Table of Contents
Tour of The Alps 2025

Desidero esprimere le seguenti considerazioni, volte a promuovere strumenti selettivi basati sull’oggettività, l’equità e le pari opportunità.
Pur riconoscendo il colloquio come potenziale strumento di valutazione delle competenze, ritengo che la sua natura intrinsecamente soggettiva possa prestarsi a manipolazioni e favoritismi, soprattutto in contesti di mobilità interna e passaggi verticali.
Seppur il colloquio può essere uno strumento utile per valutare le competenze dei candidati, ed essendo certo della buona fede di ogni lavoratore interessato nel processo di una eventuale selezione, per la sua natura intrinsecamente soggettiva, può essere però facilmente manipolato per favorire un candidato a discapito di altri.
Il colloquio è ad esempio più soggettivo rispetto a un test scritto, il che può aprire la porta a valutazioni influenzate da pregiudizi o preferenze personali.
In determinati contesti, il colloquio può essere utilizzato per favorire candidati specifici, aggirando il principio di pari opportunità.
È difficile garantire una valutazione uniforme tra diversi candidati, poiché le domande e le dinamiche del colloquio possono variare.
Gli esaminatori, ad esempio, potrebbero porre domande più semplici o più pertinenti alle competenze di un candidato specifico, mentre sottopongono gli altri a domande più difficili o ambigue.
Potrebbero, ad esempio, concentrarsi su argomenti in cui un candidato eccelle, ignorando le sue lacune.
Gli esaminatori potrebbero interpretare le risposte in modo più favorevole per il candidato prescelto, anche quando le risposte sono simili a quelle degli altri.
Potrebbero, altresì, dare maggiore peso a fattori soggettivi come l’aspetto, la personalità o l’affinità personale, piuttosto che alle competenze e all’esperienza.
Il candidato potrebbe ricevere informazioni anticipate sulle domande del colloquio o sui criteri di valutazione, dandogli un vantaggio ingiusto.
Potrebbe avere contatti o raccomandazioni che influenzano la decisione degli esaminatori.
L’ambiente del colloquio può essere studiato per mettere a proprio agio un candidato e intimidire altri.
La commissione potrebbe generare un’atmosfera amichevole e rilassata per un candidato e un’atmosfera tesa e formale per gli altri. È sufficiente porre la medesima domanda con tono e umore diverso ed influenzare positivamente o negativamente il candidato.
È importante sottolineare che tali pratiche, sebbene illegali, sono difficili da individuare e contrastare. I casi di concorsi pubblici falsati in Italia, con favoritismi, alterazione di punteggi e corruzione, evidenziano la necessità di cautela.
Questi casi possono assumere diverse forme:
- In alcuni concorsi, sono emerse prove di favoritismi nei confronti di candidati raccomandati da politici o funzionari pubblici.
- In alcuni casi, i punteggi dei test scritti o dei colloqui sono stati alterati per garantire che i candidati prescelti raggiungessero la soglia di idoneità.
- In situazioni estreme, sono stati scoperti casi di corruzione in cui i candidati hanno pagato tangenti per ottenere un posto di lavoro;
- Alcune persone che hanno ruoli di potere all’interno di un concorso, possono dare informazioni privilegiate a alcuni candidati, o condizionare le domande del colloquio.
È importante notare che la recente abrogazione del reato di abuso d’ufficio ha modificato il quadro normativo.
Prima della riforma, l’abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) era un reato previsto dal codice penale che puniva il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando del suo ufficio, procurava a sé o ad altri un ingiusto vantaggio o arrecava ad altri un danno ingiusto.
Tuttavia, con la Legge n. 114/2024, questo reato è stato abrogato, chiudendo probabilmente diverse porte precedentemente timidamente aperte alla “meritocrazia”.
È importante segnalare che anche se l’abuso d’ufficio non è più un reato autonomo, condotte che in passato rientravano in questa fattispecie possono comunque configurare altri reati, come:
- Concussione (art. 317 c.p.): quando un pubblico ufficiale costringe qualcuno a dare o promettere indebitamente denaro o altre utilità;
- Peculato (art. 314 c.p.): quando un pubblico ufficiale si appropria di denaro o cose mobili della pubblica amministrazione;
- Corruzione (artt. 318-319 c.p.): quando un pubblico ufficiale accetta o riceve denaro o altre utilità in cambio di un atto del suo ufficio;
- Violenza privata (art. 610 c.p.): quando qualcuno costringe un’altra persona a fare, omettere o tollerare qualcosa;
- L’abuso di potere può portare a responsabilità di tipo amministrativo, disciplinare o civile.
L’assegnazione di un punteggio elevato al colloquio, in presenza di criteri oggettivi come anzianità, valutazioni e titoli, rischia di falsare l’esito del concorso, conferendo un’influenza eccessiva a una prova soggettiva.
Un punteggio elevato per il colloquio conferisce a questa “prova” troppa influenza rispetto agli altri criteri oggettivi.
Ciò potrebbe significare che, una buona performance al colloquio, sarebbe eventualmente in grado di compensare carenze in termini di anzianità, valutazioni o titoli, o viceversa.
Una percentuale di punteggio così alta, attribuisce agli esaminatori un margine di manovra considerevole.
Un punteggio elevato per il colloquio può creare un terreno fertile per l’arbitrarietà e il favoritismo, minando la trasparenza e l’equità del concorso.
Confido nella Sua attenzione a queste osservazioni, nell’interesse di un sistema meritocratico e trasparente.
Altri articoli
Link a contenuti esterni