Il Parco del Delta del Po ci offre la possibilità di vedere angoli incantati, posti veramente unici al mondo e di pedalare sulla nostra fedelissima due ruote a motore umano lungo numerosi tracciati. Quest’oggi ve ne presento uno, forse tra i più conosciuti, ma non certamente scontato.
È un itinerario di circa 70 chilometri tutti pianeggianti.
Questo offre due varianti, una ciclabile con tratti sterrati da affrontare con Gravel, Mtb, e bici da turismo, è l’altra con bici da corsa su strada. Le vie sono affiancate, spesso coincidenti, accanto allo sterrato, infatti, corre la lunga lingua d’asfalto.

Almeno che non si giunga qui da casa propria in bici, vi è sempre l’esigenza di parcheggiare l’auto: un posto dove poterlo fare è nelle adiacenze del centro sportivo di Cà Tiepolo, Sp 38 o, in alternativa, presso il giardino pubblico “Lino Beccati”, poco distante da li.
Prima di partire Vi raccomandiamo sempre di fare massima attenzione e di rispettare scrupolosamente quanto previsto dal codice della strada. Non dimenticate mai di indossare il casco.
Siamo pronti? Abbiamo preso tutto il necessario? Usciamo dal parcheggio e ci dirigiamo verso Tolle. Appena fuori Ca’ Tiepolo, possiamo scegliere il tipo di strada adatta alle nostre ruote: se sottili rimaniamo sulla Sp 38, se da sterrato possiamo portarci lungo l’argine del Po di Venezia.
Lungo tutto il tragitto le cose principali da fare sono due: assaporare l’aria di mare e osservare la natura, la biodiversità di questa zona disegnata dai rami del Fiume Po.

Superiamo Tolle e raggiungiamo Scardovari, località che da il nome alla sacca e dove è ormeggiata una grande flotta di pescherecci. Questa frazione è famosa a livello internazionale per la molluschicoltura, in particolare per vongole e cozze. Proseguendo oltre, giungiamo in località Bonelli. Per esperienza personale molto positiva, vi segnalo uno storico ristorante posto lungo la strada e visibile anche dalla ciclabile arginale, si chiama “Da Renata”. Non fatevi ingannare dalle apparenze, se avete fame approfittatene.

Dopo qualche chilometro raggiungiamo Porto Barricata. Da anni è diventato un centro turistico molto importante per il polesine. Vi si trova un porticciolo per imbarcazioni turistiche, bellissime spiagge, un campeggio e tante attività commerciali.

Sempre percorrendo la Sp38 svoltiamo a destra a novanta gradi e, lasciandoci a “dritta” (destra) il ristorante “Rifugio Barricata” e a babordo (sinistra) la spiaggia delle Conchiglie, ci addentriamo nella Sacca degli Scardovari.
Come già detto, guardate, respirate e fotografate, il luogo è incantevole.
Molte sono le “cavane” presenti nella sacca, alcune di loro sono adibite a ristoranti. Le cavane sono dei ricoveri per imbarcazioni ed attrezzi da pesca tipiche della zona di Venezia e delle lagune venete in generale. Quelle ora presenti sono recentissime, sono state ricostruite tutte dopo che una potente tempesta, nel novembre 2019, ha spazzato via le precedenti.




Al n. 11 di Via della Sacca troviamo la sede della Cooperativa Pescatori del Polesine. Pochi chilometri dopo incontriamo alla nostra destra, l’osasi naturalistica di Ca’ Mello.
Seguendo il nostro itinerario continuiamo a passare dalla natura alla tavola, ambiti totalmente connessi. Impossibile non segnalarvi “Marina 70”, ristorante pizzeria di lunga data e soprattutto fama, situata in una posizione unica.
Proseguiamo il nostro viaggio sino a giungere in prossimità della foce del ramo del Po della Donzella. Qui la strada svolta a destra risalendo il fiume sino a Santa Giulia (segnalo il ristorante Arcadia) dove possiamo prima ammirare e poi percorrere il ponte di barche sul Po di Gnocca (o Po della Donzella).


Lungo la sponda destra raggiungiamo il Po di Venezia e torniamo alla nostra auto a Ca’ Tiepolo.
E’ impossibile sbagliare strada, tanto quanto rimanere delusi. L’unica grande difficoltà che potreste dover affrontare è quella creata dal vento. Siamo al mare, non vi sono colline, da dovunque provenga, non mancherà il tratto in cui lo avrete contrario al senso di marcia.
Lungo tutto l’itinerario vi sono delle torrette in legno dedicate al birdwatching, lasciate la bici li accanto e saliteci.
Godetevi ogni istante! Se da bravi ciclisti sino ad ora avete mangiato barrette e banane, ora che avete terminato di pedalare, vi suggerisco di andare a degustare i prodotti tipici del luogo in uno dei ristoranti che vi ho nominato. Potete anche acquistarvi il cibo e posizionarvi in un punto panoramico per consumarlo all’aria aperta.

Alla Prossima! Date gambe ai pedali!
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