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Sono trascorsi 43 anni da quella sera che ha sconvolto tutta l’Italia civile.
L’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato ha rilasciato una intervista importante a Repubblica.
Avrebbe detto: “Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi”.
E prosegue: “la versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”.
Ricordiamoci anche che tra gli indaganti c’era pure Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala.
La storia l’ha ricostruita benissimo Andrea Purgatori e rimarrà per sempre negki archivi video di LA7.
Il volo Itavia 870, partito da Bologna attorno alle 20.00, alle 20.56 scompare dai radar di Ciampino.
L’ITAVIA 870 non è più visibile, alle 21.06 la torre di controllo di Roma lancia l’allarme.
“La scatola nera dell’aereo aveva registrato dati di volo assolutamente regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 nodi, la quota circa 7630 m (25 000 piedi) con prua a 178°, l’accelerazioe verticale oscillava, senza oltrepassare 1,15 g.”
La mattina del 28 giugno iniziano le ricerche e a nord di Ustica, vengono trovati i resti dell’aereo e i corpi di 38 passeggeri, gli altri non furono mai rinvenuti.
Era il periodo della guerra fredda sempre più tiepida. In quegli anni il mediterraneo era molto frequentato da navi e mezzi della NATO (dalle testimonianze fornite erano presenti due portaerei, una americana – SARATOGA e una francese .
Ustica 43 ANNI DI MENZOGNE
Il gioco definibile sporco dell’Italia va preso in considerazione.
Il Governo italiano si mostrava amico della Libia. Gheddafi possedeva il 13 percento di Fiat e garantiva il 40 percento della fornitura di energia.
La Francia era in guerra con la Libia nel Ciad.
L’Egitto passava dall’alleanza con la Russia ad una nuova con il blocco occidentale.
Cossiga era sotto ricatto del governo libico.
Ricatto anche sulla pelle di 25 mila lavoratori italiani in Libia.
Gheddafi aveva costretto l’Italia a fornigli i nomi degli oppositori del suo governo, una volta avuti il colonnello iniziò ad ucciderli uno alla volta.
Il governo tradì gli italiani.
Gheddafi pretendeva che i suoi aerei potessero entrare nello spazio aereo italiano e che i nostri ne cancellassero la presenza nelle carte del sistema di difesa della NATO.
Per gli USA Gheddafi era il nemico numero 1.
Americani e Francesi erano furiosi per il gioco che facevano gli italiani, stavano un po’ con la NATO un po’ con la LIBIA.
I francesi, che vanno diritti al sodo, avevano avvertito l’Italia, il prossimo MIG che passa lo abbattiamo.
Probabilmente fu quello che accadde, e che coinvolse l’ignaro DC9.
Furono più di 81 le vittime
Oltre agli 81 a bordo del volo ITAVIA Bologna-Palermo, negli anni successivi morirono molti testimoni in maniera violenta, un caso? Difficile crederlo.
- Mario Naldini incidente aereo (Pilota delle Frecce tricolori)
- Ivo Nutarelli incidente aereo (Pilota delle Frecce tricolori)
- Antonio Scarpa morto in casa (Generale dell’Aeronautica Militare italiana)
- Licio Giorgieri omicidio (Generale dell’Aeronautica Militare italiana vittima di attentato)
- Mario Alberto Dettori impiccato (Maresciallo dell’Aeronautica Militare guida-caccia in servizio al radar di Poggio Ballone)
- Franco Parisi impiccato (radarista in servizio alla base di Otranto)
- Pierangelo Tedolti incidente stradale (Colonnello dell’Aeronautica Militare in servizio presso la base di Grosseto)
- Maurizio Gari infarto a 32 anni (radarista a Poggio Ballone)
- Giovanni Battista Finetti incidente (Sindaco di Grosseto)
- Ugo Zammarelli incidente
- Antonio Muzio omicidio
- Sandro Marcucci incidente aereo (ipotesi di omicidio)
- Antonio Pagliara incidente stradale
- Roberto Boemio omicidio
- Gianpaolo Totari suicidio
- Michele Landi impiccato
- Davide Cervia scomparso
Mario Ciancarella, all’epoca dei fatti, era capitano pilota dell’Aeronautica Militare. Divenne punto di riferimento del movimento democratico, diventò il “referente delle rivelazioni da tutta Italia delle vere o false ignobiltà che si compivano nel mondo militare”.
Secondo la sua testimonianza (vedi il video qui sopra) “il DC9 doveva essere abbattuto“, e aggiunge, “è un delitto premeditato volontario eseguito dalle nostre forze armate in ossequio agli interessi statunitensi di liberarsi di Gheddafi“.
Mario Ciancarella venne radiato nel 1983 con un documento, poi rivelatosi falso oltre trent’anni dopo, a firma Sandro Pertini (il Presidente quel documento non l’ha mai firmato, lo dice la perizia calligrafica eseguita).
L’incidente del 28 agosto 1988 a Ramstein
Mario Naldini (nato a Firenze) e Ivo Nutarelli (nato a Palermo) sono due piloti delle Frecce tricolori deceduti nell’incidente aereo avvenuto in Germania il 28 agosto 1988.
Erano in volo quella notte di fine giugno e dovevano testimoniare da li a poco davanti al giudice Rosario Priore.
A causa di quell’incidente, le cui cause non sono mai state ben chiarite, non hanno mai aperto bocca.
Erano certamente informati dei fatti accaduti quel 27 giugno di quarant’anni fa.
La testimonianza di Brian Sandlin, imbarcato sulla Saratoga nel giugno 1980
Quella notte, afferma, “…quella notte il cielo era pieno dei nostri aerei, per quel tipo di operazioni decollano molti velivoli, podassi che ce ne fossero 20 o 30 quella sera“. “Eravamo coinvolti in una operazione NATO ed eravamo affiancati da una nave britannica, con aerei a decollo verticale, e da una porta aerei francese“.
“…potevano esserci 40 caccia in volo quella sera“, circa la metà dell’intera flotta imbarcata sulla Saratoga.
“… quella sera avevamo un obiettivo… dare del filo da torcere a Gheddafi.”
La memoria
Dopo 40 anni la pagina della verità non è ancora stata scritta a causa dell’enorme mole di depistaggi, manomissioni, scomparsa di testimoni oculari, menzogne, contraddizioni e silenzi interminabili.
Quello che rimane a Bologna in via Saliceto è il Museo della memoria in cui sono custoditi i resti del DC) recuperati in quelle acque profonde.
Si pensava di capire le cause portando in superficie la carcassa ma non fu così, non venne fuori molto da quei rottami.
La verità la esigiamo, ed una è già emersa: le vite umane possono essere trattate come merce di scambio per disegni di potere internazionali. Le persone possono essere uccise, barattate, sacrificate in nome della malvagità, del denaro, del diavolo che viene ospitato in se da certi uomini.
Molti sono morti violentemente senza aver potuto parlare, molti di più sono morti di vecchiaia custodendo in se la verità e, così facendo, rendendosi colpevoli tanto quanto chi ha ordinato quell’attacco.
Tour virtuale del museo della memoria di Bologna, VAI AL SITO
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