Va sconfitto il virus criminalità organizzata con ogni mezzo legale
Solo con i mezzi della legalità, forte, decisa, a pugno duro si può e si deve sconfiggere la criminalità. Non dobbiamo diventare come loro per combatterli.
Guardate la situazione in Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Lazio ma anche in Lombardia e Veneto. La pandemia sta mettendo in risalto molte situazioni critiche di malaffare.
Anche al nord c’è e fa grandi affari interagendo troppo spesso con alcune persone nelle istituzioni locali.
Se ne parla poco ma a Venezia si sta svolgendo un maxi processo con più di 70 imputati. Vi sono coinvolti camorristi legati ai Casalesi e membri delle istituzioni venete e di stato.
(11 novembre, arrivate le prime condanne per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. 3 anni e 3 mesi all’ex Sindaco di Eraclea Graziano Teso)
Purtroppo, ed è gravissimo, la storia e l’attualità ci insegnano che c’è una continua relazione tra politica e criminalità organizzata.
Aver sciolto il “pool mani pulite” dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, è uno dei tanti esempi di Stato che usa la mano moscia contro la criminalità. Perché lo fa? Perché fa il contrario di ciò che logica indurrebbe a fare?
Nuccio Azzarà, sindacalista UIL di Reggio Calabria, a “Non è l’Arena“, chiede al generale Saverio Cotticelli (ex commissario alla Sanità calabrese) se sapeva che “gli hanno accollato anche il debito di 1 miliardo di euro relativo all’ASP di Reggio Calabria“.
Specifica che sul bilancio regionale calabrese grava questo fardello di 1 miliardo. Dice anche che mancano, sempre nella stessa ASP, i bilanci dal 2014 ad oggi e che, legata a tale voragine, aleggiano sospetti sulla morte di Consolato Campolo “che non si sa se è morto o se è stato assassinato“.
Conclude Azzarà dicendo che “questa è la storia della sanità calabrese, una storia di ‘ndrangheta e massoneria“.
I barconi sono parte integrante del sistema criminale
La guerra mediatica mossa contro gli extracomunitari è disumana, violenta, stupida.
Talmente tanto da venir aggredito persino il Papa e la sua enciclica “Fratelli tutti“.
In quel testo Francesco scrive che «(227) la verità è una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tutt’e tre unite, sono essenziali per costruire la pace e, d’altra parte, ciascuna di esse impedisce che le altre siano alterate. La verità non deve, di fatto, condurre alla vendetta, ma piuttosto alla riconciliazione e al perdono. Verità è raccontare alle famiglie distrutte dal dolore quello che è successo ai loro parenti scomparsi. Verità è confessare che cosa è successo ai minori reclutati dagli operatori di violenza. Verità è riconoscere il dolore delle donne vittime di violenza e di abusi. […] Ogni violenza commessa contro un essere umano è una ferita nella carne dell’umanità; ogni morte violenta ci “diminuisce” come persone. […] La violenza genera violenza, l’odio genera altro odio, e la morte altra morte. Dobbiamo spezzare questa catena che appare ineluttabile»
E’ gravissimo poi, che in questi sistemi denigratori, in queste campagne mediatiche razziste, vi siano attivisti rappresentanti delle istituzioni.
E recentissima la notizia dell’arresto di 8 persone a La Spezia, per caporalato e sfruttamento della manodopera straniera. (Leggi fonte)
A cosa servono gli extracomunitari? Non dovrebbero certo fare da schiavi a imprenditori bianchi per costruire Yacht per potenziali altri schiavisti.
Qualche italiano vuole lavorare al posto loro, con la loro paga e per le stesse ore?
Non voglio provocare ma indurre a ragionare di testa non di pancia.
Quelli che agiscono in questo modo, non sono criminali sono criminali organizzati, ci vuole un sistema articolato per realizzare profitto nell’oscurità in pieno giorno.
Invece di attaccare i poveri cristi che sbarcano, quelli che arrivano via terra e anche quelli che se ne vanno, italiani compresi, perché non ci si rivolta con forza contro tutti coloro che lucrano sfruttando l’altrui disperazione?
Non ci accorgiamo che al centro mettiamo sempre il denaro? E’ raro vedere la massa che se la prende con un extracomunitario ricco. E’ forse un cellulare nuovo più importante di una vita umana?
In Italia c’è la criminalità organizzata e c’è la schiavitù.
Punto per punto
punto 1: l’Italia appare una repubblica in mano alle mafie;
punto 2: i dottori dovrebbero lavorare in ospedale non essere in TV a cercar fama per, forse, aumentare il costo delle loro visite private;
punto 3: se in una Regione la criminalità è punto di riferimento più dello Stato, le sue cariche politiche con che voti sono arrivate al potere?
punto 4: i consensi fanno l’eletto, chi eleggono i criminali? non certo chi gli fa la guerra.
Sono ragionamenti intelligenti di persona ignorante quale sono.
Emergenza
Siamo il paese delle emergenze anche perché in tempo di pace, invece di organizzarci e attrezzarci, pensiamo che mai nulla capiterà e rimandiamo.
La criminalità no! Lei non rimanda, tantomeno quella organizzata. Nel caos fa affari!
Individualismo, egocentrismo, ci manca totalmente il concetto, il valore di comunità. Manca la percezione che, in una società, ogni mia azione si ripercuote su tutti.
Piccola o grande che sia, non è mai fine a se stessa. Ogni mio gesto, azione, omissione modifica la situazione globale.
Ecco che una mascherina non messa mi può far ammalare, può far ammalare la persona prossima, mi porta ad occupare un letto di qualche altro. Una mascherina abbassata può comportare spese sanitarie che gravano sulla comunità, spese di bonifica a carico della collettività.
La Sanità è sempre stata un mare di quattrini e le mafie vanno dove ci sono i soldi. Quando lo prosciugano ne cercano altri.
La Sicilia ha dato vita alla privatizzazione aprendo decine di centri di cura convenzionati: paga lo stato incassano i privati.
A Vibo Valentia 25 anni fa hanno posato la prima pietra di un ospedale mai costruito, i soldi dove sono finiti?
Anche al nord, soprattutto in Lombardia, tagli su tagli ai posti letto e al personale della sanità pubblica hanno spostato le risorse verso le strutture private.
Altra grande fonte di business sono le cosiddette case di riposo, ora in prevalenza private.