«Più veicoli elettrici costruiamo, peggiore diventano le emissioni di anidride carbonica»
Lo ha affermato Akio Toyoda, presidente della Toyota, che sostiene senza mezzi termini, che «l’attuale modello di business dell’industria automobilistica rischia di crollare se il settore passerà ai veicoli elettrici troppo in fretta».
Il futuro è l’auto elettrica ma arrivarci troppo in fretta potrebbe costare caro. Se tutte le auto fossero elettriche le città subirebbero continui blackout.
La corrente elettrica prodotta non basterebbe a soddisfare la richiesta.
Come viene prodotta? Principalmente attraverso il carbone e peteolio, materiali fortemente inquinanti.
«il Giappone resterebbe senza l’elettricità durante il periodo estivi…. per disporre di un’infrastruttura capace di supportare una flotta di veicoli elettrici al 100% il costo per il Giappone sarebbe tra 135 a 358 miliardi di dollari. E poiché la maggior parte dell’elettricità del Paese viene generata bruciando carbone e gas naturale, non si tratta di un aiuto per l’ambiente».
Perché sia efficace la politica delle auto elettriche è necessario convertire le centrali a energia fossile a fonti rinnovabili ecologiche.
Bisogna poi ridurre i costi delle stesse, 30/35 mila euro sono troppi per un potete di spesa medio di 8 mila euro.
È la Cina a controllare le materie prime. Le batterie necessitano di cobalto, nichel e litio.
La Cina ha in concessione quasi il 90% dei giacimenti mondiali e controlla anche il know how del processo industriale.
Pechino ha colonizzato il Congo, che è il più grande produttore di cobalto al mondo, e strappato contratti decennali di sfruttamento anche in Sud America.
È la Cina a controllare la produzione dell’auto elettriche.
Ce molto da fare affinché le auto elettriche diventino la vera rivoluzione ecologica.
Ora come ora si sposterebbe la fonte di inquinamento dalle città alle periferie industriali.
Ora serve l’ibrido, in questa fase di transizione, non si può spostare tutto sul full electric.
Siamo ancora in alto mare