Scinto si racconta (seconda parte)

Scinto si racconta (seconda parte)
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Prosegue il lungo racconto di Luca Scinto su instagram a Pro Cycling Fanta, ecco a voi la seconda ma non ultima puntata…

Scinto si racconta, seconda parte….

Vita da allenatore…

Tra i corridori che ho allenato e che ho amato di più, ci sono Oscar Gatto e Filippo Pozzato.

Pozzato ha una classe cristallina, Filippo Pozzato purtroppo non ha reso, non ha fatto per quello che poteva fare, ma lui è contento così. Aveva una classe immensa.

Aveva una classe immensa.

Il top del top con cui ho legato di più è stato Giovanni Visconti. Non dico sia stata la mia creazione, perché si è creata da se, ci mancherebbe, anzi, fanno tutto gli atleti, sono forti.

È stato, anzi lo è ancora, un corridore determinato che fa il corridore, ha la testa da atleta, si allena con la testa, può insegnare a tanti giovani a fare il corridore.

Mi è rimasto nel cuore anche perché è quello che mi ha fatto crescere ciclisticamente come direttore sportivo e mi ha portato fino a certi livelli, io e lui avevamo feeling in corsa e fuori corsa.

C’era complicità come con la moglie, una fidanzata, uguale, c’era complicità tra me e lui..

Fra me e lui era tutto facile e quando è così rende al massimo l’atleta e anche il direttore sportivo.

Il ciclista di ora che impressiona di più

Dire Pogacar è scontato, dire van Aert, dire van der Poel, Evenepooel, anche, sono corridori incredibili.

Oggi ci sono dei corridori giovani incredibili, non so come fanno quelli che fanno ciclocross ad andare forte tutto l’anno, per me è impressionante. So per certo, e lo metto per iscritto, che questi che vanno cosi forte ora avranno una carriera breve, a 27 28 anni saranno già calati.

Questo è il mio punto di vista, mi sbaglierò, non sono mica un indovino. La mia esperienza mi dice che quando arrivano a una certa età poi calano perché quando vanno troppo forte da giovani per me è normale che vengono stressati emotivamente e fisicamente. Non si vedranno più corridori forti a 36, 37 anni. Non si vedranno più un Valverde, un Nibali, un Visconti, corridori di una certa età andare forte fino a 38, 39, 40 anni, mantenere suppergiù lo stesso livello.

Il fuoriclasse Ganna

Corridori forti ci sono, purtroppo non ci sono italiani. Spero che il prossimo anno esca fuori Antonio Tiberi, per me è uno che potrebbe diventare un ottimo corridore per Giri a tappe. Corridori giovani, a prescindere dal Ganna, non ne vedo. Mi ha impressionato la sua forza, va veramente forte, per me può vincere qualsiasi corsa, non un grande giro, perché dovrebbe cambiare troppo il suo fisico e non so se poi arriverà il momento.

Ce ne sono tanti giovani forti, ma che diventeranno fenomeni credo che in Italia non ce ne sono. Per ora ci sono buoni corridori.

Lorenzo Rota, è stato un mio corridore, è forte, ce ne sono giovani ma per ora fuoriclasse non ne vedo.

L’unico fuoriclasse per me, in questo momento, è Filippo Ganna.

A prescindere da Nibali che lo è stato e sono convinto che darà ancora qualche segnale il prossimo anno però, senza offendere nessuno, oggi il fuoriclasse è Ganna.

Non voglio offendere nessuno ma sono convinto che senza Ganna nel quartetto, vincere le medaglie in pista credo che sia molto difficile anche se ci sono tanti ragazzi che vanno forte. Ganna fa la differenza, fa la differenza alla grande.

Mi ha entusiasmato e mi piace tantissimo.

Bartoli o Bettini, chi ha più classe?

Senza alcun dubbio Bartoli. Ha vinto di più Bettini, però a Bartoli gli veniva tutto facile, veramente un fuoriclasse.

Si sta parlando però di due campioni. Bettini, un pochino sotto, ma gli veniva tutto facile, non aveva nemmeno bisogno di allenarsi tanto, correndo si allenava e andava forte.

Si sta parlando di due corridori, con Bartoli ci ho legato di più, ho corso anche con Bettini, però per me Bartoli era veramente un fuoriclasse, ha vinto poco, meritava una Sanremo, un mondiale per la classe che aveva.

Bettini è stato più cinico nelle corse.

Non bisogna avere fretta, qui ora vogliono tutto subito, sia i corridori sia chi li gestisce.

