla sua umiltà.
Jacopo ha una grande famiglia che lo supporta, mamma Claudia e papà Valter, due splendidi fratelli e la sua ragazza
Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti, ed è una amicizia che mi ha arricchito molto.
Non diteglielo, ma tifo sportivamente per lui.
Quando seguivo l’allora team Wilier Triestina, avevo visto in quel ragazzo qualche cosa dj speciale, era il cuore a parlarmi e lui non mente.
Jacopo Mosca forse non vincerà mai una Milano-Sanremo (non è detto) ma, carissimi giovani, da lui potete imparare molte cose importanti per la vostra vita.
La dedizione, l’amore per il sacrificio e il lavoro duro, il credere ai propri sogni anche quando nessuno lo fa e sembrano irrealizzabili.
Potete imparare da lui che non conta solo vincere ma anche essere fondamentali per la Vittoria del tuo compagno.
Senza di te l’altro, probabilmente, non sarebbe il campione che è.
Per farvi capire meglio vi vorrei far ricordare l’azione di Michele Scarponi che attese Vincenzo Nibali su quei passi di montagna.
Michele fu fondamentale per la Vittoria di Vincenzo e lo Squalo lo sa bene.
Lavorando al servizio della squadra e per i compagni arriverà anche il suo momento.
Avrà anche lui la sua carta da giocare, il suo giorno speciale.
Jacopo, non dimenticare mai chi sei e da dove vieni, così facendo non sbaglierà mai direzione.
Ed è stato fantastico ilmlavoro svolto dal ciclista piemontese anche ai campionati italiani di ciclismo in Veneto.
Ha lavorato tutto il giorno per la squadra andando in fuga e rimanendo quasi sino alla fine.
Jacopo ha fatto.il suo dovere e anche qualche cosa di più. Una volta ripreso si è messo a tirare in testa al gruppo sino a pochi chilometri dal traguardo di Cittadella.
FORZA JACOPO MOSCA!!!