Itinerario n. 23 pubblicato su La Voce di Rovigo del 20 settembre 2021
Quello che vi sto per raccontare è un tragitto fattibile tutto l’hanno, la prima volta che l’ho pedalato era febbraio.
Consta circa 57 chilometri di cui 22 di salita, la più lunga va da Vittorio Veneto a Pian del Cansiglio. Si raggiunge la quota massima al Passo Crosetta, 1127 metri, e poi si scende sino a quando il bosco si dirada.
Si è in Veneto tra le province di Treviso e Belluno ma lungo il confine con il Friuli Venezia Giulia, che è proprio ad un passo.
Ho trovato un ampio parcheggio a Vittorio Veneto in Piazza XXV Aprile, è adiacente alla rotatoria da dove ha inizio Viale del Cansiglio. Possiamo lasciare l’auto qui. La segnaletica marron, tipica dei luoghi turistici, ci indica la via lungo tutto il percorso, difficile sbagliare. Durante la bella stagione, soprattutto il sabato e la domenica, è sufficiente seguire i numerosi ciclisti che la percorrono. Si pedala sulla SP 422 e si attraversano le località di Anzano, Fratte, Fregona, Valsalega e Crosetta. L’asfalto è buono e la sede stradale a volte particolarmente stretta. Tenete scrupolosamente la destra mi raccomando.
La salita è lunga, dal parcheggio al Passo sono circa 17 chilometri, la strada panoramica offre una bella vista sulla pianura quando non c’è foschia.
Ci sono 5 tornanti, numerati da 5 a 1, è una bella idea poiché permette di sapere in anticipo quanti ce ne aspettano.
Di fatto ci sono più curve che tornanti e tra uno e l’altro, soprattutto tra il n. 4 e n. 5, ci sono chilometri.
5,4,3,2,1, ma dopo l’uno la salita non è affatto finita, anzi, continua per qualche chilometro senza respiro.
Questa salita non ha pendenze impossibili, sale sempre e se vuoi riposare devi solo fermarti. Non pendenze impossibili, dicevo, ma neanche semplicissime: pendenza media 7%. Se siete poco allenati come il sottoscritto, dosate bene le energie, non partite a tutta, controllate l’entusiasmo.
Raggiunto il passo si inizia a scendere verso il Pian del Cansiglio. L’altopiano è unico, bellissimo. Gli alberi che mancano sono serviti per i bisogni della fantastica Venezia. Se la percorrete nella stagione fredda fate attenzione all’abbigliamento. In salita si suda sempre anche sotto zero, ma lassù in discesa tra i boschi, i denti potrebbero cominciare a battere.
Dopo 21 chilometri siamo all’inizio della piana disboscata, oggi pascolo per pecore e armenti. Il Cansiglio è conosciuto come l’antica Foresta dei Dogi della Repubblica di Venezia: oggi consta di 7000 ettari di foreste di faggi e abeti bianchi e rossi. Si estende tra l’altipiano e la vetta del Monte Cavallo a 2250 metri. I veneziani abbattevano i faggi per farne remi per le proprie Galere, oggi è una ZPS, Zona di Protezione Speciale.
Lasciamo il Pian del Cansiglio e proseguiamo in direzione Farra d’Alpago. Pedaliamo per circa 2 chilometri in mezzo ai prati e poi iniziamo la discesa verso il lago Santa Croce. All’inizio è intervallata da piccole salite, in gergo “strappetti” che non preoccupano affatto. Molta attenzione va fatta invece in discesa, le pendenze sono notevoli e la bici va controllata con precisione e concentrazione. A Spert fate molta attenzione, la strada che attraversa il paese si fa molto stretta.
Dopo circa 11 chilometri siamo a bordo lago, svoltiamo a sinistra in SP 423 e teniamo il bacino artificiale alla nostra destra. E’ uno specchio d’acqua tra i più amati d’Italia dai serfisti, vi è quasi sempre vento anche intenso. Dai ciclisti un po’ meno soprattutto quando Eolo soffia contrario al nostro senso di marcia.
La strada sale leggermente sino a Fadalto e poi scende in picchiata sino a Vittorio Veneto. In questa città, durante la prima guerra mondiale l’esercito italiano fermò l’avanzata del nemico austroungarico.
Il nostro viaggio è terminato ed è stato semplicemente splendido.
Non mi stuferò mai di dirvi di fare sempre massima attenzione, di rispettare scrupolosamente quanto previsto dal codice della strada, di indossare il casco, occhiali protettivi e utilizzare le luci anteriore e posteriore.
Ps. il percorso è puramente indicativo ed è descritto in base all’esperienza personale e ai dati rilevati dagli strumenti cartografici prodotti da terzi (Ciclocomputer, mappe Google, Garmin Connect).