Sono ad Assisi, la città di Francesco, famosa in tutto il mondo è chiamata città della pace ed è situata in Umbria a pochi chilometri da Perugia e sulla strada verso Spello, Foligno e Spoleto.
L’itinerario di oggi parte dal piazzale antistante la basilica di Santa Maria degli Angeli, all’interno della quale è custodita la Porziuncola.
La Chiesetta intitolata a Santa Maria degli Angeli, edificata probabilmente nel quarto secolo è stata poi trasformata dai monaci benedettini nell’attuale cappella nel decimo/undicesimo secolo.
Prende il nome dalla zona detta porziuncola che, letteralmente, indica la piccola porzione di terreno su cui sorgeva.
Rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, è la terza chiesa ad essere restaurata direttamente da San Francesco tra il 1206 e 1208.
Gli fu poi donata dai benedettini per farne il centro della sua famiglia religiosa.
In quel luogo Francesco comprende a fondo la sua vocazione, vi si stabilisce con i primi frati fondando, nel 1209, l’ordine Francescano.
Alla Porziuncola, nel 1216 chiede e ottiene da Cristo l’indulgenza del perdono di Assisi, inoltre, qui nel 1211 Santa Chiara riceve l’abito religioso e fonda l’ordine delle Povere Dame Clarisse.
Sempre in questo luogo, il 4 ottobre 1226, Francesco è passato alla vita eterna.
Ora mi mi trovo nel punto più alto ovvero alla Rocca Maggiore che sovrasta tutta Assisi e da cui si può ammirare Santa Chiara, la piana d’Assisi, Santa Maria degli Angeli e Rivotorto.
Sotto a noi, oltre Santa Chiara possiamo ammirare San Rufino, dove san Francesco si è presentata a cavallo per partire verso le crociate e dove nelle adiacenze abitava Chiara.
Un po’ più a valle, a circa metà salita scorgiamo il campanile di San Damiano, la prima chiesa ristrutturata e rimessa in sesto da Francesco.
Dalla Rocca Maggiore sono sceso direttamente in Piazza San Rufino dove possiamo ammirare la facciata della bellissima chiesa che fu anche sede vescovile.
Sulla sinistra vi era la casa dove abitava Chiara con la sua famiglia.
Dopo un altro breve tratto di discesa per vicoli e stradine molto caratteristiche siamo arrivati in piazza Santa Chiara.
Qui si erge la Basilica dedicata appunto alla santa e in cui sono custodite le reliquie e le spoglie.
Questa chiesa fu severamente danneggiata dal terremoto del 1997 e venne ristrutturata in pochi anni e ora le suore sono tornate a viverci.
In questa stessa piazza vi era la tipografia di Luigi e Trento Brizi, padre e figlio.
Qui, durante la seconda guerra mondiale, stampavano le carte d’identità e altri documenti falsi che servivano per salvare la vita agli Ebrei rifugiati in città e in molte altre parti d’Italia come Firenze, Genova, Perugia.
Bisogna qui ricordare le imprese umane di Gino Bartali che faceva da corriere portando, nascosti nei tubi della bici, le fotografie e i documenti falsi.
Da santa Chiara, rimanendo più o meno alla stessa quota si arriva in Piazza del Comune dove si erge il tempio dedicato a Minerva.
Oltrepassando un portico, verso valle, si può visitare la chiesa eretta ove sorgeva la casa dei Bernardone (Pietro e madonna Pica, padre e madre di Francesco).
Dalla piazza del Comune si prosegue sulla stradina a destra e si attraversa praticamente tutta Assisi raggiungendo quello che un tempo era chiamato il colle dell’inferno e che oggi è il Colle del paradiso.
Qui vi è stata eretta la basilica superiore e la basilica Inferiore dedicata proprio al santo patrono d’Italia.
Ha una duplice importanza perché è sia un luogo di culto famosissimo e importantissimo (vi è la tomba con le spoglie di san Francesco) e perché vi sono contenute delle opere di valore inestimabile realizzate da Giotto e dalla sua scuola.
È raccontata, per immagini, tutta la vita del Santo in modo tale che anche gli analfabeti di quel tempo potessero comprendere e capire la vita di colui che ha cambiato i cuori e le anime di milioni e milioni di persone.
Da qui si può ammirare tutta la valle e ancora una volta la bellissima cattedrale santuario di Santa Maria degli Angeli, visibile da tutta la vallata.
Dalla basilica superiore ho raggiunto il piazzale della Basilica inferiore e poi la chiesa di San Pietro.
Da qui, riportandomi sulla via principale, sono risalito sino ad incontrare la svolta sulla destra che mi ha condotto a San Damiano.
È la chiesa, come dicevo prima, che San Francesco ha ristrutturato, ha rimesso in piedi dopo che il crocifisso gli aveva parlato dicendogli: “ricostruisci la mia casa che va in rovina”.
È una delle chiese che a me piacciono di più. È piccola, semplice, dentro è molto raccolta e calda, ha un bel chiostro. Va visitata assolutamente.
È un luogo mistico, favorisce il raccoglimento e la preghiera.
Al piano superiore, in un grande salone vi dormivano le sorelle di Santa Chiara e Chiara stessa. In un angolo sulla sinistra, appena dopo l’ingresso, vi è il luogo dove Chiara morì nel 1252.
Sempre al piano superiore si trova una botola che dà sull’altare della Chiesetta, da lì Santa Chiara malata ascoltava e seguiva la messa celebrata da uno dei Frati.
Lasciata a San Damiano svoltiamo verso Spello e transitiamo per Foligno per terminare il nostro viaggio in un posto insolito.
Siamo a San Giovanni Profiamma davanti a una piccola Chiesetta con la facciata in stile romanico e fatta su due piani.
In questo luogo è stata affissa una targa che dice: la comunità di San Giovanni Profiamma non dimentica i suoi fratelli e sorelle vittime della pandemia di covid-19.
Questi alberi per un ricordo perenne, giugno 2021.
Proprio dietro, sul lato sinistro della Chiesetta vi è un campo vicino a degli ulivi, in cui sono stati piantati degli alberelli in ricordo dei deceduti a causa della pandemia.
Visitata la chiesetta, veramente splendida, partiamo, stavolta in auto, alla volta di Spoleto.