Itinerario n. 9 pubblicato su La Voce di Rovigo di lunedì 07 giugno 2021
Vi racconto un bel giro fattibile in tutte le stagioni dell’anno. La prima volta lo intrapresi in dicembre, l’ultima pochi giorni fa.
Se partite per un weekend vi posso suggerire l’ Hotel Ulivi, un 4 stelle a due passi dal lago (prezzi convenienti in bassa stagione, servizio eccellente).
Il nostro itinerario inizia da Paratico che è a soli “quattro passi” da Sarnico (Bergamo), un piccolo ponte li separa.
Vi sono molti parcheggi dove lasciare l’auto nonostante questo, in alta stagione o nei fine settimana, potrebbe essere difficile trovare un posto libero. Non scoraggiatevi, basta allontanarsi un po’ dal centro e il problema è risolto. Per maggiori dettagli, come sempre, consultate il sito IngiroNews.it.
Ci prepariamo di tutto punto, facciamo gli ultimi controlli alla bicicletta, indossiamo il casco, verifichiamo il funzionamento di luci anteriore e posteriore e partiamo. Sono sempre necessarie, in questo viaggio ancor di più visto che attraverseremo alcune gallerie.
Appena ci mettiamo in strada capiamo subito che non saremo i soli ciclisti lungo il tragitto, è molto frequentata da ogni genere di “pedalatore”: team in allenamento con ammiraglia al seguito; solitari con zainetto in spalla; amatori in coppia o a gruppetti per la pedalata domenicale; cicloturisti che si spostano da un bar all’altro.
Ci immettiamo sulla sede stradale, l’ho percorso sia con bici da corsa su strada che con la Gravel, è fattibile con tutte.
Attraversiamo il ponte che divide le due località di Paratico e Sarnico e ci avviamo verso nord per effettuare il giro in senso orario. E’ importante valutare la situazione ambientale, ovvero, la posizione del sole, la direzione del vento, l’ora e la stagione.
La Sp469 per un bel po’ sarà la nostra compagna di viaggio, costeggia tutto il lago sino a Lovere, località posta nella parte più a nord. Non dobbiamo fare altro che seguirla e utilizzare la ciclabile quando presente. Purtroppo da questo lato non ne esiste una praticabile senza discontinuità.
Prima di raggiungere località Tavernola Bergamasca, alla nostra sinistra, costeggiamo il parco Corno di Predore e alla destra, in mezzo al lago, abbiamo la costa di Monte Isola.
E’ un isola lacustre il cui monte raggiunge i 262 metri s.l.m., è un comune italiano della provincia di Brescia con poco meno di 2000 abitanti.
Proseguendo lungo il nostro percorso tra lago, ville appariscenti e borghi molto frequentati, incontriamo la prima galleria.
Questo lato ne presenta diverse, alcune classiche altre consistenti in veri buchi scavati nella roccia a dir poco caratteristici e attraenti.
Alcune si possono anche evitare visto che vi sono delle ciclopedonali che permettono di rimanere all’esterno delle gallerie. Non tutte però sono adatte alle delicate ruote di una bici da corsa.
Proseguendo verso nord noteremo che l’altra sponda del lago si avvicina a noi mentre la sede stradale si restringe. Se abbiamo voglia di fare un po’ di salita e vedere il panorama dall’alto, la prima variante che vi consiglio inizia a Tavernola Bergamasca: si svolta a sinistra in Via Valle e salendo per tornanti panoramici si giunge in località Vigolo e, proseguendo, si ritorna sulla Sp 469 a poca distanza da dove la abbiamo lasciata (circa 16 chilometri in più).
Continuando verso nord incontriamo una seconda galleria. Dopo qualche chilometro, in località Riva di Solto vi è la seconda variante. Svoltando a sinistra in via Gargarino si inizia a salire: dopo circa 8 chilometri, di cui più o meno la metà in salita, si raggiunge il lago di Endine. Da li ritorniamo indietro per la stessa strada.
Il tratto di asfalto che precede Castro è veramente stretto, lo spazio tra il parapetto e la montagna e particolarmente ridotto.
