Doping e criminalità organizzata

Doping e criminalità organizzata
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Il programma di allenamento prevedeva il cortisone per ridurre il dolore e fatica; il testosterone per stimolare la volontà; gli steroidi per aumentare la massa muscolare; gli ormoni della crescita per migliorare il rapporto massa e potenza; e l’eritropoietina con la funzione di aumentare il numero di globuli rossi nel sangue e rendere così più forti.

Il 2013

Il quotidiano “Le Monde” ha pubblicato un documento dal quale emerge la responsabilità della federazione internazionale. Dopo una positività al Tour del 1999 fu accettata una ricetta post datata che giustificava l’uso di sostanze a scopo terapeutico.》 EUGENIO CAPODACQUA La Repubblica 27 gennaio 2013.

《Il texano attacca l’ex presidente: ”Sapeva che io utilizzavo sostanze dopanti e mi aiutava a nasconderlo. Fu una delle persone che mi permise di portare a termine il Tour del 1999 nonostante fossi risultato positivo”.》 EUGENIO CAPODACQUA La Repubblica 18 Novembre, 2013

Il caso Armstrong non fu solo un fatto di doping, fu una collezione impressionante di reati, fu un sistema organizzato per fini criminosi.

La parola d’ordine, una tra le tante, era MENTIRE.

Bisognava negare sempre tutto, chi non lo faceva era fuori dal gruppo e non solo dal team americano. Alcuni ciclisti non vollero allinearsi alle volontà dell’americano e vennero stoppati. Vennero estromessi dal team e finirono la loro carriera.

Lance Armstrong era l’eroe perfetto per gli americani, era sopravvissuto al cancro ma non era il fuoriclasse che tutti hanno visto in corsa.

Non poteva occultare il suo segreto da solo pertanto costruì un sistema complesso e al tempo stesso di successo.

Iniziò nel 1999 il piano strategico criminoso e si conclude verosimilmente nel 2005, solo nel 2013 l’americano iniziò a confessare le sue colpe. Molti pensano ancora oggi che non ha mai detto tutto.

Prima del 1999 aveva partecipato già a 4 Tour de France e si era ritirato ben in 3. Nulla faceva pensare che potesse essere un campione da gare a tappe, forse vincitore di qualche gara ma non certo di un giro.

In quello concluso si piazzò 36° a più di 1 ora e mezza dal vincitore.

Il 21 luglio 1999, una settimana dopo l’incredibile vittoria a Sestriere, vengono trovate tracce di corticosteroidi nelle sue urine.

Lui ha continuato a negare e qui è entrata in gioco l’UCI. Stanca di continui scandali che stavano facendo perdere interesse nel ciclismo – quindi soldi, decisero di supportare Armstrong coprendo le sue malefatte.

L’ex presidente dell’Uci Verbruggen è stato complice degli imbrogli e mi ha permesso di continuare nel Tour del ’99 nonostante un controllo antidoping positivo”, parole di Lance.

L’allora presidente UCI fece in modo che l’assunzione di corticosteroidi fosse concessa da certificazioni mediche. Nonostante l’americano continuasse a negarne l’uso venne detto che li poteva usare.

Un comunicato UCI affermò che aveva utilizzato una pomata per la pelle.

Una perfetta alleanza, Armstrong voleva vincere il tour e l’UCI voleva un vincitore pulito anche se Lance non lo era affatto.

Entrambi mentirono per anni. Tutto il team, costruito appositamente attorno a lui, a partire dal direttore sportivo, menti sempre e chi non lo faceva era fuori.

Per un perfetto piano serviva un medico esperto in materia e ecco che entra in gioco Michele Ferrari.

Il programma di allenamento, Tyler Hamilton lo confermò, prevedeva il cortisone per ridusse dolore e fatica; il testosterone per stimolare la volontà; gli steroidi per aumentare la massa muscolare; gli ormoni della crescita per migliorare il rapporto massa e potenza; e l’eritropoietina con la funzione di aumentare il numero di globuli rossi nel sangue e rendere così più forti.

Tyler, compagno di squadra di Armstrong, affermò che era come se le salite risultassero meno pendenti, meno dure di quello che in realtà erano.

Tale miscuglio di prodotti rendeva il gruppo forte ed instancabile ma non era sufficiente a garantire successo ed impunità.

