Chi non pedala e non conosce il dolore non può capire.
Non è un vizio, non è un capriccio, non è una perdita di tempo, è una medicina, è vivere, è essere un tutt’uno con il creato.
Non importa arrivare primo o ultimo, quello che conta è arrivare e, soprattutto, ripartire.
Un giro in bici spesso ti fa riflettere sulla vita.
Iniziamo a vivere dal concepimento e quindi il nostro viaggio inizia da quel momento.
Come nella vita, lungo la strada pedalata incontriamo molta gente e con essa percorriamo un tratto del nostro viaggio a volte lungo a volte brevissimo.
Troviamo quello che va più forte di noi e quello che va più piano ma nessuno sa quale strada hanno fatto gli altri sino a quel momento.
Nessuno sa quali cime hanno scalato, su quali discese si sono lanciati, quali strade tortuose e piene di insidie hanno affrontato e superato.
Sappiamo solo che ora stiamo pedalando uno a fianco all’altro, uno dietro l’altro e siamo consapevoli che, ad un certo punto, le strade si divideranno ancora.
Nella vita, non bisogna giudicare nessuno perché non sappiamo poco o nulla dell’altro, né da dove viene né dove va, né quante volte è caduto e quante volte si è rialzato da solo o aiutato, non sappiamo nulla neanche se ci dialoghiamo.
In quel breve istante però possiamo condividere fatica e sudore, gioia e dolore e aiutarci reciprocamente.