Epicoco, ora la chiamata di Davide 1 Samuele 16, 6-12 🇮🇹

Davide
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Epicoco, la chiamata di Davide

Cosa ha da dirci oggi Francesco a distanza di 800 anni?

Dio guarda i cuori di ognuno, non l’apparenza. Noi invece tendiamo a curare l’aspetto, gli atteggiamenti e non purifichiamo il nostro cuore.

Don Lugi Maria Epicoco, attraverso i brani della Bibbia che parlano di Davide, ci dice proprio questo.

Ho cercato di trasformare l’audio in testo per renderlo maggiormente accessibile.

Scoprirete cose nuove solo se in voi arde il desiderio di salvezza.

Buon ascolto / Buona lettura

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File audio

Epicoco-Davide 1.mp3

Trascrizione

00:00:01 1 Samuele 16, 6-12

“Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». 4Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E’ di buon augurio la tua venuta?». 6Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «E’ forse davanti al Signore il suo consacrato?».

7Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore». 10

Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». 11Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui».

12Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!»”. 1 Samuele 16, 6-12

A lui dedicherò tre scuole della parola.

A brani che riguarderanno il re Davide, tre chiamate in cui ciascuno cerca di raccontare questo mistero profondo della chiamata di Davide.

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E il racconto in realtà si divide in tre situazioni e luoghi diverse. Cioè se questa sera gli avessimo letti tutti e tre ci saremmo accorti che questo è uno di questi racconti. Ce n’è un altro che ascolteremo la prossima volta che parla di Davide rispetto alla sua capacità di cantare e di come si inserisce a Corte proprio attraverso questo.

Come viene scelto? Proprio perché ha questo talento. E poi l’ultimo episodio è Davide e Golia, famoso episodio che anche lì nasconde una chiamata di Davide.

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Questo primo racconto è anche questo abbastanza conosciuto, abbastanza famoso perché la chiamata di Davide è una chiamata.

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Come tutte le chiamate del Signore, rompe gli schemi. Al Signore piace rompere gli schemi, ma non perché vuol fare sempre il bastian contrario, ma perché vuole dirci che lui, che è la vera realtà, non è contenibile dentro un recinto che noi ci costruiamo con la nostra testa e con le nostre aspettative. Dio è sempre più grande di quello che tu ti aspetti.

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Dio è sempre più grande di quello che tu puoi immaginarti di lui. Dio è più grande di un calcolo, perché è vero, quando una cosa è vera, è reale, è più grande di quello che tu riesci a immaginarti con la tua testa. Perché la nostra testa, anche se è strutturata per cogliere la realtà, è incapace di coglierla tutta.

Tutte insieme. Se voi vi mettete a guardare il cielo, non potete avere la presunzione di dire, ho guardato tutto il cielo, riuscite a vedere la porzione di cielo che contiene il vostro sguardo, ma c’è cielo molto più grande di quello del vostro sguardo.

È la stessa cosa, questa stessa umiltà noi dobbiamo avere davanti al Signore. Cioè è come se noi siamo fatti per lui, anzi non come noi siamo fatti per lui però lo cogliamo come qualcuno che rompe costantemente i confini, perché Dio non è contenibile è più grande dei confini che noi stabiliamo.

La faccenda è molto seria, nella chiamata di Davide, solo per rinfrescare la memoria, perché immagino che voi siate esperti di Davide; quindi, non avete bisogno delle piccole informazioni bibliche, ma.

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Il Regno di Saul, perché è il Re Saul è entrato in crisi, Dio ha rigettato il re Saul e manda Samuele, che è il profeta, a cercare il nuovo re.

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La situazione è critica perché vedete, il Signore dispone ma in realtà poi ci stanno le vicende umane che si mettono fra mezzo alla volontà di Dio. Cioè è certo che Samuele deve compiere questo gesto di trovare il nuovo re, però chi glielo dice a Saul che deve trovare un nuovo re? Se Saul avesse subodorato questa cosa avrebbe ammazzato Samuele.

Non c’è niente di più terribile che il nostro attaccamento alle cose.

