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Le Tour, Pogacar si conferma più forte di tutti meno che di Vingegaard, si complimentano a vicenda

Le Tour, Pogacar si conferma più forte di tutti meno che di Vingegaard, si complimentano a vicenda
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Dopo la cronometro che inaugura l’ultima settimana del Tour de France 2023, Pogacar si conferma più forte di tutti meno che di Vingegaard.

Per l’Italia si registra un successo, Ciccone è stato il più forte in salita, ha ottenuto il risultato che voleva ottenere, punti per la maglia a pois che indossa assieme ai pantaloncini coordinati. Dovrà guardarsi bene le spalle proprio dai due superman, che lo seguono a ruota nella classifica degli scalatori.

Quei due, Pogacar e Vingegard, possono essere superati solo se si ritirano, se si ammalano. Tra loro e gli altri un abisso che parte con più di 8 minuti del terzo in classifica.

Il terzo posto, che segna l’inizio della classifica dei grandi umani, vede Adam Yates UAE, e Carlos Rodrigues INEOS, avvicendarsi con solo 5 secondi di differenza.

Il quinto, J. Hindley è a 11 minuti e 15 secondi. A chiudere la Top Ten c’è Fall a 18 minuti e 19 secondi. Distacchi abissali a cui non eravamo più abituati.

Che vinca uno o l’altro a me importa relativamente poco, è già un successo sportivo ammirarli correre e stringersi la mano a fine gara. Non tifo né per lo sloveno né per il danese, ma per lo sport in generale e questo in particolare che seguo e amo da sempre.

Sono, siete professionisti certo ma è pur sempre sport con la S maiuscola.

Molti storcono il naso al fair play di fine gara, quando gli avversari si abbracciano e si complimentano a vicenda. Inizialmente mi dava l’idea di qualche cosa di imposto dai team manager, qualche cosa di finto, di scenografico.

Mi sono ravveduto, in quei gesti vedo l’essenza dello sport che è sempre stata presente nel Rugby, che ho ammirato seguendo la squadra della mia città, ancora una volta campione d’Italia.

L’essere ben pagati, essere professionisti dello sport non deve rendere insensibili ai valori puri che ne sono l’essenza.

In passato vivevamo le rivalità tra Moser e Saronni, prima ancora tra Coppi e Bartali, oggi non sono più possibili.

L’Italia, insieme alla Francia, non occupa più la posizione centrale di uno sport che era principalmente europeo.

Il ciclismo è veramente mondiale, lo dimostra anche la presenza di atleti africani, australiani, asiatici, di ogni paese del mondo.

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