Ho appreso dai social che la giovane Elena Franchi non sarà più in gruppo quest’anno. Prima di lasciarvi alla sua bellissima lettera di saluti e di ringraziamenti, vorrei narrarvi un mio ricordo recente di questa minuta e potente atleta che ho sempre ammirato e stimato.
Lei ha detto che ha vinto poco, fatto sta che sono felice di essere stato a Seren del Grappa quel 19 agosto 2019.
Se non ricordo male, quella rimarrà l’ultima volta che ha tagliato il traguardo da vincitrice. L’ho vista spuntare sull’erta finale in perfetta solitudine. Era una giornata particolarmente calda e lei, giro dopo giro, si è lasciata tutte alle spalle.
Poco dopo, mentre si allenava, è stata investita da un auto. In un primo momento sembrava aver accusato solo leggere escoriazioni e qualche botta ma, le analisi successive, furono molto più severe nel verdetto.
La incontrai con il braccio al collo sulle rampe del San Luca, si correva il Giro dell’Emilia e lei era li come spettatrice. Ci parlammo un po’ e le augurai di recuperare quanto prima. Fu un lungo periodo quello trascorso lontano dalle corse ma alla fine ritornò in sella.
Ha deciso di lasciare le Elite, posso comprendere senza difficoltà questa sua scelta. Vi lascio alle sue parole toccanti. Grazie Elena, hai dato un importante contributo allo sviluppo del movimento ciclistico femminile.
“Eccomi qua, arrivata al capolinea.
Esco a testa alta e fiera del mio percorso fatto.
In tanti mi avete scritto, chiamato e la solidarietà ricevuta in questi gironi è stata enorme e mi ha travolto in maniera positiva.
16 anni fa circa un compagno di classe mi prese allo sfinimento chiedendomi continuamente di provare ad andare alla scuola di ciclismo del paese per provare ad andare in bici …
Un amore a prima vista con il ciclismo, quella bici che quando salii feci ben pochi km prima della mia prima caduta ma con la pazienza dei miei primi allenatori che mi hanno poi sempre seguito in tutto il mio percorso, mi insegnarono le basi e mi avviarono a questo lungo viaggio.
A loro devo solo dire grazie per aver creduto in me, uno scricciolo che faceva fatica anche a finire le gare ma con una grinta che voleva spaccare il mondo.
Ricorderò sempre la Giordana una donna che ha dato tanto alla scuola di ciclismo del mio paese ,ora scomparsa da qualche anno, che disse: se cresce un po quella con la grinta che ha non la ferma nessuno.
Un enorme grazie a chi mi ha seguito poi nelle fila delle esordienti e allieve , una squadra femminile nata grazie a Mauro Veneziani , ricorderò per sempre la prima gara memorabile che rimarrà nei nostri ricordi come una di quelle avventure da raccontare quando si è anziani ai propri nipoti.
Non scorderò la mia prima compagna di questo lungo viaggio Debora Veneziani con cui ho condiviso gioie e dolori in anni molto importanti per la crescita di un atleta.
Grazie poi a tutti coloro che si sono presi cura di me in questi anni, meccanici, fisioterapisti, osteopati, psicologa sportiva, nutrizionista, direttori sportivi, accompagnatori e grazie anche a tutte le mie compagne di squadra… ognuno di voi mi ha lasciato tanto e mi ha fatto diventare la persona che sono ora, con tanti difetti ma con la testa sulle spalle. Un ringraziamento speciale e doveroso va a Manuela e Davide Lunardini , che dopo l’incidente del 2019 si sono presi cura di me con grande professionalità, facendomi recuperare in tempo record e col passare del tempo si è instaurato anche un bellissimo rapporto umano con loro.
Grazie a chi ha creduto in me, chi mi ha tifato, incitato e chi ha sempre avuto una bella parola da dirmi nei momenti difficili. Non scorderò mai nessuno di voi.
Ho vinto poco nella mia piccola carriera ma ora mi accorgo che la vittoria più grande è stato il viaggio affrontato.
Le persone a cui devo dire un grazie ancora più speciale sono stati i miei genitori e i miei fratelli, mi hanno permesso di portare avanti la mia passione, gioendo nei momenti di felicità e soffrendo nei momenti difficili con me.
Non mi sento in obbligo di dover dire il perché di questa decisione ma voglio solo dire che non c’erano più le condizioni per poter continuare e bisogna saper dire stop nel momento giusto.
Ora voglio inseguire la felicità e il benessere fisico e mentale che nell’ultimo periodo avevo perduto.
Il ciclismo è parte di me, scorre nel mio sangue, ma ora sento che l’ambiente delle Elitè non mi appartiene più.
Alle ragazze che inseguono un sogno in bici mi sento di dire di non mollare, di combattere e di aggrapparsi con le unghie e con i denti pur di raggiungere i propri sogni, sempre e comunque nel rispetto delle regole e dell’etica professionale.
È stato un lungo viaggio a dir poco stupendo.
Ora si apre un nuovo capitolo della mia vita e non vedo l’ora!!“