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Quest’anno si celebra l’anniversario degli 800 anni da quando frate Francesco venne trafitto dagli stessi chiodi di Cristo. Sono trascorsi ben 8 secoli (1224-2024) da quei giorni memorabili trascorsi tra i dirupi e i rovi de La Verna oggi parco del Casentinese.
Siamo nel Comune di Chiusi della Verna, in Toscana, provincia di Arezzo e a pochi chilometri dal confine con l’Emilia Romagna, nel centro del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Oggi, sul lato meridionale a quota 1128 metri slm, sorge il Santuario dedicato a San Francesco. Fu Papa Alessandro IV a far costruire nel 1260 una chiesa. Pochi anni dopo, il conte Simone di Battifolle, fece costruire la Cappella delle Stimmate, nei pressi del luogo del miracolo.
Fu proprio San Francesco il primo a costruire la prima cappella, Santa Maria degli Angeli, era il 1218.
La chiesa Madre, da dove i frati effettuano due volte al giorno una solenne processione fino alla Cappella delle Stimmate, fu iniziata nel 1348 ma rimase incompiuta fino al 1459.
Le Stimmate di San Francesco
«San Francesco si ritira sul monte della Verna per un tempo di preghiera e silenzio nell’estate del 1224. Chiede a Dio di poter condividere appieno la Passione di Cristo. Dio ascolta la sua richiesta e gli appare come un serafino crocifisso …
Dopo un arcano e intimo colloquio, quando la visione disparve, lasciò nella sua anima un ardore serafico e, nello stesso tempo, lasciò nella sua carne i segni esterni della passione, come se fossero stati impressi dei sigilli sul corpo, reso tenero dalla forza fondente del fuoco.
Subito incominciarono ad apparire nelle sue mani e nei suoi piedi i segni dei chiodi; nell’incàvo delle mani e nella parte superiore dei piedi apparivano le capocchie, e dall’altra parte le punte. Il lato destro del corpo, come se fosse stato trafitto da un colpo di lancia, era solcato da una cicatrice rossa, che spesso emetteva sangue. (San Bonaventura, Leggenda Maggiore) » (https://www.laverna.it/il-santuario/).
Il Cantico delle creature
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare:
guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.