Il nostro attaccamento al potere, ciò che abbiamo ricevuto come dono, a un certo punto noi lo viviamo con un possesso tale che pensiamo di esserne i padroni, non i custodi.

Immaginate che la stessa cosa che fa Saul noi la facciamo nei rapporti umani, lo facciamo in un’amicizia, lo facciamo con noi stessi, lo facciamo con la nostra vocazione.

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Tutte cose che il Signore ci affida. A un certo punto svalvoliamo e pensiamo di essere noi padroni, i padroni di quella persona, i padroni della nostra vocazione, i padroni del nostro destino. Non riusciamo a capire che questo ci è stato dato come dono a delle condizioni ben precise, cioè che noi sì fossimo ai re ma sempre relativi a qualcun altro, a chi ci ha dato quel Regno.

Saul non se l’è guadagnato. Quel Regno è stato donato dal Signore. Anche lui fu scelto per regnare su Israele. Ma poi a un certo punto, il suo io, la sua persona hanno separato sé stesso da Dio. E Dio lo rigetta a Saul e cerca qualcuno più capace di essere in rapporto con lui. Da qui nasce la ricerca di Davide.

Dal fatto. Intorno, nel Regno, nella concretezza, nella cronaca della vita che si viveva a quel tempo, c’è crisi.

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Io mi domando quali zone della storia non sono zone di crisi? C’è un periodo della storia in cui noi possiamo dire a lì sicuramente non c’è una crisi ovunque c’è l’uomo, c’è crisi ricordatevelo, ovunque c’è il cuore umano c’è una crisi e non è riferita a quella che ormai ci propinano in questo periodo, non è semplicemente la crisi economica.

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E la crisi di umano che abita tutti i contesti. Perché c’è sempre un Saul che impazzisce rispetto a un Saul che accoglie il Regno. C’è l’uomo che viene preso da questo delirio di onnipotenza e Dio che continua a cercare invece cuori dove può costruire relazioni vere, profonde.

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Dove la realtà può essere introdotta dentro la storia e non semplicemente sfruttata rovinata. Voi immaginate che uno sfrutti il mare per un guadagno personale e si dimentica che quel mare è un dono che il Signore ti ha dato, che c’è una bellezza che va tutelata, che c’è un equilibrio biologico che va tutelato. E la nostra storia.

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Tutto lo squilibrio ecologico che noi viviamo e proprio perché non abbiamo più vissuto il nostro rapporto con la realtà come un rapporto di custodia.

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Le relazioni noi le roviniamo per questo motivo, perché invece di sentirci custodi degli altri, a un certo punto ci sentiamo o gli schiavi degli altri o i padroni degli altri. In entrambi i casi noi abbiamo rotto quella relazione, perché tu sei in relazione con qualcuno non quando sei al di sopra di quel qualcuno, né quando sei al di sotto, ma quando sei di fronte a quel qualcuno e ti senti chiamato a profonda responsabilità. Quanto è bella questa parola?

Responsabilità viene da rispondere, cioè tu provi responsabilità quando rispondi a una realtà che hai di fronte. Se tu non senti responsabilità nei confronti di tua moglie, di tuo marito di quell’amico, della tua vocazione, del tuo lavoro di quell’esame e ti senti al di sopra, non hai più una relazione o ti senti al di sotto di quell’esame non hai più una relazione sana col tuo studio.

00:08:26

Questo declinato in tutti gli ambiti della vita, noi dobbiamo sempre cercare di domandarci se stiamo costruendo delle relazioni uno di fronte all’altro.

Le nostre famiglie crollano per questo motivo, Eh?

E tutti i contesti familiari, non soltanto quelli tradizionali.

E può essere un contesto familiare, quello di un’amicizia che crolla, crolla il bene proprio perché io ho smesso di provare responsabilità nei confronti di quella persona e quindi me ne sento superiore e lo giudico, o me ne sento inferiore e vivo invidia.

00:09:02

Vedete, sono sempre atteggiamenti che ci dicono che si è rotta una relazione.

