La copertina del nuovo libro di Umberto Pelizzari è pronta. È un libro motivazionale “CON LA FORZA DEL RESPIRO, dal fascino dell’apnea alle sfide della vita”, edito da Sperling & Kupfer.
Sarà in vendita dal 26 gennaio 2021 e in preorder dal 16 gennaio.
“Non è nè un manuale, nè un libro tecnico: ho voluto raccontare l’Apnea come una metafora di vita, parlando di come, dietro ogni traguardo importante, ci siano un lavoro di squadra incredibile, determinazione, dedizione al lavoro, spirito di sacrifico, capacità ci adattarsi ad un imprevisto o ad un problema che non poteva essere previsto, con un continuo parallelismo tra il mondo acquatico e la nostra quotidianità.
Spero vi piaccia!“. Umberto Pelizzari
Marco Rizzo, foto di copertina, scattata a Y-40 The Deep Joy.
In attesa di leggere il nuovo testo, voglio raccontarvi Umberto attraverso sue riflessioni, alcune delle quali tratte da un libro diventato un Best Sellers tra gli apneisti e subacquei in genere: Profondamente.
🇮🇹 Il racconto dell’incontro con Jo-Jo. Tratto da “PROFONDAMENTE”, edit @iIdelson Gnocchi
“…È nel 1991, al mio ritorno dalle Maldive, che mia madre si rende conto veramente che la mia vita sarà diversa da quella che lei ha immaginato e sperato. Niente informatica, né giacca e cravatta. Solo mare. E ripetuti tentativi di superare me stesso, spingendomi sempre più in profondità: non per collezionare record fini a se stessi, ma per approfondire il rapporto fisico e spirituale con il mare. Mia madre è sempre molto preoccupata. Ogni volta che mi vede uscire con la sacca in spalla per un allenamento si mette a pregare, anche se vado soltanto in piscina.
Riparto per Turks and Caicos, un arcipelago a sud delle Bahamas di cui Mayol mi aveva molto parlato descrivendomi i pescatori di aragoste che vivono su quelle isole.
Lì l’apnea significa pace e libertà. Il delfino, animale non a caso considerato sacro dagli antichi, incarna più di ogni altro abitante dei mari questi ideali. Lì conosco Dean Barnal,
il “ragazzo delfino” che si prende cura di Jo-Jo, un delfino selvaggio, ma a volte disponibile al contatto con gli esseri umani. Dean mi propone di immergermi con il “suo” delfino, un’esperienza per me nuova ed entusiasmante. Andiamo al largo, in mezzo all’oceano, e Dean, agitando una catena nell’acqua, comincia a chiamare Jo-Jo. Io sono scettico, ma dopo un quarto d’ora ecco che il cetaceo arriva. Ho un tuffo al cuore. Mi preparo, chiedo a Dean come devo comportarmi: «Non badargli», mi spiega. «Fai tutto quello che faresti in un normale allenamento, e vedrai che a poco a poco lui si avvicinerà.» Succede proprio così, ma non appena volto la testa per guardarlo, Jo-Jo si allontana veloce battendo ampi colpi con la coda orizzontale. Torno tutti i giorni in mare con l’idea fissa di trovare Jo-Jo e restare il più possibile con lui. All’inizio i risultati non sono entusiasmanti: mi sembra di essergli assolutamente antipatico perché, ogni volta che cerco di avvicinarlo, lui, insofferente, si gira e se ne va. Io, però, non mi rassegno e dopo qualche giorno le cose iniziano ad andare meglio. In capo a tre settimane Jo-Jo diventerà il mio fedele e inseparabile compagno d’immersione: mi conosce, mi riconosce.
Al mattino molto presto, quando corro lungo la spiaggia per allenarmi, lui segue le mie falcate nuotando a poca distanza, un po’ più al largo. Quando, terminata la corsa, mi tuffo per cominciare una lunga nuotata, lui nuota accanto a me, alla mia ridicola velocità umana.
Spesso con Jo-Jo raggiungo a nuoto il vicino isolotto di Pine Cay. Lì ci aspetta Tuffy, un cane bellissimo: appena ci vede arrivare, si getta in acqua e gioca con noi. Jo-Jo, con il suo potentissimo “naso”, senza fargli del male, sospinge in alto Tuffy, il quale dopo un paio di giravolte in aria ripiomba nell’acqua e, per vendicarsi, morde delicatamente la pinna dorsale al delfino. L’amicizia tra Jo-Jo e Tuffy durava da molto tempo prima del mio arrivo sull’isola e da che io mi sono unito a loro, si sono subito adattati alla nuova situazione. Nuotare con quei due animali, o anche solo osservarli nelle loro evoluzioni, mi dà emozioni fortissime: mi sento perfettamente integrato nell’ambiente, veramente libero, nella natura.