Vedono questi ragazzi giovani che sono esplosi ora e tutti vogliono assomigliare ai Van Der Poel.

Non c’è più il dilettantismo, da juniores vogliono passare professionisti e vogliono diventare fenomeni e rischiano di bruciarsi.

Per me un buon corridore lo si vede a 24, 25 anni, a 26 si vede se può diventare un campione o no.

Bisogna andare calmi, abbiamo troppa fretta, anche i ragazzi di oggi purtroppo vogliono tutto subito.

Il ciclismo ieri e oggi

E’ cambiato tutto. E’ cambiato le modalità di all’allenamento, sono ancora più raffinate più dirette, sono cambiate le biciclette, scorrono di più.

Ho la 40 Colnago del mondiale del 2002, vai con quella bici a fare un giro di pianura, fai fatica ad andare a 35 chilometri all’ora. Ci vai con la bicicletta di adesso, una di quelle che abbiamo noi, e fai i 40 all’ora senza problemi.

Le bici, le ruote hanno una una scorrevolezza un rendimento pari, dai miei tempi ad ora, al 50% in più.

Oggi poi ci sono i nutrizionisti, i preparatori, i motivatori, il dietologo. Oggi mangiano non più al ristorante ma c’è il cuoco del team, che imposta una dieta calibrata. Tutte queste teorie mediche, tutte queste teorie di allenamento portano il fisico all’estremo però portano a un rendimento incredibile.

Ora fare il professionista ad alti livelli non è semplice, nelle grandi squadre lo si può fare, nelle piccole squadre ora il divario è ancora peggiorato. Prima si era una o due spanne sotto ora è anche 5,6 spanne sotto. Questa è la differenza tra una professional e una worldtour.

Squadre WorldTour

Non c’è gente che investe nel ciclismo. Non voglio fare nomi ma c’è gente che dice: quando smette di correre faccio la squadra worltour. Poi non trovano i soldi e non fanno. Per fare una squadra worltour ci vogliono dai 15 ai 20 milioni di euro. Per una squadra fatta bene, normale, poi non stiamo a guardare gli arabi o la Ineos che spendono il doppio.

Per fare una squadra worltour ci vuole un grosso budget e in Italia non hanno la mentalità per investire, per ora non hanno trovato la persona giusta. Il ciclismo, come marketing e appetibile perché quello che spendono nella pubblicità nel ciclismo ripaga in tante cose. Speriamo che il santo Cassani riesca a fare una squadra worldtour. Se non ci riesce neanche lui allora è segno che non ci sentono.

Sul Giro d’Italia 2022

Un bel Giro, misto, duro, impegnativo nel finale. Ci sono delle belle tappe poi l’ho visto, non sono tanto interessato al Giro quest’anno, sarà come sempre un grande bel Giro. Spero che ci siano dei grandi campioni a correre a partecipare.

Mi piacerebbe vedere Roglic, Pogacar, Bernal, mi piacerebbe vedere al Giro tutti questi campioni.

Credo che il Giro d’Italia e il Tour de France lo devono fare i campioni e perché non devono fare sia il Giro che il Tour?

Possono evitare di fare le classiche e fare il Giro e il Tour. Mi piacerebbe vedere tutti questi campioni al Giro d’Italia perché il Giro d’Italia ci sono le salite vere, al Tour ci sono le salite ma non come quelle del Giro, molto più dure.

Il tour è sempre il tour, è più appetibile, ti dà gloria, ti dà guadagno, interessa agli sponsor. Il tour è ancora superiore agli altri Giri per marketing e altre cose. Per me il Giro d’Italia rimane la più bella corsa del mondo, più del Tour però il tour ha un marketing superiore è potente il Tour, è potente.

I team più forti

La UAE è la squadra più forte in assoluto, mi sembra che si sia rafforzata in tutti i settori e sarà difficile da battere.

Poi c’è la Ineos, la Movistar che si è un po’ indebolita, l’Astana è rimasta nello standard come sempre. La Jumbo è forte anche lei ma sarà la strada che deciderà chi è il più forte. Non sempre il dio soldo fa la squadra più forte perché compri i corridori più forti.

Carattere?

I problemi caratteriali tra corridori e direttori e manager ci sono, c’è chi li nasconde, chi riesce a superarli, chi li fa vedere al mondo intero e quando succede una cosa come Lopez alla Vuelta, che hanno visto tutti in eurovisione, è normale che la squadra deva prendere dei provvedimenti sennò poi non ha più in mano il cosiddetto bastone. Se non si fosse visto tutto il casino che è successo alla Vuelta, forse era una cosa che potevano risolvere diversamente.

