Quello che vi sto per dire per Amore riguarda certamente tutti ma in particolare sacerdoti, religiosi, religiose e tutti coloro che sono stati chiamati alla vita consacrata. Non si tratta di accusare né di perseguire ma di riflettere su una situazione insostenibile che merita una inversione di rotta.
Seguire cioè la direzione presa da Papa Francesco, ovvero, ripartire dalla Parola di Dio.
Abbiamo bisogno di Santi testimoni di Cristo!
Iniziamo pertanto leggendo Matteo 23, 1-8:
«1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. »
Guardiamoci ora attorno e riflettiamo sulla situazione attuale del clero e chiediamoci come mai vi è una enorme crisi di vocazioni e le Chiese sono semi vuote.
Nella Chiesa si parla di clericalismo, quale è il suo pensiero su tale tema?
Durante una udienza in piazza San Pietro, trasmessa da TV2000 il 20 aprile 2020, papa Francesco si esprimeva così riguardo il.”clericalismo”:
“Il clericalismo è una aberrazione della Chiesa… perché mi distacco dagli altri… io sono il prete che ha la fede, insegno la fede e gli altri se non imparano vanno all’inferno… E questo ci ha fatto tanto danno… una volta uno mi ha detto: sono un mangiapreti. E io gli ho detto, buon appetito, farai pulizia… ci sono testimoni cristiani che fanno del male, allontanano da Dio e… dalla fratellanza… ci vuole una risposta di umanità.”
Entrando nella nuova basilica dedicata a Padre Pio da Pietrelcina in San Giovanni Rotondo (FG), soprattutto nella cripta in cui è custodito il suo corpo, illuminati dalla fede e dalle parole del Vangelo e da un po’ di ricordi della vita del Santo, la prima domanda che viene da porsi è:
cosa c’entra la cripta di Padre Pio con Padre Pio?
La stessa identica domanda sorge spontanea ad Assisi: cosa c’entra il santuario di san Francesco con san Francesco?
Idem a Padova nell’enorme tempio dove sono custodite le reliquie di Sant’Antonio.
Stiamo parlando di Francescani, di persone che hanno scelto di seguire le orme di Francesco e basterebbe questo per capire che la distanza da loro è abissale.
Francesco dove viveva? Come viveva? Perché faceva quella vita?
Riflettiamo!
Nei secoli sopra la parola di Dio, nonostante vi siano stati grandissimi testimoni di fede, si sono costruiti strati e strati di pietra sino a erigere un grattacielo dal cui tetto non si vede né si percepiscono le fondamenta, né si comprendono gli sforzi e il peso che deve sopportare ogni mattone.
Pierluigi Di Piazza, prete, teologo, fondatore del centro di accoglienza “Ernesto Balducci” pone a se stesso e a tutti noi la seguente domanda: come è stato possibile, partendo da Gesù Cristo di Nazaret, costruire nella storia un apparato religioso, di potere e di sacralità che solo in modo vago, intermittente, sfuocato e distorto si riferisce a Lui, di fatto oscurando e tradendo la Sua persona e il Suo messaggio rivoluzionario, nel senso più profondo e completo della parola? (Fuori dal Tempio – Editori Laterza – 2011)
Quante volte sarà capitato anche a voi come a me di chiedervi cosa c’entrano con Gesù i termini eccellenza, monsignore, eminenza, sua santità, i baciamano?
Cosa c’entra Gesù con tutti i palazzi, basiliche, santuari, proprietà immobiliari da ricchi?
Cosa significa sedere alla tavola dei potenti o il vivere nei mega palazzi da 300 mq e più con servitù e tutti i lussi possibili?
Spesso vediamo prelati tirati di tutto punto alla mensa dei capi di stato, in questi momenti bisognerebbe chiedersi: dov’è Gesù con il suo condividere pani e pesci insieme alla gente seduto sul prato all’aria aperta?
Dov’è Francesco che sedeva a tavola con il Papa, Cardinali e il sultano d’Egitto, ma prima andava per elemosina e offriva a tutti i commensali ciò che aveva raccolto, ciò che per lui valeva più di tutti i cibi ricchi perché era frutto della provvidenza e quindi dono di Dio?
No ho mai frequentato il seminario, anche se un tempo ci ho pensato a lungo, pertanto prendo per certe le parole di Di Piazza che ricorda il suo periodo di studi.
Vissuto in seminario dal 1958 al 1972, dice, “Gesù di Nazaret è stato per il primo periodo pressoché assente … in realtà il seminario era un’istituzione totale per forgiare funzionari della religione“.
L’Istituzione Chiesa con i suoi centri di potere, i suoi palazzi reali e i suoi funzionari sacerdoti nel tempio, non è forse ciò che viene descritto nelle pagine del Vangelo a partire da quella qui sopra riportata? Farisei che si fanno chiamare “rabbi” e che caricano di pesi gli altri, pesi che loro non sfiorano nemmeno con un dito.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,27-32
« In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Papa Francesco ci sta riportando alla Parola di Dio praticata più che letta. In questa luce è importantissimo conoscere e approfondire la vita di coloro che hanno vissuto la Parola e ci hanno mostrato la via come Francesco d’Assisi, Madre Teresa di Calcutta, Sant’Antonio, Padre pio, Padre Leopoldo, Santa Caterina da Siena, San Domenico e tanti altri. E per venire a tempi più recenti, come non rimanere colpiti dalle testimonianze di Don Lorenzo Milani, padre Turoldo, Don Tonino Bello, il vescovo Romero, don Pino Puglisi ecc.
