Table of Contents
Don Luigi Maria Epicoco
Ci allena a comprendere il Vangelo con una prospettiva nuova, ci spiega che cosa significa aver fede.
Amare se stessi come ci insegna Dio, amare gli altri, amare Dio.
O tutti e tre o nessuno, uno solo non è vero amore, è altro.
Ho cercato di trasformare l’audio in testo per renderlo maggiormente accessibile.
Scoprirete cose nuove solo se in voi arde il desiderio di salvezza.
Nonostante gli strumenti informatici sempre più evoluti e il mio intervento manuale per sistemarlo un po’, il testo prodotto non è perfetto ma altamente conforme all’audio qui sotto riportato.
Buon ascolto / Buona lettura
Trascrizione – Amare se stessi, gli Altri e Dio
File audio
00:00:00 Amatevi gli uni gli altri
Qual’ è la cosa più importante della fede cristiana?
Si risponde a questa domanda in maniera secca e semplice, la cosa più importante del cristianesimo è Amare, “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Solo quando una persona ama il reale.
Ma l’amore così come ci viene venduto, viene sempre molto confuso, come un non vago sentimentalismo che ogni tanto ci emoziona. L’amore è una cosa seria, è così seria che ha delle regole.
E queste regole sono così precise che riguardano ogni parte di noi stessi. Quindi pensare che l’amore sia un vago sentimentalismo, dire “Peace and love”, come si usa la che non significa patate e piselli, eh, significa pace e amore.
Oppure questi motti che negli anni 60 e 70 andavano di moda, “fate l’amore, non fate la guerra”.
Sono frasette da baci perugina. Il cioccolato del bacio perugina è buonissimo. Sono le frasi, invece, che sono pericolosissime perché uno pensa che l’amore sia quella frasetta.
Non è così e non possiamo ridurre la nostra vita a qualcosa del genere. La nostra vita non può essere un fogliettino con uno slogan.
Ecco perché tutto il cristianesimo è imparare a fare un’unica cosa, alla fine della nostra vita, quando ci presenteremo davanti al Signore, sarà l’unica domanda che ci farà, e lo sappiamo già in precedenza. Hai amato?
Non ci domanderà quanto abbiamo fallito, quante cose, quanti danni abbiamo fatto, quante cose buone. No! ci demanderà solo una cosa hai amato.
E noi guardiamo, gli diremo, amato?
In che senso?
Felice e enuncerà tre cose fondamentalmente dice, avevi il dovere nella tua vita di fare solo tre cose, di amare te stesso, di amare gli altri e di amare me.
Viva Dio.
Questi tre amori, l’amore a se stessi, l’amore al prossimo e l’amore a Dio, non possiamo mai separarli.
Quando tu ami solo te stesso sei egoista.
Quando tu ami solo il prossimo, hai una schiavitù, una dipendenza dall’altro. Quando ami solo Dio, in realtà tu sei vittima di un’astrazione di una fantasia. Se dici io ho una grande fede. Però odio me stesso, odio mia moglie e mio marito. C’è qualcosa che non funziona in questa fede.
Ah, però in Dio ci credo tantissimo, e infatti, ma il Dio in cui credi non esiste.
00:02:40 I bisogni
L’amore è vero soltanto quando queste tre cose, queste tre componenti coesistono perché se tu vuoi amare te stesso, devi liberare il tuo corpo dal peccato. Che cosa significa liberare il corpo dal peccato? Una cosa molto semplice, ciascuno di noi vive dei bisogni.
E che cosa sono i bisogni? Sono delle cose importanti perché ci indicano quello di cui noi abbiamo necessità per vivere. Se io non sentissi il bisogno dell’acqua, non berrei, quindi morirei.
Se io non sentissi il bisogno del cibo non mangerei, quindi morirei. Se io non sentissi il bisogno della mia sessualità, non procreerei, quindi l’umanità non ci sarebbe.
Tutti i bisogni che viviamo non sono cose negative. È sbagliato pensare che i bisogni che viviamo sono delle cose negative.
Quando dico che dobbiamo liberarci dai bisogni non significa che non dobbiamo più provare i bisogni.
Dobbiamo liberarci dalla dipendenza, dalla schiavitù che abbiamo dai nostri bisogni, perché quando non comandi più tu, ma comanda il cibo, tu sei nel peccato, non è che la colpa è della cioccolata, Eh?
La colpa è tua che ti sei fatto schiavo di quel cibo.
Quando non comandi tu ma comanda la tua sessualità, la colpa non è del sesso o della nostra genitalità o dell’attrazione che proviamo nei confronti di una persona, ma della schiavitù che tu provi davanti a quel bisogno.
Capite allora che quando noi diciamo che dobbiamo muovere la lotta al peccato dentro noi stessi, dobbiamo dire, io ho dei bisogni? Sì, vivo grazie a questi bisogni, ma sono schiavo di questi bisogni?
Quando ti accorgi che il cibo ti sta gestendo, ah, amici miei, il cibo ci può gestire in due maniere, o mangi troppo o non mangi proprio.