Sopra la nostra testa vi sono reti sostenute da travi d’acciaio conficcate nella montagna.
Probabilmente non è impossibile che pietre possano cadere sull’asfalto senza le opportune e presenti protezioni. Superate altre due gallerie, giungiamo a Castro, un bel paese sul lago.
Notiamo subito una cava di marmo e, poco prima di uscire dal paese, un imponente stabilimento siderurgico.
Sul sito www.visitlakeiseo.info leggiamo: “Dalla fine del Medioevo si svilupparono numerose fucine per la lavorazione del ferro e questa maestranza ha condizionato da sempre l’economia di Castro, tanto che ancora oggi la siderurgia è una delle principali risorse del paese, offrendo occupazione a numerose persone, provenienti anche dai paesi limitrofi.
Da non trascurare anche l’attività legata alle cave di marmo nero, sfruttate durante l’intero periodo della dominazione veneta, dalle quali sono nate alcune delle colonne della basilica veneziana di S. Marco”.
Senza interruzioni, è solo il cartello a dircelo, lasciamo Castro per entrare nel comune di Lovere.
Un centro abitato molto grande rispetto a tutti quelli precedentemente superati.
Proseguiamo sino a Costa Volpino dove oltrepassiamo il fiume Oglio percorrendo la Sp55.
Siamo di nuovo nella provincia di Brescia, nel Comune di Pisogne che oltrepassiamo interamente percorrendo la ciclabile lungo lago. Ad un certo punto, seguendo le indicazioni “Iseo”, la strada ci condurrebbe sulla molto frequentata Sp510 detta “delle Gallerie” che noi naturalmente evitiamo.
Troviamo una sbarra e dei cartelli che ci segnalano la ciclopedonale Vello-Toline lungo lago che andiamo a percorrere. Fate molta attenzione a non andare oltre, la Sp510 non è per nulla adatta alla bici.
Nel primo breve tratto passiamo sotto i piloni e le volte della strada soprastante per poi costeggiare la montagna a pel d’acqua.
Da qui in poi ho sempre trovato vento contrario e, data la verticalità della montagna che ci sovrasta, il tratto può essere completamente all’ombra. La sede stradale è divisa in due corsie per le bici e una per i pedoni. Diverse sono le grotte e i passaggi nella roccia che affrontiamo con curiosità e stupore.
E’ possibile incontrare molte persone a passeggio o che pattinano. Ve ne sono anche che, partendo da riva, praticano surf a vela pertanto bisogna fare attenzione.
Dopo alcuni chilometri siamo a Vello, un piccolo borgo caratteristico dove la ciclabile finisce immettendosi in una piccola strada poco trafficata. Subito dopo raggiungiamo Marone.
Osservando il lago incontriamo nuovamente Monte Isola, da questo lato è molto minore la distanza che la separa dalla costa.
Giunti a Sulzano, scorgiamo l’attracco per i traghetti che fanno spola tra questa località e Peschiera Maraglio, il borgo d’attracco sull’isola. A Sulzano, nel 2016, l’artista Christo e Jeanne-Claude realizzò una installazione artistica consistente in pontili galleggianti aperti al pubblico che permettevano alla gente di raggiungere l’isola “camminando sull’acqua”.
Il paese successivo che raggiungiamo è Iseo, siamo quasi al termine del nostro giro odierno.
Con la bici attraversiamo il centro storico soffermandoci qualche istante davanti alla Pieve di Sant’Andrea dell’XI sec. Proseguiamo per il centro, superiamo le piazze e raggiungiamo il lungo lago, ci avviamo vero Paratico per concludere il periplo dell’Iseo.
Sfruttiamo le ciclabili esistenti per evitare il traffico.
Abbiamo pedalato, senza le varianti, per circa 65 chilometri su un percorso privo di asperità, adatto a tutte le gambe.
E’ un bel itinerario, abbastanza facile, caratteristico e ricco di fantastici panorami: se non state cercando la prestazione o inseguendo qualche record, concedetevi qualche secondo di stop per ammirare e fotografare ciò che avete intorno. Alla prossima pedalata!