Un altro anno è passato, ciao Marco Pantani

Pantani
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Non ci resta che ricordarlo ogni giorno dell’anno e soprattutto il 13 gennaio, giorno della nascita, e il 14 febbraio, giorno tristissimo in cui se n’è andato.

Sono passati 19 anni da quel bruttissimo giorno in cui Marco Pantani se n’è andato nell’ombra e nel silenzio.

Ci sono due popoli attaccati allo sport, quello dei tifosi e quello degli sportivi.

Ce n’é un terzo, l’eccezione che conferma la regola, il popolo dei Pirati di Marco Pantani.

E’ quello che ha interrotto il silenzio e cancellato molte ombre, proviene dallo “sportivo”, ne è parte integrante, ma ha un solo fuoco, un solo centro, il Pirata.

Marco Pantani era un uomo con grande talento, che ha saputo incendiare i cuori, che ha sofferto e gioito, che ha fatto patire ed emozionare coloro che lo hanno seguito, acclamato e ammirato in vita.

Come lui anche i Pirati, ogni giorno sulle strade dei social, sulle vie dei media, sull’asfalto delle gare di ciclismo, portano Marco Pantani in giro per l’Europa, continuano ad emozionare, con il suo nome, migliaia e migliaia di persone nel mondo.

I Pirati sono ovunque a sventolare le grandi bandiere con la sua effige, a srotolare e appendere enormi striscioni a lui dedicati.

Armati di pennelli e litri di vernice, sono sulle rampe più dure delle salite più belle a dipingere il nome “Pantani” sull’asfalto.

“Pantani”,”Pantani”,”Pantani”,”Pantani”,”Pantani”, scritto ripetutamente e senza stancarsi mai per metri e metri, in rosa e in giallo a ricordo del Giro d’Italia e del Tour de France vinti nel 1998.

Molti da quel 1999 lo hanno insultato, lo hanno abbandonato, lo hanno rinnegato, lo hanno diffamato e calunniato, altrettanti però, nel silenzio, anche nell’anonimato, gli sono sempre stati vicini.

I “Pirati” sono sulle strade, a volte in pochi, a volte in moltissimi ma sempre e comunque in rappresentanza di TUTTI.

Un popolo, quello dei Pirati sempre vicino alla famiglia, a Tonina e Paolo Pantani, a Manola che ci rifocilla con le sue stupende piadine, ai nipoti e pronipoti.

Oggi lo si ricorda solo diversamente, perché non c’è giornata che non si tenga vivo il suo nome.

Vai Marco! Vola.