La sessualità ci può gestire in due maniere, o la usi troppo o la usi male cioè anche l’astenerti dalla sessualità non significa che stai facendo bene, semplicemente perché l’atto in sé non viene consumato.
Abbiamo infinite modalità di perversione dentro la nostra testa quando non ci accorgiamo di avere una dipendenza.
Ora, come cristiani dobbiamo girare intorno alle questioni, dobbiamo essere sinceri con noi stessi a dire: quanto peccato c’è dentro di me, che non significa dire quante cose sbagliate ho dentro di me, ma quanta schiavitù c’è dentro di me di cui io devo liberarmi.
00:05:14 Non avere sensi di colpa
Io vi invito a non avere sensi di colpa, ma vedere uno sguardo di umore nei confronti di noi stessi, a dire su coraggio, piano piano mettiamoci a lavorare e liberiamoci un po’ alla volta da tutte queste schiavitù, perché se io non mi libero di queste non sono una persona che si ama, che si vuole bene.
00:05:33 La pigrizia
Adesso vi faccio l’esempio contrario, pensate che solo l’eccesso sia un peccato? Notate che la pigrizia è uguale.
Quando tu sai che ti fa bene fare una corsa, una partita a calcetto e non te la fai, sei vittima del peccato perché costringe il tuo corpo a vivere male.
Quando tu sai che mangiare quella cosa ti fa male e te la mangi e tu sei vittima del peccato, ma non te la prendere col tiramisù.
Problema non è quello. Ecco, a noi piace tantissimo appiccicare i sensi di colpa alle cose e poi far diventare subito malefiche, diaboliche le cose intorno a noi.
Quindi facciamo diventare subito una tentazione immensa una bellissima ragazza. Ma ragazzi, il problema non è di quella ragazza che è bellissima, è la tua dipendenza che hai da un bisogno che non sai gestire e che non ti sei messo ad educare.
00:06:31 Avere cura del nostro corpo
Quello è problema serio? È così per un ragazzo, Eh? È così nei confronti di qualsiasi cosa che è legata al nostro corpo.
Avere cura di voi significa dare al nostro corpo quello di cui ha bisogno, educarlo alcuni sì ed educarlo ad alcuni no.
00:06:48 Lo sport
Oserei dire, ve lo dico io dal basso del mio peccato, che quando noi ci asteniamo dallo sport volutamente. ognuno nelle proprie condizioni, ovviamente a volte lo sport per una persona è anche farsi una buona passeggiata, perché non può fare altro.
Ma quando ci asteniamo da fare questa cosa noi non ci siamo voluti bene. Non lamentarti poi, perché siccome noi siamo l’unica cosa, se non funziona bene il tuo corpo, non lamentarti della tua depressione del pomeriggio.
Perché molto spesso tanti problemi che ci facciamo sapete come si superano con una bella mezz’ora di corsa. Non sto scherzando.
Riprendendo un sano rapporto con noi stessi, ridonando a noi stessi sei, sette ore di sonno che magari non abbiamo.
Non mettendoci più in una situazione di stress continuo, non puoi dire di stare a occuparti della tua anima quando il tuo corpo lo maltratti. Siamo un’unica cosa.
Se tu vuoi bene a te stesso, recupera di nuovo il bene a te stesso.
Fumare, Eh, premiamo questo Eh, rimaniamo al tabacco, Eh, non voglio andare oltre Eh.
00:07:57 Posso smettere in qualsiasi momento
Perché se andiamo oltre peggioriamo solo la situazione.
Ma è uguale, se tu sai che quella cosa ti fa male.
La cosa terribile sapete qual è? Sono le persone che mi guardano e mi dicono, Don, Io posso smettere in qualsiasi momento se voglio.
OK, allora fallo. Mi è già capitato una volta che ho smesso e adesso perché stai rifumando?
No perché poi ho deciso di ricominciare eh.
Come vi racconto spesso, perché mi ha colpito molto quella famoso re che viene raccontato nella storia del “Piccolo principe” che comanda le cose che ormai sono ovvie davanti a lui. Una si siede e ti comando di sederti, ah veramente mi sono già seduto, allora mi metto in piedi, allora ti comando di metterti in piedi.
Noi pensiamo di essere liberi nei confronti di noi stessi, ma sappiate che quando una persona dice: in qualsiasi momento io sono capace di smettere è la persona più fregata del mondo, Eh?
00:08:54 L’umiltà ci salva
L’umiltà ci salva. L’umiltà di dire che tutti noi abbiamo bisogno di rieducarci a riprendersi una libertà su noi stessi.
Ah, sentite questa?
Non smetto di fumare, sennò poi ingrasso.
Ah, interessante come, cosa, quindi?
L’equazione è questa, se io smetto di fumare, ingrasso, e questa è una cosa brutta, quindi preferisco fumare, magari rischiare un cancro però sono in linea.
Amici miei, non prendiamoci in giro.
Ora. C’è chi ingrassa fumando anche, 1uindi state tranquilli, quello che voglio dirvi è che nessuno può dirvi questo sì, questo no. Ciascuno di noi deve avere il coraggio di guardare sé stesso e dire, questo mi fa bene, questo mi fa male.