I problemi nelle squadre grosse e in quelle piccole ci sono, ci sono dappertutto ed è normale che ci siano. Deve essere bravo il manager e direttori o chi ti comanda a gestire la situazione. Una squadra che mi piace, tanto, proprio tanto è la Quick Step, per me ha dei direttori sportivi incredibili, una organizzazione bellissima, corrono in una maniera esaltante e Lefevere è per me il miglior manager che c’è in circolazione in questo momento nel ciclismo mondiale.

Remco Evenepoel

Può arrivare a vincere tante gare, può arrivare a vincere tante gare, un grande Giro credo ancora che sia presto. Credo che sia meglio, come ha detto Patrick, che punti alle classiche e tra qualche anno alla classifica di un grande Giro.

No, non è sopravvalutato, ha veramente classe. Lui viene da un infortunio che a qualsiasi altra persona ci vorrebbe un anno e mezzo prima di ricominciare a camminare, ragazzi non scherziamo. Si fa presto a parlare in poltrona guardando la televisione. Viene da un infortunio serio, si è ripreso bene, ha corso, ha fatto bene a correre anche un Giro, e vediamo, vediamo, vediamo. Un altr’anno sarà a livelli altissimi. Quest’anno se correva il mondiale diversamente poteva arrivare alla fine con Alaphilippe. Un altro corridore che a me entusiasma in modo incredibile, mi piace tantissimo come ha vinto 2 mondiali, correndo, rischiando di perderlo, attaccando. Mi piace, mi entusiasma veramente, mi piace tantissimo.

Il ciclista sognato

Ma sai, nelle mie squadre mi toccava prendere i corridori o che tornavano dalle worldtour o da altre professional per riuscire a ritemprarli. Ho avuto la fortuna di avere bei ragazzi, da Gatto che doveva smettere e con me è riuscito poi a vincere una gara a Tropea. Clark, sta facendo una bella carriera, ce n’è tanti di corridori che sono passati da me, da Citracca e poi hanno fatto carriera. Uno di questi è anche Rota che l’anno scorso, fra poco vinceva San Sebastian, anche lui a novembre era senza squadra. Ha corso con noi, ha fatto un hanno fatto bene, e dopo è andato in una worldtour.

Sai poi è facile criticare Scinto e dargli le mazzate, però se vai a vedere qualcosa di buono siamo riuscite a fare anche noi. Tutti non li possiamo prendere, tutti non li possiamo riconfermare, mancano i soldi, il bugget è quello che è, è inutile nasconderlo e fai la squadra come puoi farla.

Però qualcosa di buono abbiamo fatto anche noi con i corridori che erano senza squadre e si sono ritrovati a correre nelle worldtour. Mi vengono in mente un pochino così. Velasco era senza squadra, Lorenzo Fortunato è passato con noi, nessuno lo voleva, Fortunato nessuno lo voleva e quest’anno ha vinto sullo Zoncolan. L’anno scorso l’abbiamo lasciato libero perché lui voleva giustamente andare a guadagnare un po’ di più, noi non gli si poteva dare i soldi che gli avevano offerto e l’abbiamo lasciato libero. Sapevo che Fortunato sarebbe diventato un ottimo corridore, che vincesse una tappa del Giro no, ma che avesse le capacità di diventare un ottimo corridore si.

Martinez Daniel è un corridore che è passato con noi a 19 anni e gli ho fatto fare due anni di fila Giro d’Italia. L’ho fatto correre poco, l’ho gestito bene e poi è andato nelle worldtour e ora è uno dei corridori che può vincere un Giro d’Italia. Martinez nessuno lo conosceva, nessuno lo conosceva. Quando io dicevo allo sponsor Wilier Triestina, guarda Martinez è un corridore forte, loro mi dicevano, ma sei sicuro? Io gli rispondevo che questo diventerà un corridore in futuro, lo è diventato. Qualche sbaglio lo abbiamo fatto anche noi, per l’amor di Dio, non sono mica indovino però abbiamo avuto tanti ragazzi, tanti corridori, Rodriguez che ora corre nella Total Energies. C’è stato Jacopo Mosca, oggi alla Trek-Segafredo, ce ne sono tanti ragazzi passati per la nostra squadra.

… la seconda puntata termina qui ma non è ancora finita!

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