Itinerario n. 17 pubblicato su La Voce di Rovigo del 2 agosto 2021
E’ tempo d’estate, tempo di vacanze e di montagna, tempo di portare la bici con noi ovunque.
Dalla Puglia andiamo sulle dolomiti bellunesi lungo la ciclabile che collega Calalzo di Cadore a Cortina d’Ampezzo. E’ solo un tratto, circa 37 chilometri, della ciclabile che parte dal lago di Santa Croce e che conduce sino a Dobbiaco in Trentino Alto Adige. Da qui si può andare in Austria proseguendo sulla famosa San Candido – Lienz.
In questo viaggio al ritorno percorreremo la stessa strada dell’andata.
ATTENZIONE! Facciamo sempre massima attenzione, rispettiamo scrupolosamente quanto previsto dal codice della strada, indossiamo il casco, occhiali protettivi e posizioniamo luci anteriore e posteriore.
E’ ora di salire in bici! Partiamo dalla zona dei campi da tennis di Calalzo di Cadore dove vi è un bar e un “rent” bici elettriche. Chi non è allenato e vuole fare molto poca fatica per stare con il gruppo le può noleggiare a circa una trentina di euro il giorno (prezzo puramente indicativo).
La strada dedicata alle bici inizia a pochi metri, in via Ettore Toffoli. La salita è già iniziata!
In prossimità dell’area sosta camper svoltiamo a sinistra in via località La Bella e seguiamo sempre le indicazioni per Cortina e via ciclabile. Fate bene attenzione ai cartelli, nel dubbio fermatevi un attimo, alcune volte potrebbero non apparire di immediata comprensione.
Giunti a Tai di Cadore dobbiamo attraversare la SS 51, la via a noi riservata prosegue sul lato opposto.
Siamo sulla vecchia via ferrata, un tempo qui passava il treno ora solo pedoni e due ruote. Le uniche cose che dobbiamo fare sono pedalare e ammirare il paesaggio. Dopo Tai, raggiungiamo Valle di Cadore, successivamente Venas di Cadore, Vodo di Cadore, Borca di Cadore, San Vito di Cadore.
A circa 5 chilometri da Cortina, località Acquabona, la via prosegue lungo un tratto impegnativo in gergo chiamato “single track” fattibile con gravel e mtb. Lo si può evitare facendo un breve tratto di SS 51. Il fondo è sterrato, irregolare, stretto, con salite e discese dove bisogna mantenere la concentrazione e la gamba in spinta. Manca oramai poco al giro di boa.
Lo facciamo in centro a Cortina e attorno al tavolo di una buona paninoteca. L’andata è più faticosa del ritorno, quasi tutto in discesa. Se avete appetito mangiate pure, la pendenza vi aiuterà a tornare alla base senza che lo stomaco vi vada sotto sopra.
Chi è particolarmente stanco, può percorrere la SS 51 che è sempre in discesa, certo è che ci si espone ai pericoli di una arteria molto trafficata.
Non mi dilungo nel dirvi “gira di qua”, “gira di la” poiché è praticamente impossibile sbagliare. Le indicazioni ci sono, l’unica cosa è rallentare per leggere bene ciò che dicono.
Lungo la ciclabile si incontrano alcuni bar e ristoranti ricavati nelle vecchie stazioni ferroviarie dismesse, possono essere utili per tappe intermedie. Sono luoghi suggestivi e ben curati, meritano di essere ammirati e fotografati. Ogni tanto vi sono anche delle fontanelle dove rinfrescarsi.
I tratti sconnessi e sterrati sono abbastanza frequenti, la bici da corsa non è la più adatta. Non scoraggiatevi, è possibile evitare questi punti critici utilizzando la via asfaltata principale.
Guardate tutto, ascoltate tutto in particolar modo nei tratti in mezzo al bosco, lungo il torrente. Rinfrescatevi nelle gallerie di roccia che mantengono sempre una temperatura molto più bassa che all’esterno
A giro terminato, visto che siamo stanchi e affaticati perché non andare a mangiare qualche cosa? Beh se vi piace la carne di qualità e ottimi primi non ho alcun dubbio, vi suggerisco la Locanda ai Dogi situata accanto al Municipio di Pieve di Cadore.
Gambe ai pedali! Alla prossima settimana.
Ps. il percorso descritto è puramente indicativo e descritto in base all’esperienza personale e ai dati rilevati dagli strumenti cartografici prodotti da terzi (Ciclocomputer, mappe Google, Garmin Connect)