Quando rispondo a questa domanda ho risposto alla domanda, mi sto amando o non mi sto amando? Se uno di fianco a te che ti obbliga a fare delle cose, tu magari anche le fai.
00:10:00 Sei ancora schiavo
Per esempio dici, adesso non faccio più l’uso di cannabis. Va bene, perché me l’ha detto il mio migliore amico.
D’accordo, non fare più uso di erba, ma finché quella cosa non capisci che è buona per te. Eh, tu sì, stai facendo una cosa buona, ma sei ancora schiavo perché devi maturare, fare tua la decisione e finché non cresci e arrivi a quella decisione, non ti stai amando.
E se non ti stai amando sei incapace di amare gli altri e di amare Dio.
La battaglia di liberazione del proprio corpo è una battaglia d’amore per il proprio corpo.
Io combatto affinché la mia libertà si esprima anche attraverso il mio corpo.
Punto numero due, abbiamo detto il corpo.
Punto numero due, la nostra interiorità.
Attenti, qui molto spesso noi ci sbagliamo perché confondiamo l’interiorità con la spiritualità.
00:11:01 Interiorità
L’Interiorità e l’anima sono due diverse.
Sì, la nostra interiorità è quell’uomo interiore di cui noi assolutamente dobbiamo aver cura con tutto noi stessi, la nostra psicologia.
La nostra parte interiore, cioè la piu profonda di noi stessi, che si nutre di cose molto belle e una parte di noi che avverte il gusto dell’esistenza.
Quando uno non ha una vita interiore, che non significa una vita di fede, perché forse lo vedremo nella terza parte, quando un uomo non ha una vita interiore, non è un uomo.
Perché ciò che ci rende uomini è questa interiorità.
Quando nessuno ci educa alla vita interiore.
Questo è tremendo.
Un ordinamento scolastico come il nostro che sta mettendo in discussione l’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole. Sapete cosa significa? Che stiamo eliminando l’educazione dei nostri ragazzi ad avere un’interiorità davanti alla bellezza.
Il fatto che tu entri in una chiesa e sai godere il gusto di quella bellezza e non semplicemente a starci in quel posto, è quello che ti rende uomo. L’emozionarti davanti a un tramonto, è quello che ti rende uomo, leggerti un buon libro, è questo che ti rende uomo.
L’avere la capacità di fare discorsi profondi con le persone che ci sono di fianco e non semplicemente discorsi del tipo: hai visto il tempo? Eh sì Eh, siamo a Marzo. Fa di proprio freddo. Ah sì, il tempo. Oppure hai visto che hai mangiato?
Questo, oppure parliamo male dei nostri colleghi al lavoro o della vicina di casa o di quel parente che ogni tanto.
Non è questa la vita interiore, la vita interiore, quando tu con una persona riesci ad andare in profondità nelle cose, ma noi ce l’abbiamo una vita interiore? Abbiamo cura di questa nostra vita interiore? Abbiamo una strategia nella nostra vita interiore?
Ogni tanto ci concediamo qualcosa che nutra questa nostra parte interiore?
Capite che ascoltare Bach non significa essere dotti, sapienti, significa dire: mi concedo qualcosa che mi fa bene, che mi fa bene.
Ho detto Bach, potremmo prendere qualsiasi, anche un cantante consumatissimo che sta in televisione.
È l’atteggiamento di interiorità che però a noi manca. Noi non abbiamo capacità di interiorità, non siamo profondi nelle cose. Sapete che quando una persona non è profonda la sapete comè? È banale.
Noi vogliamo essere banali? Tun non ti ami se ti rassegni ad essere banale, tu ti ami quando capisci che devi avere cura della tua interiorità.
Quanti libri hai letto nella tua vita? Dice oltre l’elenco telefonico è la lista della spesa e gli scontrini sono validi?
A parte che dovrebbe farci riflettere molto il fatto che a volte iniziamo dei libri e non riusciamo mai a finire di leggerli. Ciò indica che non abbiamo un carattere abbastanza capace di portare a termine le cose e questo la dovrebbe dir lunga su di noi, Eh?
Quello che vorrei trasmettervi è che un cristiano che usa la fede deve sdoganare la bellezza, deve sdoganare la verità, deve sdoganare la bontà delle cose. Cioè uno che usa la fede deve sdoganare la vita interiore delle persone, anche di quelli che non hanno la fede. Noi non possiamo dare la fede agli altri, perché la fede è un dono, ma la vita interiore ce l’hanno tutti e quando tu tocchi l’interiorità delle persone, li tocchi tutti.
00:14:40 Siamo quello che mangiamo
Ma se noi in prima persona non ci educhiamo, se facciamo la vita davanti a dei programmi che sono solo grandi fratelli, ma non sono fratelli e diamo alla nostra interiorità quello da mangiare. Guardate che quello siamo noi, quello siamo noi.
Abbiamo una dipendenza da tutto questo. Perché? Perché? Come ci andrà questa finta interiorità che non c’è?
La curiosità. Farci i fatti degli altri. Quanto ci piace entrare, spiare, guardare. Così il giornalismo che va alla moda qui in Italia. Il giornalismo del gossip, non delle domande serie sulle questioni.