Beh, la stessa cosa avviene con Dio, ovviamente. Dio al di sopra di noi, ovviamente. Però, pensate un po’, lui che può permettersi di essere al di sopra di noi, si è fatto accanto a noi, si è messo accanto ciascuno di noi. Lo ha fatto attraverso Gesù Cristo. E ai tempi di Davide, ai tempi di Re Saul, Dio più volte usa questa espressione, il vostro Signore cammina accanto al suo popolo e a cura del suo popolo entra in relazione con questo popolo.

Se tu senti Dio, semplicemente come qualcuno a cui obbedire, anzi, come qualcosa, perché obbedire è già una parola bellissima, qualcuno a cui eseguire degli ordini, verso cui eseguire degli ordini. Tu hai rotto quella relazione con Dio.

O qualcuno da cui difenderti, ecco Saul, tu hai rotto la relazione con Dio.

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Saul è uno che cerca di farsi i fatti suoi e a un certo punto sta attentissimo affinché Dio non si intrometta in questa cosa e sulla difensiva, beh, fortunatamente noi non abbiamo di questi problemi, no? Noi pensiamo sempre che Dio è dalla nostra parte, magari fosse così. Quante volte siamo anche noi sulla difensiva, come se dobbiamo farci i fatti nostri, quello che noi riteniamo giusto, vero, buono per noi.

Dobbiamo stare attenti, in un gioco di equilibri diplomatici di fede, a tenere Dio al di fuori di queste cose.

Eh, però tenercelo buono.

Vuoi una preghiera? Eccoti la preghiera, vuoi che venga alla messa, vengo alla messa. Però Dio è fuori, è fuori dal sistema, capite? Cioè è uno che tieni contento, uno che gli fa i sorrisi, tipico delle persone terrorizzate, no, che ti sorridono e dice, ah, così magari sta calmino e non mi succede niente.

00:11:05

No, non va bene, non va bene. Cioè Saul cade in questo meccanismo in cui si chiude talmente tanto nella sua presunzione, nel suo orgoglio, nella sua superbia, che potrebbe essere anche frustrazione, umiliazione, sottomissione. Chiamatelo come volete, rompe questa relazione e Dio dice, sa che ti dico Samuele, mettitelo a cercare un altro, perché a questo non riusciamo a tirarci fuori ulla.

00:11:30

E in questa ricerca Samuele arriva nel villaggio dove abita Iesse con la sua famiglia.

Mettono in atto tutta la situazione particolare, guardate perché non deve attirare l’attenzione la presenza di Samuele lì, allora si inventano anche questo sacrificio. Che devono fare? Finché non trova l’occasione per incontrare tutta la famiglia di Iesse.

E nel cercare di far discernimento, perché Samuele è sì un profeta, ma è uno che deve capire il significato delle persone, delle cose che ha davanti, quando uno pensa un profeta pensa a uno che sa le cose.

00:12:12

No, il profeta è uno che cerca di capire.

Uno di noi è chiamato ad essere Samuele, cioè ciascuno di noi è chiamato a fare discernimento.

00:12:23

A comprendere davanti a chi si trova. E così succede che il primo figlio Eliab è davanti.

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A Samuele sicuramente sarà stato proprio un trionfo della natura. Sto eliab sarà una persona bella, possente, quelle persone che magari in fondono anche sicurezza fisicamente, uno che tu guardi e tu dici sì, questo è proprio un vincente, no?

Giustamente Samuele dice, Beh, abbiamo concluso la ricerca, Signore, è forse davanti a te il suo consacrato?

Quasi una domanda retorica, no? Beh, sì. E invece sentite cosa dice il Signore.

00:13:10

Il Signore rispose a Samuele, non guardare al suo aspetto, né all’imponenza della sua statura, io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo, l’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore.

Sbank proprio, cioè se si potesse tradurre fisicamente un bel rovescio di mano, Eh, sulla guancia di di Samuele e anche di ciascuno di noi. Perché?

00:13:43

Dobbiamo essere molto sinceri.

Noi viviamo tutta la nostra vita basando tutto sull’apparenza.

Tutto.

