Fa discutere la notizia dei giovani professionisti che scendono di bicicletta e si dedicano a tutt’altra professione.
Recentemente hanno lasciato Gabriele Benedetti e Mattia Petrucci
Del tema hanno parlato illustri esponenti del movimenti ciclistico, giornalisti, amatori e quant’altri.
Perché ciò accade?
Possono essere molti i motivi ma soprattutto ci si possono porre tante domande.
Forse non trovano l’ambiente che speravano?
Forse non è l’ambiente Limpido che molti pensano sia?
Forse si rendono conto di non essere tagliati per questo tipo di sport/lavoro?
Oppure capiscono che in fondo il fisico non gli permette di fare il salto di qualità e diventare leader?
C’è chi cerca le risposte nella formazione, negli anni delle categorie minori nelle quali probabilmente molti errori si fanno.
Una volta, anni ottanta e novanta, quando correvo io molti raggiungevano la categoria dilettanti e lasciavano, tanta era la stanchezza e l’esaurimento divuto alla ricerca spasmodica di trofei, di vittorie e obiettivi vari.
Dopo le categorie esordienti, allievi e juniores non era raro trovare gente esausta e stufa, priva di stimoli e voglia di continuare a tentare lo sbarco nella categoria dei professionisti.
Per certi versi nulla è cambiato da allora e la responsabilità, ancora oggi, la si può individuare in una forma di educazione al successo che parte in primo luogo dalla famiglia.
Sembra quasi che ti venga urlato continuamente, in casa al lavoro, in qualunque ambiente questo: devi vincere, devi vincere, devi essere il migliore, devi essere il primo, deve riuscire a qualunque costo, devi essere più bravo, devi, devi, devi.
La pressione può far saltare anche le persone più forti.
Sono solo questi i motivi o ve ne sono altri? Probabilmente sì.
Solo chi sale su quei bus, solo chi entra in quel sistema e in quell’ambiente in maniera professionale, può veramente capire e cogliere pro e contro, colori e sfumature, vantaggi e svantaggi, igiene e sporcizia.
In un’epoca che ha messo al centro di tutto l’apparire, è evidente che ciò che si vede è solo un lato, un piccolo aspetto di ciò che è in realtà la sostanza.
Questo vale per tutto, per ogni ambiente, non fa certo eccezione il mondo del ciclismo.
Se si vogliono capire veramente i motivi di questi abbandoni bisognerebbe analizzare nel dettaglio e con estrema sincerità, responsabilità è obiettività ogni aspetto e situazione del sistema ciclismo.