“Non è una questione economica, ma di progetto e di programmazione” ha detto Fabio Aru al microfono di Rai Sport, “deve esserci un cambiamento… Mi sono voluto prendere tutto il tempo necessario“.
Ritengo Vini Zabù il team ideale per questa fase della vita professionistica di Fabio Aru.
Ha incassato i NO di molti team, ultimo in ordine di tempo quello dell’Astana che lo aveva scoperto e portato a grandi livelli.
Il team kazako, che dal primo gennaio cambierà nome in Astana Premier Tech, punta sui giovani.
Fabio Aru dovrebbe dimenticarsi per un po’ chi è stato e concentrarsi su chi vuole tornare ad essere.
Deve dimenticarsi il suo precedente guadagno, 2,6 milioni di euro e pensare a correre, a vincere di nuovo. Non sarà un anno a reddito ridotto a compromettere le sue finanze.
Fabio Aru dovrebbe lasciarsi dietro ogni appellativo, non pensare più al cavaliere dei quattro mori. Deve considerarsi di nuovo un puledro che deve crescere per tornare grande.
Alla corte di Luca Scinto potrebbe trovare l’ambiente giusto per ripartire da 3, per parafrasare il grande Massimo Troisi.
Sembra sia stato contattato dalla Ntt ma non credo sia quella la strada gusta.
Fabio Aru potrebbe essere un gioiello opacizzato o una patacca di latta.
Ripartendo da una professional di spessore dimostrerebbe di essere capace di umiltà, di essere concentrato nel togliere l’opacità dal metallo prezioso.
Andare in un team world tour potrebbe lasciarlo nell’ombra e far pensare alla patacca.
Un esempio di semplicità ed umiltà la può trovare in un giovane che Luca Scinto conosce bene, Jacopo Mosca. Pur di non smettere di inseguire il suo sogno, dalla Wilier Triestina Selle Italia, dopo mesi senza ingaggio, è entrato nelle fila di una continental.
Da li è ripartito e il 2021 sarà il suo terzo anno in Trek-Segafredo. Quest’anno ha corso una bellissima stagione da gregario di lusso, sfiorando il podio per ben 4 volte.
C’è molto da imparare da tutti.
Non vedo l’ora di applaudire Fabio a braccia alzate al traguardo.
Aru? Ascoltami, ascolta il signor nessuno che ti parla.
Il Giro d’Italia
Aru vuole il Giro questa è una costante nei suoi progetti e può essere una discriminante per i team che lo vogliono.
Come ben sappiamo le professional partecipano su invito di RCS e, stando al regolamento attuale, i posti a disposizione sono sempre meno.
Tutto si sta evolvendo, sulla stagione 2021 non vi è alcuna certezza, tra gli avversari ce n’è uno difficile da combattere: il covid-19.