00:13:52

Pensiamo che valiamo nella misura in cui appariamo, lavoriamo per la nostra apparenza e quando dico apparenza non è semplicemente il nostro aspetto, ma è l’idea che vogliamo dare di noi, il motivo per cui facciamo le cose. Noi non riusciamo a vivere dentro di noi, viviamo fuori di noi, viviamo appunto di apparenza e pensiamo che quello che conta è come mi realizzo. Che conti quello che pensano gli altri. Che conti il giudizio delle persone che mi vogliono bene. Tutte cose che apparentemente non hanno niente di negativo, ma sono vivere una vita fuori, una vita di apparenza, di esteriorità, una vita all’esterno.

00:14:33

E tu cerchi di impegnarti anche in questa vita all’esterno e non riesci a capire che il Signore non guarda quello, al Signore non interessa quanto tu conti in apparenza. Interessa un affarino che non vede nessuno, che è nascosto nella profondità di noi stessi, un affarino che si chiama cuore.

E cuore, quello guarda il Signore, il nostro cuore.

Gesù non si occupa della nostra apparenza, si occupa del nostro cuore.

00:15:05

Tutta la nostra fede è un lavoro di cuore, non di apparenza, se noi lavorassimo sulla nostra apparenza, saremmo farisei.

00:15:13

Saremmo persone che pensano che siccome tutto funziona esternamente, allora stiamo a posto.

00:15:21

Vi faccio un esempio pratico, è come quei litigi surreali che avvengono in certe famiglie.

Dove tu avverti che l’altro ti sta rendendo infelice, che non ti sta corrispondendo nell’amore. E quando cerchi di dirglielo l’altro ti dice, ma scusa, io mi sveglio ogni mattina e vado al lavoro, torno e apparecchio la tavola e faccio questa cosa e porto i bambini a scuola. Quando me lo domandi e cerco sì, sì, sì, cioè in apparenza tutto è perfetto, tu stai a copione, ma.

00:15:52

Basta che tu segua un copione per dire che effettivamente stai rendendo felice qualcuno e che stai facendo realizzare quella famiglia?

00:16:01

Ma tu non gli vedi niente?

00:16:03

Cioè se tu provi a dire io sono in crisi dice ma il problema ce l’hai tu perché io seguo tutto e tutto alla perfezione eh, quante volte mi hai fatto questo esempio, no, l’operazione è riuscita, solo che il paziente è morto.

00:16:17

Vi faccio un esempio molto più personale, Signore, io leggo il Vangelo, mi dico il Rosario, vado a messa, faccio queste cose, faccio la meditazione, mi confronto. Arte di amare, arte della parola, arte della preghiera, le arti di tutto il mondo. Faccio tutto questo. Però fondamentalmente io sono infelice.

Ma com’è possibile, ditemi, com’è possibile che uno fa tutto questo da copione e poi è infelice?

00:16:45

Allora c’è chi comincia a propinarci la storia, ma è normale, è normale. Tu, tu devi continuare, invece no. Tu devi cominciare ad ascoltarla invece questa infelicità e devi cominciare a dirti a dire a te stesso se stai vivendo fuori di te o dentro di te, cioè se hai capito che la tua è un’educazione del cuore, non educazione dell’apparenza, e che se l’apparenza tu la cambi, la cambi dopo che hai cambiato il cuore come conseguenza di un cambiamento del cuore.

È tutto lì, Eh? Se noi non capiamo che la vita spirituale è una conversione dall’apparenza al cuore non serve a niente tutto quello che stiamo facendo.

Non deve cambiare la nostra prassi.

00:17:28

Deve cambiare il motivo per cui tu fai qualcosa, questo è il cuore di tutto, Eh?

Questo è il cuore vero, è questo che sta cercando il Signore non ha bisogno della forza di Eliab, non ha bisogno dell’intelligenza di Abinad, non ha bisogno della scaltrezza di Sanmma, non ha bisogno, non lo so, dei soldi del quartogenito, non ha bisogno della laurea del quinto, non ha bisogno.

00:18:00

Non lo so delle capacità organizzative del sesto, so tutte cose che per noi sembrano essenziali.

