Le parole del giudice dicono che “è provato che la manipolazione delle provette, che lo scrivente ritiene provata con alto grado di probabilità razionale, avrebbe potuto avvenire in qualsiasi momento a Stoccarda come a Colonia, ove si è dimostrato esservi provette non sigillate, dunque agevolmente utilizzabili alla bisogna. E’ accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni d’urina prelevati a Alex Schwazer l’1-1-2016 siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati”.
Alex Schwazer fu trovato positivo nel 2012, lui stesso lo ammise, e una seconda volta nel 2016 ma da quel giorno, lui ha sempre negato di essere ricorso al doping.
Dopo 5 anni di agonia e carriera praticamente finita con danno di immagine incalcolabile, la sua innocenza è stata provata.
La Wada e Iaaf, organi che si occupano anche del ciclismo, ora sono accusate di “falso ideologico, frode processuale, falso ideologico finalizzato a coprire il precedente falso; falso ideologico, frode processuale e diffamazione”.
Non può che tornare in mente Marco Pantani e quella provetta del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio