“I am very happy to come back to Team Astana, because for me it is a real family that has given me a lot and together with which I have achieved my greatest successes”.
Sono le parole di Vincenxo Nibali riportate da Astana sui suoi social.
Siamo contenti sia per il Team che per Vincenzo ma una domanda è inevitabile: se è una vera famiglia, perché l’ha lasciata qualche anno fa? Che sia per lo stesso motivo per cui ci è tornato ora?
I Ds sono più o meno gli stessi, che sia una questione di dollari?
Martinelli e Nibali di nuovo insieme.
A proposito di Nibali, non sarebbe meglio se facesse come Valentino Rossi e Antonio Cairoli? Forse con Astana e Wilier Triestina vincerà ancora?
In realtà, sul fronte economico, lui è ancora un vincitore. Ricordiamoci che sono influencer e valgono fin quando vendono.
Chi vince tanto ha più seguito e più emulatori quindi più gente che compra ciò che lui promuove.
È ancora un nome che fa cassa e anche lui introita in proporzione. Sapendo l’entità del suo contratto, sapremo anche quanto vale ancora oggi la sua immagine.
I team sono anche una famiglia, non tutti sono uguali e ospitali alo stesso modo, ma prima di tutto sono aziende sostenute da altre aziende e come tali guardano il fatturato.
Qualcuno mi ha chiesto: perché si trascina avanti? Non si trascina avanti. Lui.puo correre come Rebellin sino a 50 anni e più.
Non è finito, sta invecchiando come tutti. C’è un inizio, un momento di forza, un calo e una fine.
È così da quando esiste l’umanità, anzi da prima ancora.
Qualcuno potrebbe chiedere: e Aru?
Aru è stato pagato più di 2 milioni l’anno nel periodo post Astana in cui ha corso poco o nulla è vinto niente. Il suo nome valeva è vi erano speranze. Quest’anno pare, si dice, si mormora, il suo contratto era ad uno zero solo. Perché? Probabilmente perché il suo nome non vale più.
VI chiedo di non mettetemi in bocca parole mai dette e che mai dirò. Ho fatto una analisi oggettiva della situazione che vale tanto per Nibali quanto per chiunque altro.
Nibali è e resterà un campione come Saronni, Moser, Mercx ecc.
Non è mia intenzione azzerare l’entusiasmo sportivo, né attaccare chicchessia. Analizzo i contesti, le situazioni e spiego alcuni perché.
Il “me” sportivo sarà sempre grato a Vincenzo per quanto fatto e dato. Lo sono per Moser Saronni, Coppi, Bartali, Hinault, Mercx, Bugno, Chiappucci, tantissimi altri tra cui il Grande Marco Pantani che mi ha fatto estasiare.
Ciò non toglie che c’è l’aspetto economico che non è affatto trascurabile. Sta anche alla base della piaga doping da sempre.
Vincere vuol dire guadagnare. È nevessario tenere separati i due aspetti come faccio io, per leggerli con la giusta luce.