Il giorno della memoria: avrei molto da scrivere su quanto accadde in quei giorni, di ciò che ho provato leggendo tantissimi libri e visitando i luoghi dello sterminio (San Sabba a Trieste, Fossoli, Dachau, Auschwitz, Birkenau).
Ho deciso invece di far parlare coloro che vi sono stati, coloro che hanno vissuto e sofferto in quegli anni.
Coloro che hanno perso persone care, che hanno perso la libertà e la dignità.
Cosa possono mai valere le mie parole confronto alle loro?
ASCOLTIAMOLI
Voi che vivete sicuri
Primo Levi Se questo è un uomo
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Ho difficoltà a parlare di ciò che ho visto nelle camere a gas. Trovavamo persone con gli occhi fuori dalle orbite a causa della reazione dell’organismo. Altri sanguinavano dappertutto, o si erano sporcati con i propri escrementi o con quelli altrui. Per effetto della paura e del gas spesso le vittime evacuavano tutto quello che avevano in corpo….. li trovavamo aggrappati gli uni agli altri, ognuno alla ricerca di un po’ d’aria.
Shlomo Venezia Sonderkommando
Fino a quel momento mi ero in qualche modo vietato di pensare a cosa stava succedendo; bisognava fare quello che ci ordinavano come degli automi, senza riflettere, ma vedendo quel corpo bruciare mi ritrovai a pensare che i morti avevano forse più fortuna dei vivi: non erano più obbligati a subire questo inferno in terra, a vedere la crudeltà degli uomini.
Shlomo Venezia Sonderkommando
Così per noi anche l’ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell’offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti.
Primo Levi
Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a divertirmi in allegria…
Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre allo stesso posto.È come se il “lavoro” che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa…
Shlomo Venezia
non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.
Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo
Sami Modiano



