Ecco perché le masse sono facilmente manovrabili. Perché i credenti non usano bene la fede. Noi cristiani non usiamo bene la fede perché non usiamo bene la testa, non siamo capaci di interiorità, di avere profondità nelle nostre cose.
Questo è il secondo punto, quando tu non ami la tua interiorità, non ami te stesso.
00:15:44 L’amore alla propri anima
Terzo, l’Amore alla propria anima, che è una cosa diversa dalle interiorità.
L’anima è il soffio di Dio è il respiro di Dio che è in ciascuno di noi, è quella parte di noi che è piè affine a Dio e che è come un grembo che raccoglie tutto il resto.
Quindi confondere l’anima con la vita interiore. Ad esempio, confondere l’attività del sacerdote con lo psicologo è pericolosissimo, perché il sacerdote non è uno psicologo e non bisogna usare il sacerdote come uno psicologo. Lo psicologo e lo psicologo, il sacerdote si occupa di far crescere la tua anima, uno psicologo di far migliorare o rieducare la tua psicologia, la tua Interiorità.
Quello che vi dico io, però, è che l’anima è un grembo che raccoglie tutto il resto, cioè quando funziona l’anima, per forza deve funzionare l’amore a sé stessi, al proprio corpo, alla propria psicologia, alla propria storia, ciò che siamo, perché l’amore all’anima è l’amore che raccoglie.
La capacità che noi abbiamo di ascoltare qualcosa di più grande di noi, questo soffio di Dio dentro di noi è ciò che ci guida qui alla fine.
00:16:56 L’anima come un muscolo
Immaginate che l’anima sia come un muscolo, che se tu non usi è inutile anche se ce l’hai.
Se tu non usi quest’anima, non la Nutri, non è strategia nell’usare la tua anima e non educarla.
Molte delle nostre vite spirituali sono fallimentari non perché noi non abbiamo la fede o pensiamo di non avere un’anima, ma semplicemente perché noi non abbiamo un metodo, non abbiamo strategia con la nostra fede.
Cioè non riusciamo a dare educazione giusta alla nostra anima, come si fa? Con un’unica parola, dobbiamo imparare a pregare.
00:17:37 Che significa pregare?
E qui si apre uno di quei capitoli, no, che significa pregare?
Gesù, che è furbo, davanti a questa domanda dei discepoli, gli insegna il padre nostro, che in realtà è un concentrato di un insegnamento immenso, straordinario. Speriamo un giorno ecco di poterlo approfondire insieme.
La cosa che vorrei dirvi però è che la preghiera, che per noi ci sembra qualcosa di così astratto, è qualcosa invece di concretissimo, perché la preghiera è il nostro atteggiamento di amore nei confronti dell’esistenza.
Pregare significa avere cura.
Tu preghi quando capisci che ogni cosa, ogni istante non è lì e basta, è lì perché è un dialogo che sta intessendo Dio con te.
Che ogni parte di quella giornata che stai vivendo, che ogni singolo problema o gioia che c’è dentro la tua vita, non sono lì perché tu dimostri di essere bravo, intelligente, all’altezza, ma perché quelle sono parole attraverso cui tu entri in contatto, in dialogo con Dio.
E che se impari l’Ave Maria o il Padre nostro, è perché devi imparare di più ad amare, non mandare a memoria delle formule. Che se tu partecipi alla messa o impari a confessarti, capisci che tutto questo serve ad amare di più, a convertire quella parte di te, che si cambia quella è cambiato tutta la tua esistenza.
Quando la tua anima funziona, tu sei un uomo formato, maturo, equilibrato, non frustrato. Peccatore sì, un peccatore sano.
00:19:23 Peccatore Sano
Sei un malato sano, uno che sa che è soggetto a tutte le malattie del mondo, ma che capisce che tutte quelle malattie del mondo non scrivono il suo destino. Imparare a pregare per noi cristiani è un po’ come imparare a respirare.
Se nella vita del corpo respirare ci viene spontaneo con l’anima funziona che questo respiro viene soltanto se la tua libertà funziona bene. Cioè se tu non decidi di respirare, sei in apnea con l’anima. Sapete cosa succede quando uno non respira per tanto tempo? Muore.
La stessa cosa può succedere alla nostra anima. Quando la nostra anima non prega, significa che non respira. E se non respira non vi meravigliate poi se tutta la nostra vita ci sembra frammentata, che non capisci il perché stai vivendo questo, il senso di quell’amore, di quella esperienza. Non riesci a capire chi sei tu perché non vuoi bene a quella tua parte. Ti sembra un puzzle dove non capisci più nulla, dove i pezzi non combaciano più. Perché? Perché non stai respirando. Solo se respiri le cose cominciano ad assumere un senso e un significato. Solo se tu impari a pregare, la tua vita funziona.
00:20:36 Dio non se ne fa niente delle nostre preghiere
E se per tutta la vita noi dobbiamo rompere le scatole ai preti a dire insegnaci a pregare, lo dobbiamo fare, ma dobbiamo toglierci dalla mente l’idea che la preghiera è una cosa pesante per fare un favore a Dio, Dio non se ne fa niente delle nostre preghiere.
Le nostre Lodi dice in Salmo non aumentano la tua gloria, ed è vero.
Non è Dio ad avere bisogno della nostra preghiera, siamo noi che abbiamo bisogno di respirare.
Perché soltanto quando respiriamo Dio entra dentro di noi e unifica le cose, gli da ha un senso un significato. Ecco, se tutta la nostra vita è imparare ad amare, tutta la nostra vita è l’impegno a imparare a pregare.
Quindi tutte quelle, chiamiamole così, tecniche o consigli che ci diamo solitamente no, nel fare quella preghiera, nel fare questa cosa, altro non è che un tentativo di capire quello che c’è molto più sotto di quella semplice formula, di quel semplice gesto, di quel semplicerito.
Tu perché se tu capisci fondamentalmente il significato di quello che sei appropriato di questo respiro, tutta la tua vita è un respiro, perché tu non respiri a ore, dice io respiro dalle otto alle docici, poi faccio pausa, riprendo dopo le 17. Se tu fai una cosa del genere, quanto, dopo quanti minuti si muore?
Ecco con l’anima noi ci scherziamo troppo.
E sappiate che se la gente è arrabbiata.
Cioè se la gente è ripiegata su sé stessa, si sente sola, si sente spaesata, si è incattivita, molto spesso non dobbiamo prendercela con la politica che non funziona, con la crisi, col fatto che non arriviamo alla fine del mese, col marito che non dialoga con me, con la moglie che ha sempre le pretese nei miei confronti, con mio padre che vuole che faccia gli esami, col professore che non mi fa passare l’appello.
È troppo semplice dire che il problema è lì, molto spesso è perché noi non respiriamo, allora accumuliamo talmente tanta negatività dentro di noi che la buttiamo fuori prendendocela con tutto il mondo e abbiamo tanti motivi per cui prendercela con tutto il mondo. Ma se passiamo la vita a elencare tutti i motivi per cui non varrebbe la pena viverla, noi dovremmo suicidarci.
Perché i motivi per cui la vita vale la pena sono due o tre massimo, però sono quelli che tengono in piedi.
Pregare e respirare per noi, dobbiamo tornare a pregare. Se tu torni a pregare torni a pensare, se torni a pensare cominci a capire come devi agire. E se tu agisci, allora hai cambiato il mondo.
00:23:27 Amore verso l’altro
Secondo amore, l’amore verso l’altro, se questo è l’amore a se stessi, quindi al proprio corpo, la propria interiorità, la propria anima.
La prova del nove ce la dà Gesù col Vangelo di Giovanni. Sentite.
Abbiamo citato all’inizio: Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi (Giovanni 13, 34-35).
A mio fratello, cioè il prossimo, sono per me un continuo esercizio di realtà. Perché? Perché nella nostra idea l’altro vale la pena soltanto quando corrisponde a quello che io mi aspetto dall’altro.
La mia mamma ideale corrisponde a queste caratteristiche. Poi magari non lo so, torna a casa e mia madre ha un mal di testa, entro in crisi, perché nella mia idea di madre, la mamma non si ammalano.
Sono sempre pronte a farmi il panino, a tenere tutto a sorridermi, a dirmi come sto a ignorarla, sto male quando quella mamma non corrisponde all’idea che mi sono fatto io di lei.
Ma sappiate che quando il fratello o la sorella intorno a noi non corrispondono all’idea che ci siamo fatti di loro e quindi ci mettono in crisi, sono un esercizio favoloso di realtà per ciascuno di noi.
Avete presente le persone che dicono vorrei fare tanto per il prossimo, vorrei impegnarmi e magari li prendi, li porti in quelle case di riposo che sembrano dei lager e gli dici, dai, da una mano a queste persone.
Ti avvicini a uno che puzza di pipì e che magari non cambiano da un paio di giorni, ti passa subito il romanticismo di aiutare gli altri quando senti quella puzza, quando vedi le ferite delle persone.
Quando capisci che tuo fratello che sta lì di fronte è tuo fratello proprio perché ti costringe a mettere i piedi per terra, perché tu vorresti scappare, perché ti sei accorto che la vita non è l’ideale che ti sei immaginato, ma è reale.
Ora tu ami il fratello, soprattutto quando non ti corrisponde, amare il prossimo, dice Gesù, quando è il mio specchio è semplicissimo, dice Gesù. Se voi amate coloro che vi amano, che merito ne avrete?
Fanno così tutti è semplicissimo far questo. Io vi do un esercizio di realtà, dice Gesù, Amate i vostri nemici.
Amatevi, cioè ama quella parte di tuo fratello, di tua sorella che non ti corrisponde. È quello lo sforzo che dobbiamo fare. Quando il Signore ci domanda di amare il prossimo, significa che noi dobbiamo sforzarci di amare soprattutto quello che non ci conviene degli altri.
Dice, ma io, io mio cognato lo Strozzerei, Eh, lo so. Amare tuo cognato non significa negare che ha quel problema o che dà fastidio che ha commesso quella cosa sbagliata, ma domandarti che cosa significa voler bene a questa persona?
