La più corta dal 1985. Tappa della vergogna

La più corta dal 1985. Tappa della vergogna
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La tappa già ridotta è stata addirittura mutilata.

Doveva essere di 199 chilometri, poi di 140 e alla fine di 75.

Molte le opinioni contrastanti, molte di più le critiche viste e considerate le condizioni non così disastrose.

Ci poteva stare il primo taglio ma il secondo? Molti, compreso il sottoscritto e tanti corridori, pensano di no.

Gianni Moscon Astana Qazaqstan team, va giù duro.
«Si era già cominciato ieri sera a parlare del maltempo, di possibili cambiamenti, di una tappa diversa da quello che era previsto.

Stamattina si sono fatte diverse ipotesi, dobbiamo dare atto agli organizzatori che
hanno pensato a noi corridori, mi spiace per coloro che avevano disegnato una grande tappa.

È vero che c’è il maltempo, ma per me si poteva correre, poi se qualcuno voleva fermarsi poteva farlo. Non ce l’ha ordinato il dottore di fare i ciclisti professionisti. Se non ci piace, possiamo cambiare lavoro».

Lo stesso Stefano Garzelli, ex ciclista, ora commentatore tecnico Rai ha detto:
«A mio parere non ci sono le condizioni per applicare il protocollo per le condizioni estreme. Tra l’altro stamattina si parlava della
cancellazione della Croix de Coeur, la cui discesa è molto più impegnativa e rischiosa di quella del Gran San Bernardo, invece si è
arrivati alla cancellazione della prima salita. È evidente che si è trattato di un accordo, con l’organizzazione che ha accolto in parte le
richieste dei corridori ma ha preteso che ci sia gara vera nella parte finale della tappa»

E poi ci ha pensato Jack Haig ad ipotizzare maggiori rischi derivanti dal taglio della corsa.
«Non sono d’accordo con la decisione perché stamattina diversi corridori volevano eliminare la Croix de Coeur dal percorso a causa della superficie potenzialmente pericolosa in discesa. E poi perché in vetta non hai tempo per indossare giacche che
ti proteggano. Ora partiamo ai piedi della salita, in salita ci scalderemo, ma poi si arriva a una pericolosa discesa in cui molti corridori rischieranno per recuperare. Quindi non capisco il compromesso».

Luis Leon Sanchez:

Non si può decidere di modificare il percorso un’ora prima della partenza, in quanto è una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi che si sono assiepati sul Gran San Bernardo.

Davide Cassani ha detto ai microfoni Rai in diretta, che l’ha fatta poco prima e non ha incontrato nulla di così brutto che giustifichi la scelta presa.

Anche il responsabile tecnico EOLO-KOMETA ha affermato che ls tappa non doveva essere tagliata. Non vi erano condizioni proibitive, anzi, tutt’altro.

Che senso ha questa decisione? Ben non fa al Giro d’Italia.

È stato un grave errore.

La tappetta di montagna di è coclusa con uno spettacolino a 3 e nulla di fatto per la classifica.

Come ha detto Garzelli, è stata accorciata una tappa asciutta.

VERGOGNA!