Per vincere bisognava controllare tutto. Memori della vicenda Festina al Tour 1998, Armstrong assunse il suo giardiniere, dice Hamilton, molto bravo in moto. Era lui a consegnare le dosi a tempo e luogo prestabilito. La roba non viaggiava con gli atleti, al massimo la avevano con loro per un’ora.

Iniettarsi l’epo era una questione di dieci secondi, il problema più grande era poi non farsi beccare ai controlli. Divennero dei veri esperti in questo. A quel tempo non era possibile rilevare l’epo pertanto si cercava il valore dell’ematocrito che rappresenta la concentrazione dei globuli rossi nel sangue.

Gli atleti con valori troppo elevati, 50%, venivano segnalati. I team erano dotati di centrifughe e se rilevavano un valore prossimo al limite tollerato, sottoponevano il corridore ad una flebo di soluzione fisiologica.

Nel 2000 la scienza antidoping fa un balzo in avanti, mette a punto un metodo per rilevare l’epo. Il patrono del Tour de France, con una assemblea pubblica con presenti i professionisti, ne informa il mondo. Dirà “chi avrà ancora il coraggio di giocare con il fuoco?“.

Nessuno si scomodò, i medici dei team ne erano già al corrente e cambiarono strategia: non più Epo ma trasfusioni.

Prelevavano sacche di sangue, le custodivano, e lo rimettevano in circolo prima delle tappe più dure.

Guai chi parla! Armstrong rende sempre più pesante il clima di terrore. All’interno della squadra “si comporta come un boss della mafia“. Hamilton confermò che nessuno poteva mettersi contro il grande capo.

Frankie Andreu, gregario di Lance, fu estromesso dal team per volontà dell’americano poiché accusato di non voler sottostare alle regole del team. La moglie, Betsy Andreu, fu la prima a notare cose strane osservando il marito in gara, al tour 1999 lo chiamò e gli disse “Frankie, quello non sei tu“. Betsy fu fondamentale nelle indagini che portarono alla condanna di Lance.

L’omertà diventa di gruppo, non solo il team ma tutti i ciclisti tenevano la bocca chiusa.

Cristophe Basson, soprannominato il re del pulito, si oppose all’omertà della carovana. Diceva apertamente che si faceva uso di doping in gruppo.

Durante una tappa del tour Armstrong affiancò Basson, gli diede una pacca sulla spalla e gli disse tutto quello che poteva dirgli: “fai male allo sport, fai male alla squadra” ecc.

Besson disse “avevo capito che era la mia fine“. Fu costretto a ritirarsi e, successivamente, fu lasciato senza team.

In un sistema criminale, il giusto è colui che sbaglia, come ovunque. Chi stona non è quindi il sistema marcio ma colui che è e vuole rimanere pulito. Drammatica realtà!

Se l’UCI avesse fatto il suo dovere tutto sarebbe finito nel 1999. Tyler Hamilton disse che l’UCI sapeva che c’erano ciclisti dopati ma tutte veniva insabbiato.

Nel 2002 Armstrong ha donato 100 mila dollari all’UCI.

Divenne una celebrità grazie alle menzogne.

Sono stufo di queste storie di doping nel ciclismo, è una leggenda“, un’altra menzogna detta in conferenza stampa.

Tutto procedeva per il meglio per Armstrong sino a quando uscì un libro scritto da due giornalisti che avevano scavato nel passato e nel presente del texano.

Pierre Ballester e David Walsh raccolsero le testimonianze di vari soggetti tra cui la prima massaggiatrice di Armstrong, il quale continuò a negare tutto: “confermo che non facciano uso di doping” e ancora, “sono stato testato 150 volte in 6 anni, sempre negativo“, non ha mai smesso di mentire. Pubblicarono un libro “L.A. Confidentiel” che fece scalpore.

Dopo una prima vittoria giudiziaria per mancanza di prove tangibili, Armstrong decide di tornare a correre, fu il suo errore fatale.

Nel 2009 a 38 anni, torna tra i professionisti.

Floyd Landis, ex compagno di Armstrong alla US Postal, vince il Tour de France nel 2006. Poco dopo viene trovato positivo e perde il titolo.

Sapendo del ritorno in corsa di Lance, gli chiese un posto in squadra che gli viene rifiutato.

Landis rimase profondamente colpito così decise di raccontare tutta la storia alle autorità americane.

Il coperchio venne tolto, tutto o quasi, venne fuori.

Ancora oggi, anche se sono state tolte tutte le vittorie, non si è ancora convinti che sia emerso tutto il marcio.

Fonte Tagada Doc

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