«L’ignoranza conviene a chi vuole che l’illegalità continui»1
Sono le parole di Don Giuseppe Puglisi, più noto come 3P o Padre Pino Puglisi. Costretto a chiamarsi Padre pur non essendo un religioso ma un semplice parroco poiché, quel prefisso, gli è stato usurpato dai boss e caricato di tutt’altri significati.
L’ignoranza pertanto è voluta e si può essere in tale stato anche con più lauree nel cassetto. L’ignoranza è una delle armi più potenti in mano alle organizzazioni criminali, che si sostituiscono alla scuola, alla parrocchia, alla politica vera oramai scomparsa.
E’ un dato certo il fatto che le mafie hanno contaminato la terra più della peste. La mentalità mafiosa è ovunque, in ogni regione, provincia, comune, istituzione, casa e parco. Spesso si nega la loro esistenza, la politica stessa ne sminuisce la gravità, non la nomina con il giusto titolo o non ne parla affatto e tanto meno legifera per soffocarla.
Le mafie producono effetti devastanti per la società: inquinamento, degrado ambientale, degrado culturale, cancellazione dei veri valori sociali e umani per sostituirli con la violenza e il denaro.
Tanti mali, tante tragedie umane sono figlie delle organizzazioni per delinquere, favorite da azioni o non azioni di parte dello Stato. Si proprio gli uomini appartenenti alle istituzioni con il loro non fare, o far male, danno nutrimento alle cosche che invece di seccarsi e morire come erbaccia, producono sempre nuove foglie e nuovi fiori velenosi.
Chi dice che le Mafie non esistono o è bugiardo o ne fa in qualche modo parte.
La criminalità organizzata, alias Mafie, alias Cosa Nostra, vive proprio grazie all’azione volontaria e/o involontaria di chi fa o non fa nulla per estirparla.
Basterebbe eliminarla totalmente da una via di Napoli o di Palermo, anche con l’uso dell’Esercito. Poi si passerebbe a più vie ed a un intero quartiere, per poi bonificarne altri sino all’intera città.
Maniere forti, terapia d’urto, non c’è altro modo. La politica ha bisogno di voti e dove li va a cercare? Proprio da chi li ottiene con il terrore. Maledetti!
Il 15 settembre del 1993, 3P (Padre Pino Puglisi) viene assassinato davanti alla Chiesa dove predicava. Erano in due, uno gli si è avvicinato e gli ha stretto la mano, l’altro gli ha puntato la canna della pistola alla nuca ed ha sparato.
Il movente fu che con il suo agire sottraeva forza lavoro alla criminalità organizzata. L’indomani Giovanni Paolo II scomunicò tutti i mafiosi. Guai a parlare in nome di Cristo con le mani insanguinate, guai a trasformare il cristianesimo in una setta di assassini e violenti. Il giorno in cui 3P fu proclamato Beato, Papa Francesco ha rincarato la dose ricordando che chi aderisce alla mafia è ipso facto scomunicato dalla Chiesa con tutto quello che ne consegue; «i mafiosi, avendo abbracciato la religione della violenza, si pongono da soli fuori dalla comunità dei cristiani» .
Perché i Papi sono arrivati a questo? Ce l’ha spiegato tempo fa Giovanni Falcone in una intervista raccontata nel libro «Cose di Cosa Nostra», «entrare a far parte della mafia equivale ad entrare a far parte di un’altra religione»2, i mafiosi usurpano i valori cristiani, i riti e quant’altro attribuendo loro ben altri significati. Tra tutti i persecutori dei cristiani vi sono anche loro, i mafiosi, alla pari dei nazisti, dei miliziani dell’Imperatore di Roma e di tutti coloro che ci perseguitano e uccidono anche oggi nel mondo.
Quella di Padre Pino Puglisi è una storia d’amore esemplare. Un uomo che ha dato la propria vita per i fratelli più piccoli, un uomo che ha portato Dio tra i più poveri della terra, un cristiano che ha sorriso ai suoi carnefici.
Grazie a quello sguardo, coloro che gli hanno sparato si sono pentiti e convertiti. 3P ha vinto la morte donando la vita. Perché non imitare il suo esempio?
Don Pino Puglisi, in un appunto scriveva: «Quale tipo di prete vogliamo formare? Preti consapevoli della loro identità ontologica e operativa, dinamica, uomini maturi, formati di tutte le qualità che fanno una personalità umana perfetta. Non vogliamo preti a mezzo servizio, non vogliamo preti funzionari, burocrati, vogliamo un testimone delle realtà soprannaturali…non abbiamo bisogno di molti preti ma di preti santi. La mediocrità non può coabitare con la santità…il clericalismo ha distrutto i carismi e i ministeri»3
Lo stesso concetto lo si può applicare alle donne e agli uomini dello Stato: servono persone Giuste, Vere, Oneste, Incorruttibili.
- Don Pino Puglisi, Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Francesco Deliziosi, Ed. Bur Rizzoli pag. 97
- Don Pino Puglisi, Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Francesco Deliziosi, Ed. Bur Rizzoli pag. 50
- Don Pino Puglisi, Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Francesco Deliziosi, Ed. Bur Rizzoli pag. 187
Dal libro Storie d’Amore che non interessano a nessuno, Eugenio Malaspina