Costoro non erano di certo sepolcri imbiancati.
A proposito, il Beato Padre Pino Puglisi, rivolgendosi ai sacerdoti in un appunto scriveva: «Quale tipo di prete vogliamo formare? Preti consapevoli della loro identità ontologica e operativa, dinamica, uomini maturi, formati di tutte le qualità che fanno una personalità umana perfetta.
Non vogliamo preti a mezzo servizio, non vogliamo preti funzionari, burocrati, vogliamo un testimone delle realtà soprannaturali…non abbiamo bisogno di molti preti ma di preti santi. La mediocrità non può coabitare con la santità…il clericalismo ha distrutto i carismi e i ministeri».
Osservando parte del nostro clero, riusciamo a vedere Gesù nato da Maria e Giuseppe in una stalla? Lontano quindi da posti lussuosi e tavole imbandite? O forse ci vediamo molti farisei?
Riusciamo a vedere Gesù bambino visitato dai pastori umili e non dai capi di stato? A vedere Maria e Giuseppe profughi in cammino da Nazaret a Betlemme e, una volta nato Gesù, in fuga verso l’Egitto perché Erode il Grande lo voleva uccidere?
É molto più facile vedere i volti della sacra famiglia incarnati nei profughi che scappano sui barconi e che, se non muoiono in mare, sbarcano sulle nostre coste.
Dove ritroviamo Gesù giovane falegname nel clero attuale?
Bardati da capi lussuosi, da copricapi dorati, da mille armenti, riti ecc, buona parte del nostro clero riesce a raccontare la semplicità della stalla, della via seguita dai magi, la povertà e semplicità scelta da Cristo?
Rileviamo, analizzando la storia clericale, il riguardo di Gesù verso le donne che sono state, tra l’altro, le prime annunciatrici e testimoni di Gesù risorto, di Gesù Vivente oltre la morte. Solo recentemente sta cambiando qualche cosa, solo negli ultimi anni si stanno ristabilendo anche in seno alla Chiesa certi equilibri tra i due sessi. Una certa filosofia ha mantenuto per secoli i due uomo e donna su piani ben distinti e subalterni.
«10 E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato» (Matteo 23 10-12).
Purtroppo troviamo testimonianza diretta di queste parole di Gesù all’interno dell’istituzione clericale.
Papa Francesco, udienza generale del 13 settembre 2023, ha detto: “Dinanzi alle grandi questioni sociali, economiche e politiche di oggi, tanti ne parlano, tanti ne sparlano, tanti criticano e dicono che va tutto male. Ma il cristiano non è chiamato a questo, bensì a occuparsene, a sporcarsi le mani quindi a pregare, anzitutto, poi a promuovere il bene, a costruire la pace e la giustizia nella verità, senza perdere tempo in chiacchiere perché “il chiacchiericcio è una peste!”.
Siamo tutti chiamati alla conversione a partire da chi ha sposato la Chiesa ed è oggi discepolo, apostolo, testimone di Cristo, membro “tonacato” della Cristianità mondiale.
«Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti» (Luca 6,20-26)
Nel discorso di Papa Francesco a Palermo nel 2018, quando incontrò il clero, i religiosi e i seminaristi disse: «anche oggi, al centro di ogni Messa, abbiamo enunciato le parole dell’istituzione, “prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”. Queste parole non devono restare sull’Altare, vanno calate nella vita, sono il nostro programma di vita quotidiano» (vedi video dal minuto 22:30).
Papa Francesco porta ad esempio Don Pino Puglisi e dice che lui viveva così.
Perché allora troviamo nella Chiesa, istituzione di persone, episodi come la vicenda Manuela Orlandi che ha portato alla luce la sepoltura all’interno della Basilica di Sant’Apollinare in Roma, di un esponente della banda criminale della Magliana, De Pedis. Perché?
Papa Francesco sta riportando tutti al Vangelo, troppi tra religiosi e preti, si sono dimenticati di cosa vuol dire essere discepoli di Gesù. Anche tanti Francescani si sono allontanati dalle orme di Francesco. Abbiamo bisogno di Santi anche in tonaca non di funzionari del clero.
«Quando troviamo apostoli che vogliono fare la Chiesa ricca senza gratuità della lode, la Chiesa invecchia, la Chiesa diventa una ONG, la Chiesa non ha vita». Papa Francesco
Il cristiano, ha detto papa Francesco, deve essere “testimone di coerenza. Le nostre testimonianze se non sono coerenti non servono…. se la nostra vita non è coerente non è testimonianza… non solo coerenza nel pensiero, no, coerenza nei linguaggi che noi abbiamo, coerenza nel pensiero, coerenza dell’amore del cuore e delle mani del fare… Coerenza che ci aiuta a distinguere a capire bene quando c’è qualcosa che non va… nella vita ci sono tante finestre per scappare dalla coerenza… quella diplomazia religiosa, fare finta di essere religiosi ben educati ma senza fiducia negli altri…. se non c’è coerenza cosa c’è? Egoismo…. ” (TV2000, Città del Vaticano, Io Credo in udienza da Papa Francesco, 20 aprile 2020)
Abbiamo bisogno di Santi!
Cosa dice San Paolo apostolo a Timòteo (1Tm 3,1-13)?
«Figlio mio, questa parola è degna di fede: se uno aspira all’episcopato, desidera un nobile lavoro. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi e rispettosi, perché, se uno non sa guidare la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall’orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo. È necessario che egli goda buona stima presso quelli che sono fuori della comunità, per non cadere in discredito e nelle insidie del demonio.
Allo stesso modo i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell’uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.