Eugert Zhupa, nato il 4 aprile del 1990 a Rrogozhine in Albania, è stato un ciclista professionista. Molti di noi lo ricordano con la divisa giallo rossa della Wilier Triestina Selle Italia.
È cresciuto a Scandiano (Reggio Emilia) dove si è trasferito da bambino con la famiglia, diventato professionista nel 2015 ha corso per il team di Angelo Citracca e Luca Scinto sino al 2018.
Gli ho chiesto un suo pensiero sulla triste vicenda che ha colpito la Vini Zabù, a causa della presunta positività all’EPO di Matteo De Bonis.
E’ stato molto gentile, dal tono mi è apparso dispiaciuto e sconsolato, triste. Le sue prime parole sono state: “Cosa ne penso? Questo ragazzo non lo conosco personalmente ma è un perfetto… – ha citato un attributo maschile“.
Come biasimarlo? Come non rimanere feriti da certi comportamenti? Ha poi proseguito “Non so se ha mai vinto qualche gara nelle categorie giovanili. Probabilmente è passato professionista prendendo il posto a dei ragazzi più dotati e meritevoli di lui. Secondo me, a ventidue anni, i corridori d’oggi capiscono se il ciclismo fa per loro o no”.
E’ stato categorico, e lo sono pure io come lui, relativamente all’assunzione di sostanze dopanti:
I ciclisti, ha detto, “non devono cercare scorciatoie per arrivare a finire le gare cazzo, noi abbiamo sempre dato l’anima per questo sport – il ciclismo – provo odio per chi cerca quelle scorciatoie !!! “.
La Vini Zabù, dirigenti e Team per Eugert non hanno alcuna colpa: “Mi dispiace moltissimo per i ragazzi delle Vini Zabù, loro non centrano nulla con quel … e nemmeno i dirigenti
L’unica cosa che mi sento di dire loro – ai dirigenti – è che dovrebbero smettere di ingaggiare corridori che non hanno meriti e nessuna qualità e lasciare a casa corridori più meritevoli“.
Ci sta questo suo messaggio finale, è comprensibilissimo, lui avrebbe voluto continuare a correre.
Eugert Zhupa, a suo malincuore, ha dovuto rinunciare alla sua carriera da ciclista. Dopo che la Vini Zabù non gli ha rinnovato il contratto, non ha trovato un’altra squadra. Stava per diventare papà e da grande uomo responsabile si è fatto su le maniche ed ha fatto l’operaio all'”Ariostea“.
Oggi purtroppo, come tanti altri ragazzi è senza lavoro a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.
Nella sua carriera ha partecipato a ben 4 Giri d’Italia (2015, 2016, 2017, 2018) concludendoli tutti.
Nel suo palmares ha anche un cinquantesimo posto al Giro delle Fiandre nel 2017.
Ha gareggiato nelle prove a cronometro Elite in 3 campionati del mondo e in una prova in linea (2013, 2016, 2017).
E stato campione nazionale albanese sia a cronometro che in linea.
Negli anni precedenti ha gareggiato con i colori della Zalf Euromobil.
A settembre 2019 annuncia il ritiro dalle corse con la frase emblematica《Il sogno è finito》.
Secondo me, avrebbe meritato una buona opportunità, almeno un anno di contratto con un grande team World Tour, come è capitato a Jacopo Mosca. Un anno può essere poco ma può anche bastare per capire se c’è la stoffa per un buon vestito. Non è mai troppo tardi… Chiamatelo!!!
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