00:18:08

Dice, non ho bisogno di tutto quello che tu stai usando in questo momento. Ho bisogno che tu cominci a usare il cuore. Ho bisogno del tuo cuore, cuore, cuore, vita interiore.

Il mondo in crisi, perché in crisi? Il cuore. Perché noi non ci occupiamo del cuore? Il cuore per noi è un vaso di Pandora che non apriamo mai e cerchiamo di mettere tutto in ordine tranne il cuore.

00:18:36

Perché questo è importante? Perché Dio cerca Davide e non si accontenta degli altri. Non si accontenta della forza, dell’intelligenza, della furbizia, dei soldi. Mo io STI Poveretti, fratelli di Davide, gli sto appioppando tutte le cose del mondo, ma mi servono perché ho bisogno di spiegare che cosa significa che il Signore non guarda l’aspetto nell’imponenza nella statura.

00:19:02 E guarda ciò che non guardano gli uomini, perché gli uomini guardano l’apparenza, invece lui guarda il cuore.

Perché quante volte noi pensiamo che saremo bravi se siamo capaci, non lo so di spiegare le cose?

00:19:19

Dicevo, guarda, io assicuro che questo ambiente lo posso cambiare se sono capace di spiegare le cose come le spiega Don Gino.

00:19:29

Ma voi pensate che Dio abbia bisogno di come so spiegare le cose io?

00:19:33

Dice no, guarda, in questa situazione uno le cose le cambia se ha la forza fisica di Pino.

00:19:40

Ma voi pensate veramente che il Signore ha bisogno per forza della forza fisica di Pino?

00:19:44

Ho dell’intelligenza di quello ho della capacità di passare gli esami di quell’altro o di tutte, cose buonissime, ma il Signore non guarda questo, guarda il cuore.

00:19:57

E il cuore non è garanzia che quello che accade fuori sia perfetto, ma è garanzia che quello che accade fuori è vero.

00:20:08

È vero anche con tutte le imperfezioni, ma è vero.

00:20:17

Non ha bisogno di risultati, Signore, ha bisogno che noi accettiamo, che dobbiamo svegliarci la mattina a vivere per cose vere, solo per cose vere. E le cose sono vere solo se ci funziona il cuore.

00:20:29

E questo come voi medici insegnate a me molto spesso le cause dei sintomi non le devi cercare tra i sintomi.

00:20:40

Cioè il problema non lo risolvi con la macchia, devi andare alla radice che magari è un organo che non funziona, magari è il fegato che non ti sta funzionando. Devi curare il fegato. Quando noi perdiamo tempo, in realtà lo stiamo investendo il tempo nel metterci ogni giorno ad ascoltare il Vangelo o a cercare di pregare o a cercare di essere in rapporto con il Signore non è perché stiamo facendo qualcosa di marginale rispetto alla vita di ogni giorno.

00:21:07

E perché l’unica maniera che abbiamo di far funzionare quella vita in apparenza, è farla funzionare nella sostanza, cioè nell’unico posto dove tutte le cose ricevono unità, unità.

00:21:20

Perché se tu pensi che mettendo a posto in ordine casa hai risolto il tuo problema?

Tu per tutta la vita metterai in ordine a posto cercherai di imbiancare, di togliere la polvere da lì, di togliere quel difetto di dire non devo rispondere male a quella persona, di dire devo imparare ad accogliere questo, ma sarai sempre infelice perché il tuo è un agire moralistico non è un agire da uomo ma è soltanto da una parte dell’uomo e quindi uno passa la vita pensando che deve solo mortificare il fatto che gli viene di rispondere male alla moglie e lui dice non lo devo fare.

Sì, ho capito che non lo devi.

Ma non ti fai Santo perché eviti questa cosa, ma perché stai lavorando sul tuo cuore, cioè se capisci che è una modalità attraverso cui tu stai amando, così ti fai Santo.

Non semplicemente evitando di fare qualcosa di sbagliato.

