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Sono trascorsi 44 anni da questa strage ancora senza una verità confessata.
Una storia la cui verità è ben fissata in molte anime che evidentemente hanno tratto maggiori vantaggi mentendo anziché confessando.
La pagina più sporca del libro dell’Aeronautica Militare Italiana.
Oggi cosa sappiamo:
- che c’erano molti aerei in volo;
- che autorità militari hanno mentito;
- che alcuni radar furono dichiarati fuori servizio e non può essere credibile;
- che nel 1980 gli operatori erano solo ed esclusivamente militari;
- che la porta aerei Saratoga era nel Golfo di Napoli;
- che in zona c’era una porta aerei francese;
- che qualcuno ha dichiarato che la portaerei francese era senza aerei e non è credibile, tutti volati in Francia;
- che a Solenzara (Corsica) vi era movimento anche se dichiararono che la base era chiusa;
- che Francia e Belgio hanno dichiarato che tutto ciò che sanno è coperto da segreto di Stato;
- che l’aereo libico era caduto in quei giorni e fu colpito da un aereo militare nato;
- che un aviere ha dichiarato che il pilota libico era morto e seduto al posto di pilotaggio e non disteso tra le lamiere come è stato detto;
- che il pilota libico fu portato via;
- che la Saratoga aveva il radar funzionante e non spento;
- che è stato trovato un serbatoio di un aereo imbarcato sulla Saratoga;
- che è stato ritrovato in mare un casco di un pilota americano, portato a Pratica di mare e che ora non si trova più;
- che la Saratoga era nel golfo di Napoli;
- “Non c’è niente di più schifoso di un generale che vuol fare politica”, frase attribuita a Giovanni Spadolini raccontata dal Maresciallo AM Giuseppe DIOGUARDI a Massimo Giletti;
- che molti hanno mentito, depistato e ancora oggi lo fanno;
- che l’ex Capo di Stato Maggiore dell’AM, generale Tricarico è l’emblema della pagina nera dell’AM;
- che Giovanni Spadolini disse: non c’è cosa più schifosa di quando i generali si mettono a fare i politici;
- che c’è una importante testimonianza da leggere.
- che al comando della 1° Regione Aerea, dal 1° ROC Monte Venda, arrivò la notizia dell’abbattimento di un aereo;
- che i due piloti delle Frecce Tricolori morti nell’incidente in Germania erano in volo la notte della tragedia e seguirono il DC9 per un tratto.
- ecc.
Le tre foto qui sopra evidenziano dei punti geografici importanti di questa tragedia:
- la prima indica il punto esatto dove è precipitato il volo ITAVIA 870 (39°45’45” N 12°53’45″E);
- la seconda indica il punto esatto dove è precipitato il Mig libico (39°16’30″N 16°48’00″E);
- la terza immagine rappresenta l’aeroporto militare di Solenzara in Corsica coinvolto in questa vicenda.
L’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato ha rilasciato una intervista importante a Repubblica (La Repubblica – 2 settembre 2023).
“La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario“.
Avrebbe detto: “Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi“.
Ricordiamoci anche che tra gli indaganti c’era pure Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala.
La storia l’ha ricostruita benissimo Andrea Purgatori e rimarrà per sempre negli archivi video di LA7.
Il 25 giugno 2024 vi è ritornato Massimo Giletti con uno speciale su RAI 3 in prima serata, in cui sono state evidenziate importanti novità.
Il volo Itavia 870, partito da Bologna attorno alle 20.00, alle 20.56 scompare dai radar di Ciampino.
L’ITAVIA 870 non è più visibile, alle 21.06 la torre di controllo di Roma lancia l’allarme.
“La scatola nera dell’aereo aveva registrato dati di volo assolutamente regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 nodi, la quota circa 7630 m (25 000 piedi) con prua a 178°, l’accelerazioe verticale oscillava, senza oltrepassare 1,15 g.”
La mattina del 28 giugno iniziano le ricerche e a nord di Ustica, vengono trovati i resti dell’aereo e i corpi di 38 passeggeri, gli altri non furono mai rinvenuti.
Ustica 44 ANNI DI MENZOGNE e poche verità dalle autorità militari
In prima battuta si parlò di cedimento strutturale. L’aereo era stato revisionato totalmente l’anno prima. Era praticamente perfetto lo dice il comandante Cesare Plantulli, lo aveva pilotato il.giorno prima.
Si parlò poi di una bomba a bordo, altro depistaggio.
Terza ipotesi, un missile lanciato da un aereo abbatté il DC9.
Si presuppose una battaglia aerea ma le autorità dell’AM così si pronunciarono:
- Generale Zeno Tascio: “quella sera nessun velivolo in volo”;
- Generale Carlo Blandini: quella sera nulla di anomalo;
- Generale Enrico Pinto: nel raggio di 50/60 miglia non c’era nessun velivolo tranne il DC9.
La realtà li smentisce poiché, incrociando i dati rilevati all’epoca e in base a molte testimonianze, il cielo quella sera era ben trafficato.
Era il periodo della guerra fredda sempre più tiepida. In quegli anni il mediterraneo era molto frequentato da navi e mezzi della NATO (dalle testimonianze fornite erano presenti due portaerei, una americana – SARATOGA e una francese .
Anche questa evidenza fu inizialmente negata ma, sia foto di matrimonio di alcune coppie che si trovavano a Napoli, sia testimonianze di militari americani, sia il ritrovamento di un serbatoio di aereo e un casco attribuibili alla Saratoga, dimostrano l’effettiva presenza.
