Giorni unici che si ripetono

Eugenio Giorni unici
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Giorni unici che si ripetono, questo è il Compleanno per ognuno di noi.

Oggi tocca a me e so benissimo di non essere il solo.

E’ un anno in più, certamente, un anno vissuto con molte difficoltà, un anno unico per il mondo e per ciascuno di noi.

Noi che lo formiamo, il mondo, come cellule di uno stesso corpo.

In un quark, in un istante fine e inizio coesistono. Il secondo prende il posto del primo senza interruzioni, senza fratture, senza alcuna discontinuità. Un giorno, 24 ore, 1440 minuti, 86400 secondi sono un nulla nell’infinito dei tempi ma non per la nostra breve vita.

Eppure la personale consapevolezza di questo atomo di tempo, cambia qualche cosa in noi ogni anno.

E’ doveroso ripensare al passato, un po’ più difficile è pensare al futuro soprattutto sotto la coltre oscura dei nostri mali, di quelli comuni e della pandemia che, in un certo qual modo, ci dovrebbe far sentire più uniti.

Nel mio libro, in quarta di copertina , ho scritto che “In una goccia vi è la memoria della sorgente, la consapevolezza della foce e la storia di tutto il cammino”.

In questa giornata dovremmo, io lo sto facendo, ricordare da dove veniamo, verso quale mare stiamo andando e come stiamo viaggiando.

Non giudico nessuno, non voglio ferire nessuno ma non posso altro che ringraziare Dio che mi ha voluto e i miei genitori che mi hanno messo alla luce. Non è stata per niente facile per me la convivenza con loro, sicuramente colpa mia, ma non smetterò di ringraziarli per non avermi abortito.

Da quel giorno, ero quattro chili e tre etti, non è stato per nulla un gioco: nasci piangendo e in quel momento non sai assolutamente che quella è solo la prima volta.

Da quell’istante tutto è “la prima volta“.

Non sono tanti ma un bel po’ si, parliamo di 1 miliardo 639 milioni 872 mila secondi (stanno aumentando), di cui 1 miliardo 009 milioni 152 mila secondi con la stessa donna.

Un continuo susseguirsi ed alternarsi di gioie, dolori, passioni, delusioni, feste e pianti (quanti!): una vita normale in tutto e per tutto.

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, che novità! Tutta la vita è così, si può solo andare avanti mantenendo l’equilibrio spesso precario.

Quante volte mi son sentito solo e mi sento solo in mezzo alla gente, quante volte non ho potuto condividere le mie immensità dell’anima. Quante volte sono stato malato e non ho ricevuto alcun messaggio. Quante persone ho incontrato in tutti questi secondi che sto vivendo: vi ringrazio tutti.

Le prime righe del mio umilissimo quanto verissimo testo (garantisco io) parlano proprio del Tempo:

Pensare al futuro mi fa un po’ paura e non dovrei averne, non dovremmo averne.

Il passato invece tenta di condurmi ad uno stato di angoscia, ci sono molti bei momenti da ricordare ma anche tanti lunghi periodi di sofferenza che a ripensarli si rinnovano.

Il quark temporale, quell’infinitesimo di esistenza che congiunge il futuro al passato e che chiamiamo impropriamente presente, quello sì che è fantastico, quello sì che mi affascina.

Quel preciso istante, questo preciso istante lo voglio vivere intensamente, al cento per cento. Non parlo certo di sballo, di imbottirmi di droghe o di alcool, nemmeno di salire in macchina e lanciarmi ai duecento all’ora per qualche piccola strada tortuosa.

Questo non è vivere, è l’esatto opposto. Vivere questi istanti al cento per cento per me è immergermi nel creato con consapevolezza. È amare quel momento e qualunque creatura che in quel quark di tempo mi appare.

È assaporare, guardare con gli occhi dell’amore puro, l’Agape, che nulla chiede ma tutto da. È gustare l’aria, la brezza, il sole e la pioggia, la quiete e la tempesta, l’acqua e il deserto, i prati e le foreste, tutto il creato, tutto ciò che Dio ha fatto e ha donato ad ognuno di noi a cominciare dalla nostra stessa vita.

Conservare i frutti del passato e lasciare a Dio le preoccupazioni per il futuro per vivere con amore il presente, questo mi propongo perché questo è ciò che ritengo importante”.

Come tutti sapete, o quasi, le mie medicine più importanti sono il mare e le sue profondità e la bici rivolta verso le cime.

Amici ciclisti ascoltate il mio messaggio per voi, fate come me, io “Mi alzo sui pedali, guardo negli occhi la salita e non penso a quanto sarà dura, non penso a cosa accadrà dopo un istante o dopo un’ora, non penso nemmeno alle salite che ho già percorso e mi concentro per fare ancora un giro di pedali, un altro e un altro ancora“.

A voi amici amanti del blu profondo, dico che “molti sono i tuffi, le immersioni profonde che ho fatto nelle vicende umane. Sul pelo dell’acqua si può anche galleggiare e farsi trasportare senza fatica, può essere bello, affascinante ma andare in profondità è tutta un’altra cosa. Richiede impegno psicofisico e volontà e per questo tante persone si fermano o restano in barca“.

Non c’è sport che sia solo sport, né passione che sia solo passione. Tutto è interconnesso, tutto insegna, tutto educa. L’importante e nutrirsi di cibo buono.

Grazie a tutti per avermi dedicato qualche quark del vostro tempo!

E se vi va… comprate il mio libro Storie d’Amore che non interessano a nessuno.