00:22:19

Vorrei che passasse questo messaggio proprio profondo, Eh? Noi che pensiamo che siccome abbiamo messo in ordine tutto, abbiamo risolto. Il problema è il cuore e il cuore, amici miei è sempre un cammino graduale di educazione, della nostra interiorità, di un posto, di una camera dentro di noi dove Gesù Cristo si manifesta.

Dove noi cominciamo ad esistere come uomini?

00:22:49

Iesse, allora non aveva più figli da presentarli a Samuele, allora Samuele chiese agli S ma sono qui tutti i giovani, perché sai Dio è infallibile, magari può sbagliare, no?

Anche qui ci sembra così sottile questa cosa. Chissà che cosa sarà passato nel cuore di Samuele. Cosa dire? Scusa, mi sono guardato tutti i figli di Iesse non ce n’è nessuno. Com’è possibile? Mi avevi detto che era qui.

Perché cerchiamo sempre nei posti sbagliati?

Cerchiamo sempre nei posti sbagliati anche questo, Eh?

00:23:32

Anche questo, cioè, è capire che a volte le cose più importanti sono nei posti più imprevedibili.

00:23:42

Adesso dico una cosa forte.

00:23:45

E prendetela come una provocazione più che come una proclamazione di verità.

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È troppo semplice pensare che Gesù Cristo è qua dentro, in questa Cappella.

00:23:56

È troppo semplice, ma pensare che Gesù Cristo è invece in quella Aula di università dove non c’è nemmeno più un crocifisso appeso al muro, ed è sporca dai piedi dei ragazzi che si sono poggiati al muro e che magari fa anche freddo ed è frequentato da persone che magari Gesù Cristo non l’hanno mai sentito, e questo ti scandalizza?

Tu non penseresti mai che lì c’è, lì invece l’occasione dove uno può trovare Davide.

Uno pensa, e lo sapete cosa facciamo, ci rinchiudiamo nei posti al sicuro.

Io, io mi metto nei panni di Iesse.

Possibile che tu hai presentato tutti i tuoi figli e il più piccolo fra tutti, quello dovrebbe.

Il più coccolato? No, è il più piccolo. Non lo consideri nemmeno figlio perché non l’hai calcolato.

È Samuele che ti fa riflettere su questa cosa ti dice.

00:24:54

Ma, sono tutti qui i giovani, rispose. Gli esseri, rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge, quasi a dire.

È sicuro che là non c’è?

00:25:07

Quando uno è sicuro deve preoccuparsi eh ragazzi, quando uno è sicuro deve sempre preoccuparsi.

00:25:15

E Samuele ordinò a Iesse, manda a prenderlo. Perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui.

00:25:27

Ancora un escamotage di Samuele per cercare di dire Bah, giochiamoci anche l’asso nella Manica, andiamo a prendere questo Davide.

00:25:38

E chissà cosa pensava Davide a non essere guardato dal padre alla pari di tutti i suoi fratelli.

00:25:45

Quante volte noi non ci sentiamo guardati così, eh? E siamo stati amati così in maniera sbagliata, perché non siamo stati guardati alla pari, non siamo stati voluti come gli altri, non siamo stati educati e siamo sempre stati un po’ una nota stonata.

00:26:07

Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire.

E qui era fulvo con degli occhi e gentile di aspetto.

Tutte cose che.

00:26:19

Sono affidabili? Aveva i capelli Rossi.

00:26:24

Immaginate là, in una cultura del genere, già nella se uno capisce un po’ di letteratura e si legge Verga rosso malpelo dovrebbe ricordarci qualcosa, eh?

00:26:37

Con begli occhi è gentile di aspetto, cioè un ragazzino, ma tu ti che ti fidi di un ragazzino che ha gli occhi puliti?

00:26:47

Manco i capelli come gli altri è lì come qualcosa di diverso che è messo là.

00:26:56

Disse il Signore, vedete, manco lo fai interrogare, dice, ma mi si trova davanti a te. No, no, manco. Evita anche la domanda. Gli disse il Signore: alzati e ungilo, è lui.

Alzati e ungilo, è lui.

00:27:15

Vi chiedo questo e mi avvio verso la conclusione.

