Il piede della salita del Tour de France, resa celebre dalle imprese dei grandi del ciclismo mondiale, l’ho raggiunto partendo da Sestriere, località turistica invernale piemontese.
A Sestriere in estate non vi è praticamente nessuno e per me è stato un ottimo punto di partenza per affrontare molte delle salite francesi famose quali: il Col de l’Izoard, il Lautaret, il Galibier e, appunto, l’Alpe d’Huez.
Come tutte le ascese di questa zona, la difficoltà più grande che ho incontrato è stata il caldo. Non hanno pendenze impossibili, quelle delle Alpi italiane scalate al Giro d’Italia sono molto più aspre.
Essendo però quasi sempre esposte al sole, in piena estate mettono veramente a dura prova i numerosi ciclisti che soffrono le alte temperature.
Da Sestriere, attraversando il Monginevro, abbiamo raggiunto il centro di Briancon. Da li, percorrendo la Route de Grenoble (D1091) si giunge in cima al Col du Lautaret (2058 mt.) da dove, svoltando a destra, si sale al passo Galibier (2642 mt.) reso celebre soprattutto da Marco pantani.
Noi proseguiamo mantenendoci sempre sulla D1091 e dopo circa 65 chilometri da Briancon giungiamo all’attacco della salita in località Le Bourg d’Oisans. Se siete giunti sino a qui in automobile o in camper, trovate in zona diversi parcheggi dove lasciare il mezzo. Se siete giunti in bicicletta, alla rotatoria, prendete la prima uscita e seguite la D211, Route de L’Alpe D’Huez. Non sarà difficile individuarla, vi sono molte indicazioni e c’è sempre qualche ciclista che la scala.
Come dicevamo, perché questa salita è “mitica”? La sua fama la deve al Tour de France, la famosissima corsa a tappe francese l’ha inserita nel percorso per la prima volta nel 1952.
Fu Fausto Coppi a conquistare quella cima e in quell’anno si aggiudicò anche la classifica finale.
Negli anni successivi altri italiani riuscirono ad affermarsi in quella scalata: Gianni Bugno, nel 1990 e 1991; Marco Pantani, nel 1995 e 1997; Roberto Conti nel 1994 e Giuseppe Guerini nel 1999.
La salita che porta all’Alpe d’Huez inizia a 740 metri slm e termina a 1850 metri slm: circa 1100 metri di dislivello distribuiti su 14 km e 21 tornanti, con una pendenza media vicina all’8%. Lungo la salita, ad ogni tornante è posta una targa commemorativa dedicata ad un vincitore di tappa. E’ anche contrassegnata da cartelli che raccontano la salita, con pendenza e chilometri rimanenti.
Sino ad oggi è stata affrontata 30 volte, l’ultima nel 2018 vide Geraint Thomas a braccia alzate.
Mitica quindi, perché conquistata dai miti del ciclismo mondiale, mitica perché salita unica ed affascinante, mitica perché è ancora di Marco Pantani il record (1995) con un tempo di 36 minuti e 40 secondi.
L’ho fatta anche io come migliaia di altri amanti delle due ruote a motore umano. Non sono un mito in nulla ma sono riuscito ad assaporare il gusto della storia, il gusto delle imprese passate e future che solo il sudore ti può far comprendere.
L’ho scalata come faccio sempre, soffrendo e osservando il paesaggio intono a me e dentro di me.