È che se io non mi sforzo per tutta la vita di volermi bene, attenti, non ho detto di riuscirci perché a volte non ci riusciamo, perché manca la collaborazione anche dall’altra.
Ma il fatto che io ci provo è che ogni giorno capisco che sono provocato a questo.
E che il muso di mia moglie non è una maledizione, ma è un esercizio di realtà, perché se il mio matrimonio sopravvive all muso di mia moglie quel matrimonio è vero.
Perché se la vita e le cose che abbiamo scelto sopravvivono ai problemi che ci danno, quelle cose allora sono vere quelle cose.
Questa è la verità che non ci dimentichiamo, che amare il prossimo è la prova del nodo e del cristianesimo.
Se noi non impariamo a far questo, cioè ad aprirci e se pensiamo che amare gli altri, significa farli diventare come io voglio, non funziona così, quello non è amore, è un egoismo travestito d’amore.
Noi facciamo così con tutti, Eh? Dai figli ai fratelli, agli amici, assolutamente li buttiamo via. Quando non corrispondono alla nostra idea ci danno fastidio, quando non ci sono corrispondenti a noi: amatevi gli uni gli altri, come vi ho visto.
Gesù ha Amato un Pietro che l’ha tradito, un Giuda che si è tolto la vita, un Giacomo, e tutti quelli che sono scappati via.
Ha amato Giovanni nella sua adolescenza, che è l’unico che è andato sotto la croce. Amato Maria, ha amato la Maddalena, ha amato i sommi sacerdoti che continuavano a insultarlo quando erano sotto la croce, vi ricordate
Perdona loro, Signore, perché non lo sanno quello che stanno facendo. Ecco, Gesù ci insegna questo amore, soprattutto quando questo amore non conviene.
Come si fa a far questo?
Bella domanda.
Dice Gesù, nessuno è un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici.
Eh Eh Eh. Gesù dice che dobbiamo amare i nostri amici. Eh no. Gesù dice una cosa molto più profonda, ci dice che dobbiamo trasformare i nostri nemici in amici e per questo dargli la vita.
Amare significa non scappare davanti all’altro, ma scavare dentro l’altro. Scavare perché? Perché tu, scavando dentro l’altro, devi trovare quella parte buona che è rimasta seppellita da quei difetti, da quelle azioni sbagliate, da quell’atteggiamento che quella persona ha.
Se nessuno perde tempo con te e non ti scava dentro finché non ti tira fuori, tu non sei amato da nessuno.
Amare qualcuno significa perdere tempo con le persone, anche tutta la vita. Scavare per tutta la vita dentro quelle persone finché non gli tiri fuori un granello di cosa buona per cui vale la pena.
Questo significa amare!
Chi scappa davanti all’altro dicendo è così, timbro, niet.
Via questo non amore. L’amore è perdere tempo con le persone, la cavo. E ancora e ancora, Signore, quante volte dovrò perdonare mio fratello che ha peccato con me 7 volte basta? Che tradotto significa basta l’infinito? Gesù dice no, non basta l’infinito, 70 volte l’infinito.
70 volte l’infinito, 70 volte, 7.
Perché non basta mai, non basta mai. Ma è questa l’unica cosa che ci rende cristiani e l’unica cosa che ci rende concreti, il fatto che perdiamo tempo a scavare nell’altro.
00:29:51 il vademecum di San paolo
Ora voglio concludere con una sorta di vademecum che ci lascia San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi, un brano famoso ma che quasi mai noi prendiamo davvero sul serio.
Sentite cosa dice.
L’amore è paziente. È benigno l’amore, non è invidioso l’amore. Non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si arrabbia, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine.
Ecco, quando uno vuole dire quali sono le istruzioni per l’uso per amare, qua c’è tutto. Sentite? L’amore è paziente, cioè è saper aspettare e riprovare continuamente. Quando tu dici ah basta, mi sono stancato, non hai pazienza quindi non stai amando. Ciao.
È benevolo, ma benevolenza, la dolcezza. E la dolcezza che sa fidarsi dell’altro. Quante volte ci siamo detti che tu magari hai ragione, ma finché arriva all’altro la pretesa e non la tenerezza, quella persona non cambierà mai.
Quindi se il tuo amore non è benevolo non è amore, dice San Paolo.
Non è invidioso, cioè noi dobbiamo combattere l’invidia. Sapete che cosa significa invidiare? Sentirsi al di sotto degli altri.
È una cosa che dobbiamo combattere ogni qualvolta ci sentiamo al di sotto degli altri, questa è una cosa da combattere, perché se tu ti senti al di sotto degli altri cinquanta cinquanta e dici: io ti amo perché mi sento così niente davanti a te. Stai dicendo: sono invidiosissimo di te per questo mi sottometto, sto qua da amarti.
No, non è umiltà quella, Eh, quella è frustrazione è un’altra cosa.
00:31:49 Vanagloria
Combattere la vanagloria, non si vanta, non si gonfia. Che cos’è la vanagloria? Il sentire il bisogno sempre di essere riconosciuti.
Tutti devono accorgersi di quello che faccio.