00:27:21 Siamo noi Davide.

00:27:23

Perché ci sono sempre motivi per cui noi siamo diversi dagli altri, per cui siamo scartati dagli altri, per cui non siamo all’altezza delle situazioni rispetto agli altri.

00:27:33

Siamo noi, perché quante volte nessuno scommetterebbe su di noi, soprattutto noi stessi. A volte non scommettiamo su di noi. E Dio ci viene a scovare in quel fallimento, ci viene a scovare in quella situazione chiusa, ci viene a scovare in una situazione imprevista, imprevedibile, in un posto dove nessuno si immaginerebbe, che c’è il Re d’Israele.

Tutta la vita spirituale e capire che Dio investe sul nostro cuore e che non gli importa quello che abbiamo fuori di noi, non gli importa la nostra famiglia, la nostra intelligenza, la nostra forza fisica, i nostri talenti, le nostre capacità, non gli importa tutte le azioni buone che noi facciamo, gli importa di noi, di noi, nel cuore di ciascuno di noi.

00:28:17

Non ci guarda così come ci guardano gli altri. Il Signore ci guarda per ciò che siamo veramente, ci guarda nel cuore e si fida di noi e davanti a ciascuno di noi. Dice ai Samuele che gli passano davanti, alzati ungilo, è lui.

00:28:35

Dicevo proprio io, tu, tu?

00:28:38

Questa è la scoperta della vita spirituale che Dio sta facendo, un investimento su di te, non su di voi, su di te.

00:28:49

E così come lui lavora nel dettaglio, tu devi trattare Dio come un dettaglio.

00:28:55

Non lo devi prendere nei massimi sistemi.

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Dio vuole che ci vogliamo tutti bene, Eh? Ci vuole la pace nel mondo, vuole che ci abbracciamo, che ci diamo la mano e vuole che ci comportiamo così ai massimi sistemi. No, guardate che così tutto funziona ai massimi sistemi. Anche io so spiegarvi ai massimi sistemi che cosa dovrebbe fare un prete.

Il problema è che però questa cosa la devo declinare su di me, perché Dio a me sta domandando qualcosa.

E lì le cose cominciano a diventare un po’ più complesse.

00:29:34

Pensate a questa cosa, eh, lo sapete perché noi dobbiamo riprendere una vita spirituale, perché le cose che Dio ha da dire a noi non ha da dirlo agli altri.

00:29:47

Le cose che deve ricevere Davide non le può ricevere suo fratello Abinab o Eliab o Samma o tutti gli altri, neanche il padre di esse.

00:29:57

Su ciascuno di noi c’è un Regno che grava, ciascuno di noi è re di qualcosa che soltanto lui può governare e regnare, e se noi rinunciamo a questa cosa, nessun altro lo potrà fare al posto nostro.

00:30:11

Noi non smetteremo mai di proclamare una delle verità più grandi che Gesù Cristo ci ha detto, che siamo unici, unici per quanto possiamo essere tanti, siamo unici.

00:30:22

Per quanto in alcune popolazioni del mondo? Non lo so, penso alla Cina, la Cina che si è trasformata in un paese dove la gente vive ormai solo per lavorare e che se vedete una casa, la casa è un loculo dove qualcuno va solo a dormire, perché poi deve tornare a lavorare. Per quanto noi possiamo diventare massa o essere trasformati in massa, Dio ci ama come cose uniche e irripetibili, noi non siamo un’arnia operosa che porta miele davanti a Dio, un’ape e un’ape non gli interessa di tutta l’arnia.

Gli interessi tu.

00:30:59

E se in tutto l’universo ci fossi soltanto tu, lui continuerebbe a guardare te.

00:31:05

Anzi, continuo a guardare te come se tu fossi l’unico.

00:31:10

E se tu ogni giorno ti senti questo sguardo addosso, ritrovi la forza, allora per far tutto, per mettere a posto quello che devi mettere a posto per accettare le tue ferite, per lavorare su questo, su quest’altro.

00:31:22

Solo se hai una vita spirituale, questo e il vero passaggio, la vita spirituale.

