Nella vita siamo un po’ tutti soldati! Chi in trincea chi in ufficio, chi in prima linea chi nelle retrovie. Si accumulano ferite, chi più chi meno, tutti portano addosso i segni della vita che trascorre.
Non parlo certo dei lavori quotidiani, per retrovie intendo coloro più fortunati che vivono con poche “magagne” con poche zavorre da portare. Quelli in prima linea, invece, sono quelli a cui la vita ha dato molte prove, a volte durissime ed insopportabili.
Non c’entra l’occupazione, la fama, il successo o l’oscurità del mondo: è un cammino che tutti facciamo, che inizia nel grembo materno e termina nella polvere: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris” – ricordati uomo che polvere sei e polvere ritornerai (Genesi 3,19).
Inizia il cammino di ognuno con il primo pianto che ci modifica i polmoni, con la prima sbucciatura che ci lascia la cicatrice superficiale, sino a quelle più profonde che ci scolpiscono l’animo, lo spirito, e ci formano o deformano il carattere. Ci sono bimbi, alcuni ancora in fasce, che già portano segni profondi della battaglia appena iniziata, e anziani, ultracentenari che sembrano nemmeno scalfiti dalla dura e difficile vita che hanno affrontato.
E’ la Vita!
Eugenio Malaspina 2021
“Storie che vanno via veloci disperdendosi nel vento come fili di fumo. Il fumo è testimone di un fuoco. La legna finisce il fuoco si spegne. Rimane l’odore del fumo, che è ricordo. Del fuoco resta la cenere, che è memoria. Rovistando tra la cenere si pensa al fuoco che fu. Ricordare fa bene, è un buon allenamento per resistere e tirare avanti.” (M. Corona) (da Nel legno e nella pietra – Mondadori editore 2003)