Dean mi vieta assolutamente di portare del cibo a Jo-Jo. Sostiene, e a ragione, che la relazione di quel delfino con l’uomo deve mantenersi di pura amicizia e fiducia, senza essere motivata da altri interessi. Un giorno, però, trasgredisco la regola. Sto facendo una serie di “sommozzate” lungo una parte di reef, quando scorgo un’aragosta fuori dalla tana. La catturo, la spezzo e la do da mangiare a Jo-Jo come premio per tutti quei momenti magnifici che mi ha fatto vivere fino a quel momento. Quel “balordo” di un delfino per tutto il resto della giornata non fa altro che chiamarmi: mi tocca con il “naso”, mi indica con la testa di seguirlo e poi mi guida all’imboccatura di tane tutte stracolme di aragoste, nella speranza che ne catturi ancora per offrirgliele.
Jo-Jo diventa presto anche molto geloso di me. Quando, durante le mie apnee in mare aperto, qualche pesce di grossa mole
– come barracuda, squali o tartarughe – mi si avvicina incuriosito, lui parte deciso a colpi di rostro contro il malcapitato, finché con le sue possenti “nasate” non riesce ad allontanarlo. Poi torna da me con aria fiera e piena di orgoglio, mi guarda attraverso la maschera, si gira a pancia in su e non riprende la posizione normale finché non lo accarezzo affettuosamente. Il giorno dell’ultimo allenamento, alla vigilia della partenza da Turks and Caicos, sono comprensibilmente triste. Ho la netta sensazione che Jo-Jo si sia reso conto del mio stato d’animo. Quando, dopo l’ultima immersione fatta insieme, mi avvio nuotando verso la barca che mi ricondurrà a terra, e poi via per sempre, il delfino mi spinge con colpi di “naso” nella direzione opposta, tentando di impedirmi di raggiungere l’imbarcazione, quasi sapesse che, una volta salito a bordo, mai più mi avrebbe visto. Se qualcuno mi avesse raccontato una storia del genere, non avrei potuto credergli. Eppure a me è successa, e mi ha procurato una commozione indicibile: favole come questa possono diventare realtà per chi sappia abbandonarsi alla natura del mare…”
🇮🇹 Completamente rilassato, abbandonato all’acqua che mi circonda, cercando di capire solo quello che mi dice il mio corpo e ascoltando il mio battito cardiaco che rallenta progressivamente!
🇬🇧 Completely relaxed, left to the water that surrounds me, trying to understand only what my body tells me and listening to the heartbeat that gradually slows down!
Photo by Fabio Ferioli at Y-40 The Deep Joy
🇮🇹 “Quando sono immerso nell’acqua, si verificano fenomeni straordinari che hanno ripercussioni a livello fisico e mentale. L’acqua diventa qualcosa di magico: so di essere un uomo, di dover respirare, ma riesco a non avvertirne il bisogno.” Tratto da PROFONDAMENTE, la mia autobiografia.
🇬🇧 “When I dive deep, extraordinary phenomena happen and they have consequences on both a physical and mental level. The water becomes something magical: I know that I’m I must breathe, but I manage not to feel this need”. From DEEPLY, my autobiography.
Photo by Jon Borg
🇮🇹 “…Laggiù, in fondo al mare, resto a guardare le mie emozioni, che si fanno decise e trasparenti come un mondo d’acqua. Mi lascio colmare e ogni cosa mi appare in un’intensità semplice e spontanea…” Da PROFONDAMENTE, edit Idelson Gnocchi
🇬🇧 “…In the water I let myself observe my feelings, which intensify and become transparent like a world of water. As this world fills me, everything appears to me with an intensity that is both simple and spontaneous…”. DEEPLY, edit. Sergio Hanquet
🇮🇹 “…Divengo un tutt’uno con il mare. So di essere un uomo che deve respirare, ma sento di non averne bisogno…”. Da ‘PROFONDAMENTE’, editore Idelson-Gnocchi.
🇬🇧 “…I become a single entity with the sea. I know that I am a man that needs to breathe but I feel that I don’t need to…”. DEEPLY, editor Idelson Gnocchi.
photo by Jon Borg
🇮🇹 L’apnea sui relitti è un’esperienza speciale. A volte sembra quasi che i relitti riprendano vita è ti raccontino la loro storia nel silenzio ed oscurità delle sue stanze vuote.
🇬🇧 Diving in a sunken wreck is a special experience. Wrecks sometimes seem to come alive, and tell their stories to you, but in the silence and dark of their empty rooms
Photo Vincent Tsang
Vorrei invitarvi a guardare un piccolo video tutto blu… grazie per l’attenzione.