È passare dall’apparenza al cuore e sperimentare in questo cuore un Dio che sta parlando a te.

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Penso che, ve l’ho già detto un’altra volta, ma vedete i padri, i padri della Chiesa che sono maestri di vita spirituale molto più degli psicologi, che sono esperti del meccanismo, ma a volte non del senso delle cose e del male, dicono una cosa molto, molto bella.

00:32:00

Per quanto ci possa essere una cosa bella sul male, dice che il diavolo, il male, non conosce i nostri pensieri.

00:32:10

Non conosce quello che proviamo.

00:32:13

E ci giudica da come reagiamo dalle cose, perché lui non può entrare nella nostra testa e nel nostro cuore, può suscitare dei pensieri e delle emozioni, ma non sa quello che noi pensiamo veramente e proviamo veramente. Indovina da come noi reagiamo.

Tira a indovinare, dalle scelte che facciamo, conosce quello che abbiamo fatto perché abbiamo manifestato attraverso un’azione, ma lui nel cuore non può entrare. Non può entrare perché il cuore è solo di Gesù Cristo.

00:32:45

A parte che questo è bellissimo, questo perché significa che soltanto quando tu ti riappropri del cuore, cominci a tenere a bada anche uno che sa che tu funzioni come azione e reazione. Se pensi quel pensiero ti fa far questo. Se ti viene quell’emozione, agisci in quell’altra maniera. Tu sei manovrato. Ma nemmeno il male può entrare dentro di noi. È sempre qualcosa di esterno a noi.

00:33:15

Noi invece nel cuore, là dentro ci giochiamo tutto e dobbiamo riprenderci il cuore, la cittadinanza del cuore, perché solo così possiamo diventare re, perché soltanto così possiamo.

Realizzare quello che il Signore sta pensando per ciascuno di noi, questa è la lotta più importante.

Non è aggiustarci le cose, ma è aggiustare l’unica cosa che dobbiamo aggiustare nel cuore attraverso questa relazione profonda con lui vedremo nelle prossime puntate.

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Le altre chiamate di Davide e ci accorgeremo di come si parte dalla fragilità e dall’essere bambino e scartato di Davide, per poi invece ritrovarlo in altre situazioni, nei suoi talenti.

La sua capacità di suonare e di cantare.

Dio lo valorizza per questa capacità che aveva.

Grazie a lui si calmano le acque tante volte proprio perché lui sa cantare.

00:34:21

E la furbizia di questo ragazzo che sconfigge Golia, non perché succede chissà che cosa, ma perché sa colpire al punto giusto un gigante.

00:34:32

Ma questo lo vedremo nelle prossime puntate.

Don Luigi Maria Epicoco

Don Luigi Maria Epicoco è un presbitero, teologo e scrittore italiano. Sacerdote dell’arcidiocesi dell’Aquila, scrittore di libri e articoli scientifici di carattere filosofico e teologico.

Ha una cattedra in filosofia alla Pontificia Università Lateranense e all’ISSR Fides et ratio dell’Aquila. Direttore della residenza universitaria San Carlo Borromeo all’Aquila e parroco della parrocchia universitaria San Giuseppe Artigiano, dove ha vissuto la tragica vicenda del terremoto occupandosi in prima linea della ricostruzione per l’arcidiocesi.

Comunicatore in diverse trasmissioni sia in radio sia in televisione in particolare Radio Vaticana, Telepace, TV2000, Rai2, Rai Radio 2. Nel web è attivo nei social e in diversi blog. Nel 2016 ha curato il commento al Vangelo della rivista Credere Edizioni San Paolo. Membro Cavaliere della Luce. Ha costituito una fraternità con gli studenti universitari che segue. Da novembre 2017 è nato il progetto editoriale di un nuovo messalino edito da Edizioni San Paolo a cura di don Luigi Maria Epicoco. (https://www.cercoiltuovolto.it/tag/don-luigi-maria-epicoco/)

I suoi libri

ibs.it

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Edizioni San Paolo

2024, dov’è Cristo, chi sono i Cristiani?  

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