La fondazione antidoping indipendente creata dall’UCI nel 2008 (CADF) ha chiuso i battenti a fine 2020.
Al suo posto, da inizio anno c’è ITA (International Testing Agency). La sigla può trarre in inganno perché non è affatto una istituzione italiana.
ITA ha sede a Losanna ed ha assorbito 11 dipendenti del CADF, soprattutto, ha mantenuto le esperienze maturate dagli esperti del.precedente organismo.
ITA non è una nuova nata, sono anni che effettua controlli a sorpresa nei vari sport. Da questo ente, che non si occupa solo di ciclismo, co si aspetta una uniformazione delle regole antidoping.
Sul sito ufficiale di ITA si presentano così:
“Ci dedichiamo alla correttezza in tutti gli sport. La nostra visione è quella di essere l’organismo leader a livello mondiale per la fornitura di programmi antidoping indipendenti e trasparenti che aiutano a mantenere il tuo sport fedele ai suoi valori di integrità, sportività e correttezza“.
Non si tratta più di una questione interna del ciclismo internazionale, ora è un ente no profit indipendente ad investigare anche sulle due ruote.
Da oggi ci auguriamo che la piaga del doping si possa curare meglio.