Spadolini (1990): “scoprite la verità sul mig libico e scoprirete la verità su Ustica”
Il Governo italiano si mostrava amico della Libia. Gheddafi possedeva il 13 percento di Fiat e garantiva il 40 percento della fornitura di energia.
La Francia era in guerra
Gheddafi pretendeva che i suoi aerei potessero entrare nello spazio aereo italiano e che i nostri ne cancellassero la presenza nelle carte del sistema di difesa della NATO.
Per gli USA Gheddafi era il nemico numero 1.
Americani e Francesi erano furiosi per il gioco che facevano gli italiani, stavano un po’ con la NATO un po’ con la LIBIA.
I francesi, che vanno diritti al sodo, avevano avvertito l’Italia, il prossimo MIG che passa lo abbattiamo.
Probabilmente fu quello che accadde, e che coinvolse l’ignaro DC9.
Furono più di 81 le vittime
Oltre agli 81 a bordo del volo ITAVIA Bologna-Palermo, negli anni successivi morirono molti testimoni in maniera violenta, un caso? Difficile crederlo.
- Mario Naldini incidente aereo (Pilota delle Frecce tricolori)
- Ivo Nutarelli incidente aereo (Pilota delle Frecce tricolori)
- Antonio Scarpa morto in casa (Generale dell’Aeronautica Militare italiana)
- Licio Giorgieri omicidio (Generale dell’Aeronautica Militare italiana vittima di attentato)
- Mario Alberto Dettori impiccato (Maresciallo dell’Aeronautica Militare guida-caccia in servizio al radar di Poggio Ballone)
- Franco Parisi impiccato (radarista in servizio alla base di Otranto)
- Pierangelo Tedolti incidente stradale (Colonnello dell’Aeronautica Militare in servizio presso la base di Grosseto)
- Maurizio Gari infarto a 32 anni (radarista a Poggio Ballone)
- Giovanni Battista Finetti incidente (Sindaco di Grosseto)
- Ugo Zammarelli incidente
- Antonio Muzio omicidio
- Sandro Marcucci incidente aereo (ipotesi di omicidio)
- Antonio Pagliara incidente stradale
- Roberto Boemio omicidio
- Gianpaolo Totari suicidio
- Michele Landi impiccato
- Davide Cervia scomparso
Mario Ciancarella, all’epoca dei fatti, era capitano pilota dell’Aeronautica Militare. Divenne punto di riferimento del movimento democratico, diventò il “referente delle rivelazioni da tutta Italia delle vere o false ignobiltà che si compivano nel mondo militare”.
Secondo la sua testimonianza (vedi il video qui sopra) “il DC9 doveva essere abbattuto“, e aggiunge, “è un delitto premeditato volontario eseguito dalle nostre forze armate in ossequio agli interessi statunitensi di liberarsi di Gheddafi“.
Mario Ciancarella venne radiato nel 1983 con un documento, poi rivelatosi falso oltre trent’anni dopo, a firma Sandro Pertini (il Presidente quel documento non l’ha mai firmato, lo dice la perizia calligrafica eseguita).
L’incidente del 28 agosto 1988 a Ramstein
Mario Naldini (nato a Firenze) e Ivo Nutarelli (nato a Palermo) sono due piloti delle Frecce tricolori deceduti nell’incidente aereo avvenuto in Germania il 28 agosto 1988.
Erano in volo quella notte di fine giugno e dovevano testimoniare da li a poco davanti al giudice Rosario Priore.
A causa di quell’incidente, le cui cause non sono mai state ben chiarite, non hanno mai aperto bocca.
Erano certamente informati dei fatti accaduti quel 27 giugno di quarant’anni fa.
La testimonianza di Brian Sandlin, imbarcato sulla Saratoga nel giugno 1980
Quella notte, afferma, “…quella notte il cielo era pieno dei nostri aerei, per quel tipo di operazioni decollano molti velivoli, podassi che ce ne fossero 20 o 30 quella sera“. “Eravamo coinvolti in una operazione NATO ed eravamo affiancati da una nave britannica, con aerei a decollo verticale, e da una porta aerei francese“.
“…potevano esserci 40 caccia in volo quella sera“, circa la metà dell’intera flotta imbarcata sulla Saratoga.
“… quella sera avevamo un obiettivo… dare del filo da torcere a Gheddafi.”
La memoria
Dopo 40 anni la pagina della verità non è ancora stata scritta a causa dell’enorme mole di depistaggi, manomissioni, scomparsa di testimoni oculari, menzogne, contraddizioni e silenzi interminabili.
Quello che rimane a Bologna in via Saliceto è il Museo della memoria in cui sono custoditi i resti del DC) recuperati in quelle acque profonde.
Si pensava di capire le cause portando in superficie la carcassa ma non fu così, non venne fuori molto da quei rottami.
La verità la esigiamo, ed una è già emersa: le vite umane possono essere trattate come merce di scambio per disegni di potere internazionali. Le persone possono essere uccise, barattate, sacrificate in nome della malvagità, del denaro, del diavolo che viene ospitato in se da certi uomini.
Molti sono morti violentemente senza aver potuto parlare, molti di più sono morti di vecchiaia custodendo in se la verità e, così facendo, rendendosi colpevoli tanto quanto chi ha ordinato quell’attacco.
Tour virtuale del museo della memoria di Bologna, VAI AL SITO
Documentazione
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Atlantide – Ustica, 40 Anni di Bugie – Puntata del 24/06/2020