E se il tuo amore cerca sempre il grazie, non che il grazie sia una brutta cosa, è bellissimo il grazie, tutti dobbiamo imparare a dire grazie, ma se tu ami per sentirti dire grazie quello non è amore è commercio.
Tu hai bisogno di essere riconosciuta in questo.
00:32:23 Combattere la superbia.
La superbia è il contrario dell’invidia, cioè il fatto che tu ti senti meglio degli altri al di sopra degli altri.
Vedi quello condivido. Ah guarda, noi invece siamo una bella famiglia. Io ormai faccio gli esercizi di realtà e sti poveretti che vanno nelle parrocchie non sanno niente invece della parola di Dio, del Rosario, noi, noi abbiamo capito tutto.
Tu non stai amando, sei solo superbo.
Mmm.
Perché la superia non significa mai sentirsi al di sopra degli altri. E quando ti accorgi che hai qualcosa in più affrettati subito a dividerla e a darlo agli altri. Appena ti accorgi che hai un panino più grande degli altri, spezzalo subito. Dallo agli altri subito.
Combattere la superbia, non mancare di rispetto, cioè avere sempre cura dell’altro al di là di come si comporta. Questo è importante. L’amore vero è un amore che non manca di rispetto.
Non cercare il proprio interesse, cioè non piegare l’altro ai miei bisogni e ai miei fini ma averne cura io.
Come la tua mamma ti ha fatto tutte queste cose, tu non vuoi bene alla tua mamma dopo che ti ha fatto tutte queste cose?
Oppure dopo tutto quello che ho fatto per te, tu non scegli ingegneria e vuoi fare il veterinario?
Scusami, cioè per 18 anni tu hai cresciuto tuo figlio amandolo con lo scopo di diventare ingegnere e quando ti ho detto che vuole fare il veterinario e scoppiato il bubbone.
00:34:00 Mi hai usato
Ma io ti ho amato per 18 anni, no, tu mi hai usato per 18 anni.
Chiamiamole per nome queste cose. Eh questo prendo un esempio, ma ve le posso fare centinaia.
Non si adira, cioè ricordatevi, il male non si sconfigge con il male, ma solo con il bene.
Tu ti puoi incavolare quanto vuoi, ma se usi l’incavolatura per combattere un’incavolatura, hai usato il male per avere un bene.
Questa è Machiavelli, non è il Vangelo.
Il fine non giustifica i mezzi, nel Vangelo li specifica, se il fine è buono il mezzo deve essere buono. Se l’altro si incavola devi imparare o non incavolarti, e ve lo dice: io sono sanguigno, Eh, spero che nessuno si incroci con me quando sono cambiate, così come so essere molto costruttivo so essere molto distruttivo.
Questa è la prima che capissi profondamente questa pagina della Sacra Scrittura è un vanto per me. Ah, io zittisco tutti! È un fallimento questo, amici miei, non è un vanto, perché l’amore vero è uno che non si arrabbia e che non usa mai il male per ottenere un bene, mai.
Non gode dell’ingiustizia, cioè il difendere ciò che è giusto sempre, sempre, senza mai dire, ah visto, adesso gli sta bene, perché in questa maniera…
Oppure avete mai sentito questa espressione, il Signore grande!
No Eh, che, come dice il Vangelo, aspetta il cadavere del tuo nemico, perché prima o poi passerà da noi.
Dico, guarda, quello non è il Vangelo, è una tua idea del Vangelo cinese.
Ma no, amici miei, questa è una cosa che dentro di noi dobbiamo tanto combattere, l’amore non gode dell’ingiustizia mai, anche quando riguarda quelli che se la meritano. E noi siamo i primi a meritarcela, Eh.
00:32:23 Si compiace della verità.
Attenti, qui ve lo lascio come un motto, vivere sempre per cose vere, senza scorciatoie e senza semplificazioni. Questo è il cristianesimo, vivere per una cosa vera, senza scorciatoie e senza semplificazioni. Chi vi vende una cosa vera e dice, ti dico anche la maniera facile per toglierti subito di peso questa cosa vi sta dando una fregatura.
L’amore vero è un amore che si carica della fatica dell’amore.
Senza scorciatoie e senza semplificare le cose.
Dice, Guarda, io ormai mia moglie riesco a gestirla perché gli mettoil Lexotan nel latte la mattina e per tutta la giornata sta tranquilla, viviamo sereni ormai.
Amici miei, io ho capito che ormai siete sereni in famiglia, ma quella è una semplificazione non è la verità.
A parte tutto questo, vorrei concludere.
Ecco gli esercizi in realtà questo percorso, queste, queste quattro tappe, la parola, la parola Maria, l’Eucarestia e l’amore che sono un po’ come i quattro punti cardinali per noi, le quattro colonne su cui costruire la nostra vita.
00:38:00 È un segreto che vi dico.
Se funzionano queste quattro cose, funziona tutto il resto è un di più che possiamo aggiungere e può esserci d’aiuto. Ma se queste quattro cose sono in crisi dentro la nostra vita, cioè se è in crisi il nostro rapporto con la Parola di Dio, se è in crisi la nostra fede mariana, l’uso serio di Maria, se è in crisi il rapporto eucaristico, che cosa significa l’eucaristia dentro la nostra vita, se in crisi la carità, la nostra fede traballa, non ha senso, è fede inutile.
