Quella di Bennnet che scende dallo Zoncolan, incontra Affini, si gira e risale per un po’ con lui, è sinceramente una delle azioni più importanti della corsa, una di quelle che ti fa capire che oltre ad essere un business, un affare da milioni di euro, è anche sport, umanità, spirito di squadra, amicizia, riconoscenza, solidarietà. Tutte cose che mancano anche nelle vita quotidiana e che a volte ritroviamo in corsa.
E poi ci sono le tappe accorciate, la tappa regina che diventa tappina, e nessuno spiega esattamente il perché. Nessuno l’ha ben spiegato soprattutto ai tifosi che sono saliti il giorno prima su Fedaia e Pordoi (i passi venivano chiusi dalle 21 della domenica) e che hanno atteso invano.
Pioveva si, ma le temperature non sono mai scese sotto zero (la minima era di circa 3 gradi), non ha mai nevicato, le strade erano sgombre, le “condizioni eccezionali” previste dal regolamento non sembrano esserci state ma la corsa è stata accorciata di almeno 60 chilometri e ridotto notevolmente il dislivello.
Per la sicurezza? Forse, gli stessi pericoli c’erano però anche sul Giau.
E poi arriva al traguardo un Egan Bernal trionfante. Per onorare la maglia rosa trova la condizione e il tempo sfilarsi la mantellina e riporla nella tasca posteriore pedlando senza mani sul porfido bagnato del centro di Cortina. Lui stesso, intervistato da Alessandra Di Stefano, dirà ai microfoni RAI che avrebbe voluto correre la tappa intera.
Il CPA (l’Associazione Ciclisti Professionisti) da canto suo, ringrazia RCS Sport per aver accolto la richiesta degli atleti di accorciare la tappa. Quindi è stata loro a non voler correre la tappa intera? Gli intervistati smentiscono, i DS pure, ma chi ha deciso?
C’è poi chi come il campione europeo ed italiano Giacomo Nizzolo, avendo assaporato la salita dello Zoncolan, ha deciso di salutare tutti e tornare a casa. Una tappa l’ha vinta, per lui il Giro è finito in bellezza, perché faticare ancora tanto? Potrebbe essere stato questo il suo ragionamento.
Remco Evenepoel perde 24 minuti da Bernal, 6 mesi fuori dalle corse si sono fatto sentire.
Il trionfo di Lorenzo Fortunato
C’è poi chi ha realizzato il sogno di una vita, per la verità il doppio sogno, quello di partecipare al Giro d’Italia da atleta e quello di trionfare in una tappa e che tappa.
Non si sa perché il gruppo non abbia voluto lavorare per andare a riprendere la fuga di giornata, solo l’Astana di Vlasov, ha lavorato senza però riuscire a ricucire il gruppo. Ciò ha reso possibile l’arrivo a ranghi distretti e l’ottimo lavoro di Fortunato che ha salutato i suoi compagni di fuga e se n’è andato a vincere a braccia alzate.
Tutto il suo lavoro poteva essere rovinato da un tifoso, forse alticcio, che lo stava per far cadere, per fortuna non è successo anche grazie ad altri tifosi che sono intervenuti per bloccare l’esibizionista.
Eolo-Kometa è al primo anno tra le professional, questo è il suo primo Giro d’Italia, grande successo per il team di Ivan Basso e Alberto Contador. Indescrivibile la loro gioia profusa sui canali social. Da quella sportiva sono passati tutti in breve tempo a quella commerciale. Tutti gli sponsor, Eolo, Kometa, Aurum in testa hanno riempito di post promozionali sull’onda della vittoria di Lorenzo.
Lorenzo Fortunato, bolognese nato il 9 maggio 1996, fa le sue prime esperienze tra i professionisti nel 2016 come stagista alla Tinkoff, nel 2017 alla Bardiani CSF Faizané. Nel 2019 passa con Citracca alla Neri Sottoli, e vi rimane anche nel 2020 (Vini Zabù). Quest’anno è in Eolo-Kometa.
Cosa si può fare al Giro?
Sono molte le cose che si possono fare al Giro d’Italia, una è entrare nella zona riservata ai pubblico pagante sia alla partenza che all’arrivo. I prezzi variano a seconda della tappa (si va dai 135/190 della partenza sino a più di 600 euro). E’ possibile anche seguire la corsa su un auto apposita guidata da un esperto al costo di circa 1000 euro a persona a tappa. Si possono pedalare gli ultimi chilometri di tappa e salire sul palco a circa 400 euro cadauno ecc.
Cambia ancora la generale.
CLASSIFICA GENERALE DOPO 16° TAPPA
- Egan Bernal INEOS Granadiers
- Damiano Caruso BAHRAIN VICTORIUS 02:24
- John CARTHY EF EDUCATION – NIPPO 03:40
- Aleksandr VLASOV ASTANA PREMIER TECH 04:18
- Simon Philip Yates TEAM BIKE EXCHANGE 04:20
- Giulio CICCONE TREK – SEGAFREDO 04:31
- Roman BARDET TEAM DSM 05:02
- Daniel Felipe MARTINEZ POVEDA INEOS GRENADIERS 07:17
- Tobias Foss JUMBO-VISMA 08:20
- Jobo ALMEIDA DECEUNINCK QUYK-STEP 10:01