Dagnoni ha mentito
Si è vero, Dagnoni ha mentito ancor prima di essere eletto presidente della Federazione Ciclistica Italiana.
Non c’entra questa volta Mario Cipollini, ma uno dei suoi obiettivi a cui ha rivolto parole pesanti, infuocate, in varie occasioni.
Stiamo parlando di Davide Cassani,
Nel suo libro “Ho voluto la bicicletta“, edito da Rizzoli, a pagina 10 che in realtà è la seconda facciata afferma:
“…quando avevo chiuso la telefonata – dall’altra parte c’era Roberto Amadio che da qualche giorno era diventato ufficialmente il nuovo team manager delle nazionali – mi ero reso conto di essere un CT praticamente sfiduciato. Sarei partito per i giochi ma la mia storia Azzurra era arrivata al capolinea.
E dire che prima di essere eletto presidente della federazione, a febbraio, Cordiano Dagnoni mi aveva voluto rassicurare, mi aveva detto che se avessero votato lui, io sarei stato riconfermato commissario tecnico e coordinatore di tutte le nazionali azzurre. Ci avevo creduto, ma nella settimana e nei mesi successivi mi ero reso conto che il vento era cambiato, l’arrivo di Amadio me lo aveva confermato“.
Amadio l’aveva chiamato per dirgli che non c’erano più accrediti per Tokyo e che quindi dopo la corsa in linea e la cronometro lui, ancora Ct della nazionale, sarebbe dovuto tornare a casa.
“Davide, dovrai tornare da Tokyo dopo la crono, non può rimanere per le gare in pista, non ci sono accrediti per tutti” sono le testuali parole riportate da Cassani nel suo libro.
Che non la prese bene era evidente già dal primo momento e lo riportarono le cronache di molti giornali del settore.
L’averlo raccontato con profondo dolore, nelle prime righe del suo libro autobiografico, sta a testimoniare il grande dolore provato e non ancora metabolizzato e dimenticato.
Stando a quanto dice Davide Cassani, è palese che l’attuale presidente della Federazione Ciclistica Italiana non ha mantenuto la parola data all’ex professionista ed oggi anche ex CT della Nazionale Italiana di ciclismo.