Bicisport ha intervistato telefonicamente Luca Scinto, riportiamo di seguito le sue parole relativamente alla partenza di Giovanni Visconti.
Ecco quanto ha detto:
«A prescindere dal rapporto che ho con Giovanni e dal bene e dall’affetto che provo per lui come persona, non sono stupito da quello che è successo. Questi sono i fatti: lui ad agosto pretendeva il rinnovo del contratto agli stessi soldi che prendeva quest’anno e a 38 anni non puoi dargli tutti quei soldi. Noi a quella cifra abbiamo detto di no. Poi lui dalla Bardiani ha accettato un contratto nettamente inferiore, ma è una scelta sua, non è un problema nostro. Mi spiace che sia andato via, sarei stato contento se avesse finito la sua carriera con noi, ma le sue pretese ad agosto erano esagerate sia per l’età che per la squadra. Poi Reverberi non lo avrebbe mai preso a quelle cifre, lo ha anche detto durante il Giro davanti a tutti, non lo può negare. E invece lo ha preso lo stesso. Auguro tutto il meglio possibile a Giovanni ma questa è la verità. Giovanni voleva una cifra esagerata e poi è andato a correre con un’altra squadra a una cifra molto più bassa. Probabilmente vede un futuro con loro anche dopo il ciclismo, magari con la Cipollini. Credo che Federico Zecchetto ci abbia messo lo zampino. Giustamente, da imprenditore ha fatto un ragione giusto scegliendo un corridore importante per affrontare il rientro delle sue bici in gruppo. Mi spiace umanamente, però se due persone non trovano un punto di incontro relativo a questioni di budget succede così. Già i soldi che prendeva a 35/36 anni erano molti, certo è andato forte, e non posso che ringraziarlo per quello che ha fatto con noi, però non gli potevo dare la cifra che pretendeva. È giusto che abbia fatto la sua scelta, soprattutto se vede un futuro dopo le corse con la Bardiani e con la Cipollini. Mi sarebbe piaciuto vedergli finire la carriera con me e lavorare assieme a noi anche dopo, però è andata così e gli auguro il meglio a lui e alla sua splendida famiglia».
Giovanni Visconti, intervistato da bici.PRO invece afferma:
«Sarei rimasto con Scinto a vita – racconta – ma la realtà è che non ho mai ricevuto proposte di rinnovo. Rischiavo di smettere di correre e questa cosa non riuscivo a digerirla. Ovviamente quando è uscita la notizia che avevo firmato, qualcuno si è affrettato a dire che gli stessi soldi avrebbe potuto darmeli anche lui. So quello che lascio. So che in quella squadra ero il figlio prediletto, ma a 37 anni avevo bisogno di qualche certezza in più. San Baronto resta il posto in cui ho scelto di vivere e dove sto benissimo, ma il lavoro è un’altra cosa».
Dico solo, riguardo le certezze, che con quanto guadagnate in un anno, i più non li guadagnano in una vita, forse anche in due.
È una banalità forse, ma anche una verità.