Se queste quattro cose funzionano, la nostra vita funziona e tutto diventa una storia da raccontare, non un déjà-vu non già visto. È una storia da raccontare perché è una storia nuova, è una storia vera, una storia viva, una storia reale di una lucubrazione psicologica della realtà, non un circolo di psicopatici. Quindi non siamo questo, non vogliamo essere questo.
Noi dobbiamo imparare quattro cose, cercare di metterle in pratica e cambiare la nostra vita in questo senso.
00:38:42 Questa è la Santità.
La Santità non ci dice di ottenere dei risultati, ma di lavorare ogni giorno della nostra vita su noi stessi per cambiare il cuore.
E noi ci cambiamo il modo per far questo. Come se uno ti porta in palestra e dice, Guarda, hai la palestra, adesso devi diventare la persona più muscolosa del mondo e tu ti guardi intorno e dici, ah, sono in palestra quindi diventerò una persona più muscolosa del mondo e ti aggiri in mezzo agli attrezzi, ogni tanto ne tocchi qualcuno, poi vai, ti guardi un po’ allo specchio tutta la vita girare per questi attrezzi.
Finisce la vita, dice sono muscoloso? No, perché non hai fatto niente non hai fatto nessun esercizio.
Perché vi dico questo? A volte il nostro cristianesimo è un aggirarci davanti agli attrezzi, no? Ogni tanto ci aggiriamo a messa, ogni tanto un’Ave Maria nel Rosario, ogni tanto facciamo un’opera di bene: ho dato 1 € al ragazzo di colore che era davanti al supermercato gli ho pure sorriso, ma bravo proprio la carità questa no Eh, però da due settimane non ci rivolgiamo la parola in casa.
Ma io ho ragione, Ah, allora va bene.
Guarda, ho trovato una messa che proprio me la sento dentro quando vado a messa capito soltanto che non la fanno sempre sta messa, quindi io ci vado ogni tanto quando fanno questa messa. Ma tu hai capito l’eucarestia proprio, eh, l’ideale, l’ideale.
Ecco, aggirarci intorno alle cose cristiane non ci rende cristiani, imparare a usare le cose cristiane, questo ci rende cristiani.
Questo lo scopo dell’esercizio di realtà.
Tutti questi quattro incontri che ci siamo fatti insieme non hanno senso se non vengono fatti, cioè se non diventano cose concrete.
Ascoltare uno che parla e che intrattiene o andare a vedere uno spettacolo di intrattenimento è la stessa cosa. Qui non c’è nessuno spettacolo. Ci sono istruzioni per l’uso, ma la differenza non la fa Don Luigi, la fate voi da questo momento, perché voi decidete se volerli applicare o meno dentro la vostra vita.
Ci riuscirete? Ah, penso proprio di no.
Nessuno di noi ci riesce pienamente, ci prova però, e manmano cresce in questo e comincia a riuscirci un po’ alla volta.
00:40:00 La cosa peggiore nella vita spirituale è l’incostanza, è l’intermittenza.
Se cominciate una cosa per poi lasciarla a metà, non cominciatela propria, se cominciate un cammino, se salite una scala per poi fermarvi, vi siete fatti malissimo.
Non fate questo. Una cura o si inizia e si finisce o non la si fa proprio.
Carattere amici miei, non domandiamo a Dio cose che noi dovremmo avere di dotazione nostra personale. Mostriamo di essere uomini umani nel vero senso della parola, mettendo fuori un carattere che dice sì, voglio cominciare a fare questo dentro la mia vita, voglio usarla questa palestra e non aggirarmi in mezzo a questa palestra.
Don Luigi Maria Epicoco
Don Luigi Maria Epicoco è un presbitero, teologo e scrittore italiano. Sacerdote dell’arcidiocesi dell’Aquila, scrittore di libri e articoli scientifici di carattere filosofico e teologico.
Ha una cattedra in filosofia alla Pontificia Università Lateranense e all’ISSR Fides et ratio dell’Aquila. Direttore della residenza universitaria San Carlo Borromeo all’Aquila e parroco della parrocchia universitaria San Giuseppe Artigiano, dove ha vissuto la tragica vicenda del terremoto occupandosi in prima linea della ricostruzione per l’arcidiocesi.
Comunicatore in diverse trasmissioni sia in radio sia in televisione in particolare Radio Vaticana, Telepace, TV2000, Rai2, Rai Radio 2. Nel web è attivo nei social e in diversi blog. Nel 2016 ha curato il commento al Vangelo della rivista Credere Edizioni San Paolo. Membro Cavaliere della Luce. Ha costituito una fraternità con gli studenti universitari che segue. Da novembre 2017 è nato il progetto editoriale di un nuovo messalino edito da Edizioni San Paolo a cura di don Luigi Maria Epicoco. (https://www.cercoiltuovolto.it/tag/don-luigi-maria-epicoco/)
Prima lettera ai Corinzi 13, 1-13
1Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
11Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
I lettera ai Corinzi 13, 1-13