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C’è una netta contrapposizione tra le parole dette, celebrate, dalle famiglie di Giulia e Filippo e quelle sputate fuori con rabbia nelle numerose trasmissioni televisive che fanno audience alias incassi, trattando anche queste vicende drammatiche.
«Non provo odio» dice Gino Cecchettin papà di Giulia Cecchettin, «guardatevi nella vostra relazione e abbiate coraggio a dire ai vostri genitori o amici se qualcosa non va»
Cosa afferma invece Matteo Salvini sui suoi canali social? «Stupri e violenti? Che tu sia italiano o straniero, meriti castrazione chimica».
«Io non mi sento responsabile della morte di Giulia e non credo che lo sia nemmeno mio figlio maschio. Non penso che tutti gli uomini siano responsabili. Ci sono degli uomini che fanno delle cose orribili e ci sono tante donne che fanno delle cose orribili. Ognuno è responsabile della propria vita e del proprio destino”, ha detto Sallusti in trasmissione Quarta Repubblica su Rete4, rispondendo alla scrittrice Valeria Fonte che ha affermato che tutti gli uomini sono responsabili dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
Tutti i discorsi che fanno, i verdetti dittatoriali alla Belpietro (vedi puntata del 21/11/2023 di È sempre Cartabianca), stimolano in me una sorta di rabbia, di rancore. Temo sia così anche per altri! E non è questo che devono fare!
Questo è un fatto negativo perché le soluzioni da trovare non stanno nel costruire barriere, contrapposizione tra i sessi ma punti di congiunzione, di pace, di rispetto.
Purtroppo ciò non accade nelle nostre Tv nemmeno parlando di Giulia.
Tutto viene politicizzato in maniera becera, squalificante, da ultras del calcio. Il frutto di queste discussioni non dovrebbero essere, com’è, la produzione di nausea e rabbia. Dovrebbe essere chiaro a tutti che la cattiveria è in ogni essere umano.
La differenza sta tra il bene e il male, non tra uomo e donna.
Come si può pensare che due generi fatti l’una per l’altro, possano vivere in contrapposizione, in guerra?
Bisogna saperla gestire, controllare, disinnescare la rabbia. Bisogna essere capaci di maturare, comprendere, fare propri e mettere in campo valori superiori alla istintiva collera.
Siamo esseri umani e dovremmo distinguerci dalle bestie alias demonio per la nostra capacità di ragionare e dominare gli istinti.
Dominare gli istinti, non il prossimo!
Ho qualche annetto e, lavorando in un ambiente dove le donne sono un bel 65% del personale, vi garantisco che scene di aggressività, cattiveria inaudita, tra donna e donna e tra donna e sottoposto uomo, ne ho viste tante.
Io stesso ho dovuto rivolgermi ad un tribunale per difendermi dalle false accuse, su questioni lavorative, mosse contro di me da un superiore donna a cui un giudice donna ha dato torto.
Saper disinnescare
Tutti abbiamo momenti alti e momenti in cui sprofondiamo nell’oscurità. È la violenza persistente, cronica, quella che va fermata prima che sfoci in azioni violente verso se stessi e gli altri.
La rabbia, il prendersi per il culo, il non saper disinnescare situazioni critiche sono un vero limite umano. Un limite che può essere superato allenando se stessi a gestire determinate situazioni.
Imparare ad amare
“Amore mio, mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia. L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore: L’amore vero non urla, non picchia, non uccide” sono le parole di Gino Cecchettin rilasciate ai giornali.
«Ci ritroveremo nei dettagli più belli. Ci riscopriremo nelle cose più rare», canta Cosmo nella sua canzone Le cose più rare ed è proprio qui che dobbiamo comprendere l’Amore.
Il giorno del matrimonio cristiano ci si dicono «parole folli, che fan tremare le vene dei polsi» «Io accolgo te nella gioia, nel dolore, e anche nella malattia, nella sofferenza, parole terribili!».
Prendo il mio cuore e lo metto nelle tue mani, cioè prendo la mia vita e la metto nelle tue mani, perché? Perché mi fido di te! Questo è Amore.
E l’amore, quello vero, produce sempre buoni frutti, soprattutto spirituali. Amare significa tenere la mano aperta per accarezzare non il pugno chiuso per strappare. Amare, come ha fatto Cristo, è donare la vita per il bene dell’amato, non togliere la vita.
Il punto principale è La LUCE
Dobbiamo trovare la luce che illumina i brutti pensieri. La Luce che sconfigge la notte della nostra miseria. Era ed è la mission di Madre Teresa di Calcutta che disse: «Continuerò ad essere assente dal Paradiso, per dar luce a coloro che sono nell’oscurità sulla terra».
Le persone cresciute senza sacrifici, senza mai ricevere un no, senza essere stati provati, hanno molte difficoltà ad affrontare gli sport di fatica e, ancor più, le grandi difficoltà della vita. Essere troppo molli non aiuta. La mia gioventù non ha mai visto soldi.
Dopo la scuola, con mio papà si faceva di tutto in casa: i muratori, idraulici, imbianchini, meccanici, elettricisti ecc e ne porto ancora i segni, ero alla scuola media inferiore.
Era troppo per me ma da quel livello a quello della maggior parte dei giovani di oggi la differenza è abissale.
Educare alla fatica non fa assolutamente male, educare alla sopportazione del dolore è più importante di qualunque materia scolastica perché la vita è difficile anche per i figli di papà e le prove arrivano per tutti.
Nati figli
Sono nato con il grande desiderio di cambiare il mondo con semplicità, verità, spontaneità e ingenuità, sana, pura ingenuità.
Ogni giorno invece è il mondo che cerca in ogni modo di cambiare me. Lo fa con le armi subdole tanto care al diavolo, quelle che non sembrano nemmeno pericolose. Quelle che ti avvicinano piacevolmente e ti illudono lasciando dietro di te il vuoto. Lo fa con il dolore che ti divora oscurandoci la vita. Lo fa con le parole di tante persone che inconsapevoli si fanno strumenti nelle mani del demonio. Lo fa isolandoti, emarginandoti, facendoti sentire solo in preda al delirio.
C’è solo un volto che ti osserva e in cui vedi ciò che sei sin dal principio. È come uno specchio divino in cui ti rivedi puro come quando eri bambino. A lui chiedo di cantarmi le dolci, vere è uniche melodie che allontanano il disperante frastuono da me. Sepolcro imbiancato sembro ma non sono.
La morte è parte integrante della vita, mai dimenticarlo. Questo ci aiuta a Vivere e a Morire per qualcosa e per Qualcuno. Nulla sarà pertanto vano.

